Bernardo Bellotto, Il palazzo di Wilanów dal parco olio su tela Varsavia, Castello reale
Distrutta con la Seconda guerra mondiale,Varsavia è stata interamente ricostruita e restaurata. Fu grazie al pittore veneziano Bernardo Bellotto, se la capitale polacca è quella che possiamo visitare. Le vedute realizzate a Varsavia da Bellotto furono modello per la ricostruzione della città. L’allora Re della Polonia, Stanislao Augusto Poniatowski, salito al trono nel 1764, lo promosse pittore di corte del Re nel 1768 e al Bellotto furono commissionate le opere per ornare le sale del castello di Ujazdow. Canaletto adoperò la camera oscura con la quale veniva riflessa l’immagine da dipingere su un vetro sul quale, a sua volta, era fissata una carta trasparente. L’immagine veniva trasferita su tela: presa da più punti di vista ed arricchita di particolari, per cui è difficile rendersi conto del punto di vista “esatto”. E’ un’invenzione più “reale” del reale. Bellotto morì a Varsavia nel 1780 ed è sepolto nella chiesa dei Cappuccini in via Miodowa.
Bernardo Bellotto, Il rio dei mendicanti e la scuola di San Marco olio su tela Venezia, Gallerie dell'Accademia
Dall’11 novembre 2011 al 15 aprile 2012, le sale di Palazzo Sarcinelli, cinquecentesco, nel cuore della città di Conegliano, si apriranno alle opere di BERNARDO BELLOTTO (1721-1780).
Curata da Dario Succi, promossa dal Comune di Conegliano, prodotta e organizzata da Artematica, l’esposizione sarà realizzata grazie all’imprescindibile partnership con PromoTreviso e Unascom Confcommercio della Provincia di Treviso. Il sito della mostra: http://www.bellottoconegliano.it/
Attraverso molti prestiti provenienti da importanti istituzioni pubbliche e private, come la Pinacoteca di Brera di Milano, l’Accademia Carrara di Bergamo, la Galleria Nazionale di Parma, il Royal Castle di Varsavia, la Castle Howard Estate di York (UK), il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna, la Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli di Milano, la mostra ripercorrerà tutta l’evoluzione creativa di uno dei maestri assoluti del vedutismo veneziano che seppe mettere a frutto le scoperte e le conquiste tecniche dello zio Antonio Canal, detto Canaletto.
Una quarantina di capolavori analizzeranno l’itinerario artistico di Bernardo Bellotto, scandendo le tappe
Bernardo Bellotto, Capriccio con il Campidoglio olio su tela Parma, Galleria Nazionale - Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico di Parma e Piacenza
fondamentali della sua carriera, dalle vedute di Venezia e delle città italiane – Firenze, Lucca, Roma, Milano, Torino, Verona – a quelle delle capitali europee: Dresda, Vienna, Monaco, Varsavia. A queste ultime verrà riservata un’attenzione particolare, con l’intento di far percepire ai visitatori le qualità di un singolarissimo modus pingendi.
La ristretta, ma qualitativamente superba, selezione di opere dei grandi artefici del genere, come Carlevarijs, Marieschi, Guardi e Canaletto, che con le loro innovazioni stilistiche hanno contribuito a diffondere universalmente il fenomeno del vedutismo e con esso il mito e l’immagine di Venezia, farà comprendere il contesto da cui si sviluppò il lavoro di Bellotto, il suo modo di costruire equivalenze pittoriche della realtà, arricchite di una straordinaria complessità, accuratezza dei particolari ed esatta osservazione e resa delle architetture. Al tempo stesso, consentirà al visitatore di cogliere l’evolversi della produzione vedutistica lungo tutto l’arco del Settecento.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo Marsilio editori.
Il genere pittorico del vedutismo è stato oggetto negli ultimi decenni di molteplici studi, legati ad iniziative espositive che hanno sottolineato il crescente favore del pubblico per quello che viene concordemente considerato come il fenomeno più innovativo e caratterizzante nell’arte europea del XVIII secolo.
La peculiarità delle caratteristiche ambientali e architettoniche e la presenza di alcuni maestri particolarmente dotati fecero di Venezia il luogo ideale per la sperimentazione di un nuovo modo di ritrarre la capitale della Repubblica Serenissima, fissandola in una dimensione senza tempo.
Se Luca Carlevarijs contribuì in maniera decisiva alla svolta antibarocca dell’arte veneta evocando nei dipinti l’atmosfera distintiva della città e il valore mitico di una vicenda storica millenaria, Canaletto utilizzò quegli esempi per elaborare un repertorio di immagini organizzato con coerenza stilistica e una qualità espressiva assolutamente incomparabili. Su un piano diverso si svolge l’attività di Michele Marieschi che, riproducendo la città scenograficamente come un Gran Teatro, aprì la via alle visioni panoramiche di Francesco Guardi.
Bernardo Bellotto, entrato giovanissimo come apprendista nell’atelier dello zio, si trovò in una condizione di assoluto privilegio, essendosi risparmiato un faticoso iter formativo, per affrontare direttamente gli specifici problemi del vedutismo. Questo vantaggio consentì all’allievo, prodigiosamente dotato, di bruciare le tappe di una carriera folgorante, portandolo ad operare al servizio delle prestigiose corti di Torino, Dresda, Vienna, Monaco, Varsavia.
Bernardo Bellotto, La via Krakowskie Przedmiecie verso la colonna di Sigismondo III olio su tela Varsavia, Castello reale
Le capitali europee vennero ritratte in opere di raro incantesimo, dove l’equilibrio delle atmosfere immobili e la resa lenticolare degli edifici e degli elementi paesaggistici si traduce in una pittura capace di conciliare la limpidezza ottica della descrizione con la totalità dell’adesione sentimentale. Facendosi interprete dei principi di civiltà illuministica, l’artista immerge le vedute in una luce cristallina, tendenzialmente algida, che rende uniforme la nitidezza dei volumi architettonici quale che sia la distanza dall’occhio dell’osservatore: nulla deve turbare il rarefatto equilibrio espressivo, la fiducia in un’esperienza ordinata, la suggestione di una gabbia prospettica evocante uno spazio urbano perfettamente misurabile.
Quando nel 1747 Bellotto giunge in Sassonia per operare al servizio della più illuminata corte europea, Dresda era diventata il centro di irradiazione dell’arte e della cultura tardo barocche e il suo aspetto aveva subìto un profondo cambiamento per la lungimirante politica urbanistica e architettonica di Augusto il Forte e di Augusto III, impegnati a trasformare la capitale in una città di abbagliante bellezza.
L’arrivo di Bellotto coincise con l’ultimazione della maggior parte dei cantieri: la città ricostruita “secondo ragione” era pronta e l’artista veneziano ne divenne il cantore geniale in una stupenda serie di vedute. La realtà fenomenica diventa forma urbis ideale e, come la Venezia di Canaletto, (tramite le acqueforti di Antonio Visentini), anche la “Venezia del Nord” di Bellotto assurse a mito la cui divulgazione a livello internazionale venne affidata alle splendide traduzioni incisorie delle vedute.
BERNARDO BELLOTTO
Conegliano, Palazzo Sarcinelli (via XX settembre, 132)
11 novembre 2011 – 15 aprile 2012
Info e prenotazioni:
Numero verde 800775083
www.bellottoconegliano.it
Catalogo: Marsilio editori
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