L’ex premier famoso per il bunga bunga e la diffusione della dottrina del burlesque, si confessa nell’appendice del libro di Roberto Gelmini, “L’onestà al potere”. No, non è una barzelletta ma l’ennesima uscita sarcastica di uno dei peggiori statisti che la storia d’Italia ricordi
Berlusconi potrebbe essere leader dei moderati dopo la parentesi del governo Monti, finché gli italiani lo vorranno.
Analizziamo la frase: Berlusconi è (purtroppo) il soggetto, un attante ogniqualvolta si volesse accostare il suo nome al verbo “distruggere”, “delinquere”, “occultare”. E ancora, potremmo aggiungere lobbyzzare, contestare (la magistratura, che avevate capito?) burlesquare (ok, questa è una forzatura) svuotare (di significati il dibattito politico).
Il verbo è usato volutamente al condizionale, perché chiunque sia dotato di buonsenso(tanto a destra quanto al centro e a sinistra) non può desiderare che non si avvii quel rinnovamento auspicato dopo il crollo del regime dei partiti. Considerare Berlusconi un leader per i moderati,significa ignorare l’ondata di proteste che si susseguono in Italia: deve farsene una ragione, il nano eroticus. Gli italiani non credono più nelle fiabe che racconta. Troppo lontani sono gli anni del milione di posti di lavoro, un bel proclama per un popolo forse di immaturi del linguaggio politico evoluto, quello che trasforma la comunicazione istituzionale in una sorta di spot pubblicitario. L’Italia e la sua politica non può tornare indietro di un ventennio, pena il ripetersi degli stessi eventi che ci hanno condotti ad un clima da stato di polizia fiscale.
Sulla questione del leader dei moderati potremmo far notare che Berlusconi non è molto moderato: non lo è stato nei linguaggi, negli atteggiamenti, negli eccessi della vita privata. Non è un uomo di stato, Monti al suo cospetto ha la caratura di un De Gasperi.
Se ancora si sente leader di qualcosa, ci dica a che titolo Alfano partecipa ai summit che mantengono in vita il governicchio dei bocconiani, qual è il vero ruolo di questo quarantenne utilizzato come capro espiatorio per la fallimentare campagna amministrativa del maggio scorso.
Inoltre, Berlusconi, manca di lungimiranza: la parentesi del governo Monti potrebbe concludersi anche domani. Ma chi gli assicura che il professore cattolico non venga attirato dalle sirene della politica (che gli permette di tenere in pugno sessanta milioni di sudditi del sistema bancario) e non diventi un candidato d’area, nel clima di una crisi procrastinata ad hoc per imporre la bank-o-krazia?
E infine, la dichiarazione (o la minaccia?) di Berlusconi è sottoposta ad una condizione: quella che gli italiani lo desiderino ancora come leader dei moderati. Evidentemente l’aver perso miseramente le amministrative non è bastato: per togliersi di mezzo, vuole forse subire una debacle elettorale senza precedenti alle politiche. In quel caso, qualora si concretizzasse un effettivo dissenso di suffragi sulla sua persona, potrebbe farsi finalmente da parte, smettendola di esacerbare il dibattito politico con slogan da spot pubblicitario e proposte assurde, di cui l’uscita dall’Euro è solo la punta dell’iceberg. E non perché sia impossibile, ma perché promana da chi cerca di copiare le uscite che fino a qualche mese fa erano considerate populiste e demagogiche.
Per questo, forse, possiamo permetterci di dormire sogni tranquilli: non conosciamo popoli talmente stupidi da firmare la loro condanna a morte riconsegnando il paese nelle mani di chi lo ha demolito negli ultimi venti anni.Caro Silvio, dedicati al burlesque, alle nipotine di Mubarak, alle strafighe che portavi in Parlamento e nelle assemblee. E magari anche al Milan, sarebbe proprio ora di farsi da parte e lasciar perdere la politica, per fare in modo che davvero l’onestà possa andare al potere.