ROMA - Il Popolo della libertà
scenderà in piazza sabato prossimo a Brescia "in difesa di Silvio
Berlusconi". La manifestazione, annunciata da una nota del partito, si
terrà a Brescia alle 16 e vi parteciperà lo stesso leader del Pdl.
All'annuncio della manifestazione, come alle numerose esternazioni di
esponenti del Pdl su "uso politico della giustizia" in merito alla
sentenza di secondo grado che al processo sui diritti Mediaset ha
confermato la condanna del Cavaliere a quattro anni di reclusione e a
cinque di interdizione dai pubblici uffici, risponde una nota in cui
l'Associazione italiana magistrati denuncia "espressioni violente e
offensive", la delegittimazione della giurisdizione e ricorda l'invito
del capo dello Stato a "evitare prese di posizione che ingenerino nei
cittadini sfiducia nelle istituzioni".
L'annuncio della
manifestazione di Brescia giunge mentre dai vertici del partito
continuano ad arrivare 'rassicurazioni' sul fatto che le vicende penali
del Cavaliere non avranno impatto sull'intesa di governo.
La
sentenza è "ingiusta", ma non avrà ripercussioni sul governo. E' il
pensiero, ad esempio, di Maurizio Lupi in riferimento alla sentenza
della corte d'appello di Milano che ieri ha confermato la condanna a Silvio Berlusconi per la vicenda dei diritti tv: "Non sarà
una sentenza ingiusta a far cadere il governo - ha detto il ministro
delle Infrastrutture alla Telefonata di Belpietro su Canale 5 - .
Semmai sarà l'incapacità mia e di questo governo" ad affrontare e
"risolvere i temi" più importanti dell'economia e della crisi.
Toni alti da una parte e rassicuranti dall'altra anche da Maurizio
Gasparri: "La prosecuzione di un accanimento e la tentazione di chiudere
per via giudiziaria una sfida politica che per via politica la sinistra
non è riuscita a chiudere nei confronti di Silvio Berlusconi è una cosa
inaccettabile - ha detto il senatore a Omnibus su La7 - e quindi non
può non avere ripercussione sul dibattito politico e sui suoi
protagonisti".
"Contestiamo
un uso politico della giustizia che da molti anni sussiste con
chiarezza - ha aggiunto Gasparri - ma ci teniamo a distinguere l'azione
del governo dalle valutazioni che noi facciamo, per questo i ministri
del Pdl del governo non hanno fatto dichiarazioni. Credo che questo sia
una fatto significativo che rafforzi l'intenzione di Berlusconi di
tenere separati i giudizi sul governo dal contesto, ma certamente sarei
un ipocrita a negare che il contesto non possa finire per condizionare
il clima politico".
Di "sentenze annunciate" fatte "sulla base di
teoremi politico-giudiziari" parla Gregorio Fontana, del cordinamento
nazionale Pdl: "Dai giudici di Milano è venuta l'ennesima conferma che
la mobilitazione contro l'uso politico, e 'personalizzato', della
giustizia non solo è legittima, ma è necessaria - dice Fontana - . Bene
facemmo, dunque, a manifestare davanti al palazzo di Giustizia e altre
manifestazioni, ovviamente, dovranno essere organizzate per
sensibilizzare gli italiani contro l'accanimento giudiziario nei
confronti di Silvio Berlusconi".
Secondo il neoeletto presidente
della Commissione Ambiente al Senato, Giuseppe Marinello, "è evidente a
tutti che contro Berlusconi da parte della magistratura di Milano manca
qualsiasi serenità. Le sentenze di rito ambrosiano sembrano prestampate,
con il chiaro intento di condannare un uomo politico che da 20 anni è
l'indiscusso leader dei moderati italiani".
Il senatore Giancarlo
Serafini si spinge fino a proporre di "raccogliere dieci milioni di
firme contro la sentenza Mediaset, tanti quanti sono i voti che il
presidente Berlusconi ha ottenuto nelle ultime elezioni politiche".
Senza remore anche il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta: "La
sentenza della corte d'appello di Milano contro Berlusconi rappresenta
un accanimento giudiziario che finisce col distruggere la vita
democratica in Italia".
Secondo Daniela Santanché, invece, "una
parte della magistratura è ormai fuori controllo": "Il leader del
centrodestra e il Pdl sono sotto attacco. Dopo l'inconcepibile sentenza
Mediaset, oggi arriva la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di
Berlusconi per un altro processo assurdo, quello sulla presunta
compravendita di senatori, senza fondamento e prove, basato su accuse
generiche. Non temano questi magistrati che avranno pane per i loro
denti".
Anm: "Pericolosa delegittimazione dei magistrati".
"L'Anm ancora una volta deve denunciare le dichiarazioni di numerosi
esponenti politici e rappresentanti delle Istituzioni che commentano
singole iniziative o decisioni giurisdizionali, delle quali oltretutto
non sono note le motivazioni, utilizzando espressioni violente e
offensive estranee a ogni legittimo esercizio del diritto di critica.
L'Anm, nel rilevare che tali reazioni costituiscono pericolosa
delegittimazione del ruolo della giurisdizione nella nostra democrazia,
così come disegnato dalla Costituzione, auspica che vengano accolti i
reiterati inviti del Capo dello Stato a evitare conflitti e prese di
posizione in grado di ingenerare tra i cittadini sfiducia nelle
Istituzioni della Repubblica". E' quanto si legge in una nota
dell'Associazione Nazionale Magistrati.
SCHEDA 10 anni di indagini
I PROCESSI DI BERLUSCONI
Archivio Il primo grado
REP TV Randacio: "Rischia interdizione"
Solo ad una simile massa di sciancati della democrazia può venire in mente di scendere in piazza (a Brescia???) per manifestare contro una condanna. E con questi sciancati siamo "alleati di governo". Dio mio, come siamo caduti in basso!... Tafanus