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Berlusconi è sempre lì: fulgido esempio di italiche virtù

Creato il 12 luglio 2012 da Federbernardini53 @FedeBernardini

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Ne “Il Giorno della Civetta“, Leonardo Sciascia fa dire a Don Mariano Arena che l’umanità si divide in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà.

Proviamo, a nostra volta, a dividere in categorie non l’umanità, ma quella piccola frazione di essa che vota Berlusconi: gli imbecilli, i vassalli, gli amici degli amici, i garantiti comunque, quelli che…mai con la sinistra e gli immortali.

Gli imbecilli non sono una categoria tipicamente filoberlusconiana, sono quelli che, in tutti i tempi e in tutti i luoghi, sono pronti a seguire il demagogo di turno, che li blandirà con false promesse e ideali fasulli, facendo di loro una ciurma disposta a seguirlo fino all’orlo del precipizio e, a volte, anche oltre.

Gli imbecilli, se si accorgono di essere stati gabbati, possono diventare pericolosi, ma ciò accade piuttosto di rado, perché sono più lenti dei bradipi e, anche se feriti, si lamentano il giorno dopo. Sono milioni e rappresentano la base di ogni potere demagogico.

I vassalli rappresentano l’aristocrazia del regime e compongono la piramide al cui vertice sta il Capo  e che si allarga sino a poggiarsi sulla base, rappresentata dai suddetti imbecilli.  Una volta si chiamavano conti, marchesi, vescovi, abati, valvassori, valvassini e cavalieri. Oggi compongono quella nomenclatura politica e amministrativa che dai vertici legislativi, esecutivi e burocratici si ramifica sino alle infime forme di potere locale.

E’ la spina dorsale del sistema al cui massimo rappresentante è legata da un vincolo di fedeltà, in cambio della quale riceve prebende e benefici. Si circondano di folti comitati, tutti insieme sono  molto più numerosi di quanto si possa immaginare e, per le suddette ragioni, sono estremamente affidabili. Ogni tanto qualcuno sgarra, ma basta definirlo una mela marcia, gettarlo nella pattumiera e il problema è risolto.

Gli amici degli amici sono quelli che, pur non facendo parte della nomenclatura, sono ad essa strettamente legati da solidi interessi comuni. Faccendieri, finanzieri, imprenditori, intellettuali “organici”, ruffiani. Sono quelli cui spetta la fetta più grossa di ogni torta e, insieme ai loro comitati e agli amici degli amici degli amici, rappresentano una folta e affidabile schiera. Anche per essi vale la regola della mela marcia.

I garantiti comunque sono, in parte, assimilabili alla categoria precedente e appartengono a quel ceto imprenditoriale e professionale che rappresenta un serbatoio di voti per qualunque governo di centro-destra che, con le sue politiche economiche e sociali, lo favorisce o, quanto meno, non lo danneggia.

Quelli che…mai con la sinistra sono, a loro volta, divisi in sottocategorie e rappresentano, in alcuni casi, la parte più rispettabile dell’intera compagine.

Ad esempio i cattolici, quelli veri e non quelli presunti, che, obtorto collo, non rappresentando il Capo un esempio di vita cristiana e volendo a tutti i costi rimanere nell’agone politico, lo votano ugualmente. Come potrebbero, continuando a dirsi cristiani…e qualcuno lo fa, confondersi con chi è a favore dell’aborto, dell’eutanasia, dell’unione civile tra persone dello stesso sesso e della distribuzione gratuita di preservativi ai dodicenni.

Ad esempio i “liberali“, costituzionalmente incapaci, nonostante certe aperture da parte della sinistra, che ha messo Marx in soffitta, di seguire la sua raffazzonata e ambigua dottrina economica.

Da questa categoria, la meno affidabile, provengono le peggiori insidie.

E, infine, gli immortali, trascurabili per numero, ma non per potenza e fedeli sino alla morte (?), scusate l’ossimoro, al Capo.

Col nome di immortali è nota la guardia imperiale dell’autocrate persiano. Ogni volta che un suo componente moriva o rimaneva gravemente ferito veniva immediatamente rimpiazzato e il numero dei diecimila restava intatto.

Ed anche Berlusconi ha i suoi, un corpo scelto di portavoce, consiglieri, cortigiani, ruffiani e giullari che adornano e proteggono la sua corte. Taluni, come Bonaiuti, sono così costituzionalmente legati al capo da far pensare ad affinità biologiche. Altri, come Letta, sono più problematici e per definirli occorrerebbe un trattato sulla natura dell’ “Eminenza Grigia“. Di altri ancora, come Capezzone, è meglio non parlare per carità cristiana.

In quanti sarebbero disposti a seguire il loro duce sino ad affrontare una morte nibelungica nel bunker di Palazzo Grazioli? Credo proprio che gli immortali del Cavaliere siano meno affidabili di quelli di Dario.

Questi sono gli Italiani che amano Berlusconi e, sulla fronte di ognuno, si riflette una delle sue italiche virtù.

Berlusconi è sempre lì: fulgido esempio di italiche virtù

Federico Bernardini

Illustrazioni: “Il Giorno della Civetta” di Damiano Damiani, fotogramma, fonte http://movies.yahoo.com/photos/il-giorno-della-civetta-movie-stills-slideshow-10492/il-giorno-della-civetta-10492-69229.html

“Il Giorno della Civetta”, fotogramma, fonte http://movies.yahoo.com/photos/il-giorno-della-civetta-movie-stills-slideshow-10492/il-giorno-della-civetta-10492-69227.html

 



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