Lo scenario politico si arricchisce sempre di più. Ora è venuto il turno di Bersani. Fino a qualche settimana fa, sembrava il sicuro (stra)vincitore delle prossime politiche, ma da un parte Berlusconi e dall’altra Monti, hanno reso meno probabile lo straripamento di voti a favore dell’ex partito comunista. Oggi Pier non si sente più invincibile come un tempo e si guarda nervosamente a destra. Vede Monti crescere, e quell’asse trasversale che si sta formando a suo favore erode consensi soprattutto nella sua area politica.
Proprio per questo motivo, Bersy non perde mai occasione per ribadire che con lui al Governo, l’Agenda Monti sarebbe comunque attuata. Di più, egli promette persino di non rinegoziare il Fiscal Compact e si dichiara disposto a collaborare con la Germania. Dice al Financial Times:
Iniziative
Sono pronto a ragionare [sulla creazione di un nuovo organismo con poteri d'intervento e di vigilanza sul rispetto delle regole di bilancio, nda]… L’idea non mi spaventa finché l’intenzione è quella di costruire la fiducia e ciò permetta, in modo controllato e selettivo, politiche più espansive…
Sul Fiscal Compact, Bersani ostenta uno “spiccato” senso di “protezione” dei nostri interessi nazionali, che non mi meraviglia:
Non voglio rinegoziare il fiscal compact né nessuno degli accordi raggiunti nell’ultimo anno, ma è necessario guardare avanti…
E poi sulla Germania. Una dichiarazione di fedele collaborazione che mi rende davvero “orgoglioso” del fatto che sarà lui a rappresentarmi a Berlino:
Non ho intenzione di litigare con la Germania… Voglio che l’Italia abbia un rapporto serio, franco ed amichevole con la Germania sulla base di argomenti razionali e realistici… Sono d’accordo con molte delle critiche che la Germania fa a paesi come l’Italia, perché sono le stesse critiche che muovo a Berlusconi…
La mia impressione è che Bersani stia cercando disperatamente di trovare credito in Europa e di rassicurare il partner tedesco. La verità però è che l’Europa (e Berlino) ha(n) già scelto il suo (loro) Presidente del Consiglio. E la prima scelta non è certo caduta su Bersani. Ma forse questo lui già lo sa, ed è per tal motivo che da più parti si sospetta che il buon Pier intenda, a momento debito, scaricare Vendola (dopo le elezioni) e sposare Monti, per governare insieme appassionatamente, rinverdendo i fasti della prima repubblica e del “glorioso” compromesso storico DC-PCI.
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Naturalmente i modi e i termini di questo progetto sono ancora del tutto sconosciuti, ma le formule possono essere diverse: da un avvicendamento Bersani-Monti a Palazzo Chigi (ipotesi più plausibile), a un rapporto Bersani-Monti, dove Bersy è il Premier e Monti il Presidente della Repubblica (ipotesi meno probabile).
Quel che è sicuro invece è che chiunque dei due siederà sulla seggiola del Governo, saranno comunque cavoli amari per gli italiani. Dall’Agenda Monti non si fugge, anche perché – come ben sappiamo – è benedetta dalla Trojka europea e da Berlino, ed è mezza partorita da un ex piddino doc: Pietro Ichino.