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Berlusconi anticipa il consiglio nazionale Pdl

Creato il 07 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Berlusconi avrebbe deciso di anticipare il consiglio nazionale del Pdl al 16 novembre, per arrivare al voto sulla decadenza con un partito compatto.

Photo credit: Alessandra Tarantino / Wikipedia Commons / CC BY 3.0.

Oggi Fabrizio Cicchitto ha parlato oggi con i giornalisti riguardo la riunione del consiglio nazionale del Pdl, che si terrà il 16 novembre. Cicchitto ha ribadito la posizione già espressa indirettamente da Alfano e anche da altri membri della frangia “ribelle” del Pdl: “se la nuova Forza Italia “è un partito con una direzione collegiale e collettiva ci entro, se è guidato da un gruppo estremista senza dialettica democratica non ci entro”. Cicchitto ha inoltre ribadito la posizione ferma sul governo, che non deve assolutamente essere tirato in mezzo nella contesa: “non possiamo precipitare il paese in una crisi di governo. Oltretutto sarebbe un autogol per il Pdl, perché avremmo un governo di scopo senza di noi e contro di noi che farebbe una nuova legge elettorale”. Le parole di Cicchitto sono solo l’ultimo dei tanti interventi che si sono susseguiti in questi giorni convulsi per il Pdl, con la frangia oltranzista e vicina a Berlusconi che spinge per la linea del capo e i fedeli di Angelino Alfano che preferiscono tenere ancora un piede nel Pdl, convinti che sia l’unica soluzione per tenere in piedi il governo.  Oggi Silvio Berlusconi, in preparazione del vertice nazionale, ha parlato a lungo al telefono con il vicepremier Alfano e con il fedelissimo Raffaele Fitto, cercando di trovare una linea di compatibilità tra le diverse posizioni: ne è emersa l’intenzione di seguire la linea dei “lealisti” e di anticipare il Consiglio Nazionale, che verrà convocato appunto per il 16 di novembre, mentre la data prevista inizialmente era l’8 dicembre. Nell’aria rimane sempre il documento, preparato dagli alfaniani, in cui si denuncia la forza numerica degli “scissionisti”, soprattutto al Senato (sembra sia stato firmato da almeno 30 senatori), rimarcando quindi la delicatezza della situazione e la possibilità per loro di dare vita a un vero e proprio gruppo autonomo, in grado, se necessario, di tenere in piedi il governo Letta. L’intenzione di Berlusconi è di non arrivare con il partito spaccato al voto sulla decadenza e questo, nonostante la prudenza consigliatagli da Gianni Letta, infine fatto prevalere la linea “dura”.


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