A Milano per la presentazione della biografia dello stilista Roberto Cavalli, il borgomastro fiorentino si è difeso dalle accuse (francamente un po’ traballanti) di “frivolezza” istituzionale con un “tackle” sui politici definiti “snob”. Nella sua marcia di avvicinamento a piccoli passi sequenziali verso l’elettorato conservatore e verso il segmento berlusconiano (iniziata con le apparizioni televisive dalla zarina De Filippi), il nostro sta facendo propri anche gli stratagemmi dialettici tipici dell’ ars comunicativa di destra; in questo caso, cerca di disinnescare la polemica con una battuta (nello stile dell’ex Cavaliere) associando i più critici ad epiteti impopolari, come, per l’appunto, l’etichetta di “snob”. Si tratta, insieme a formule come “radical chic”, di un “evergreen”, che la destra nazionale (ma non solo, si veda il M5S con la Boldrini) utilizza per mostrare la (supposta) distanza della sinistra dalle masse, contrapposta, invece, al (supposto) carattere più “popolare” e modesto del comparto conservatore. Ma Renzi rilancia: “Lo stile non è tanto come ci vestiamo o come ci comportiamo nei talk show, ma il rispettare le promesse della campagna elettorale. Troppo spesso la politica discute e non realizza. L’incapacità di realizzare le cose di cui si parla è lo stile della classe politica italiana, che è letale. Il cittadino si aspetta di veder corrispondere i fatti all’impegno preso”. Anche in questo caso, il “must” è quello, smaccatamente populistico e demagogico ma di facile presa, del politico “della gente”, quello che non si preoccupa di andare nei programmi che piacciono al popolo, e del politico “del fare” e non delle “chiacchiere”, delle chiacchiere da salotto, del salotto che fa, giustappunto, “snob”. Se provenisse dal mondo dell’imprenditoria, avrebbe costruito intorno a sé un edificio propagandistico praticamente inattaccabile.
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Berlusconismi gigliati. La comunicazione politica da Arcore a Firenze
Creato il 21 settembre 2013 da Catreporter79Possono interessarti anche questi articoli :
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