Ivano Asaro
Ci siamo, il momento che nessuno voleva è arrivato. Il nuovo parlamento nei prossimi due giorni comincerà a fare sul serio.
La composizione di camera e senato ha consegnato un equilibrio che nessuno auspicava:
- il Pd, con Sel, che voleva vincere è arrivato primo, ma non ha vinto, e quindi non può governare da solo, e più che l'occhiolino al centro deve andare da altre parti a cercare i senatori.
- Il Movimento 5 stelle, che voleva entrare di forza nelle istituzioni per denunciare, ha talmente tanti senatori che non può stare con le braccia conserte e semplicemente protestare.
- Il pdl, che ha avuto tantissimi voti, non può governare, e per come si stanno mettendo le cose, in nessuna delle situazioni ipotizzabili, Berlusconi ed i suoi potranno fare un governo a loro marca.
- Hanno perso i montiani, perché alla fine hanno assorbito i voti di Casini, pochi, ma quest'ultimo da politico navigato qual'è, assorbirà i loro onorevoli e le loro intenzioni creando un asse in quell'ambito con il regista dietro le quinte dei Montiani, ovvero Montezemolo.
- Ha perso Ingroia e quella sinistra più radicale che, manco fossero dei neofiti, hanno sbagliato tempi e modi per ridarsi una nuova faccia, incapaci come sono stati di parlare di cose concrete ed andando dietro lo scontro Berlusconi-Ingroia, lasciando nel cassetto le tante cose importanti che pure c'erano nel loro programma.
- Ha perso Giannino, scioltosi al sole delle sue mezze bugie, e dell'atteggiamento ambiguo di Zingales.
Ora che si fa? La vera svolta per il paese, per smacchiare giaguari di tutte le latitudini, e non solo di Arcore, sarebbe un'alleanza Biennale tra M5S e Pd, dove si mettono sul piatto riforme fortissime, epocali, per il popolo (che non significa popolari), e dove chi viene meno al patto paga, non solo perché sbeffeggiato dalla controparte, ma perché farebbe cadere il governo con grave colpa. Certo non è che sia facile per i grillini spiegare ai propri elettori che si appoggia un governo guidato da Bersani, ma obbiettivamente cerchiamo di vedere le cose come stanno e non come le fanno apparire. Bersani è il leader che più di altri ha rinnovato il Pd: ha fatto le primarie per essere possibile premier, e poteva non farle da statuto del partito democratico; ha fatto le primarie per i candidati, riservandosi taluni posti, dati per lo più a personalità di spicco, specie nel sud, dove il partito ha forti problemi di radicamento; per la prima volta dopo decenni Veltroni e D'Alema si sono chiamati fuori, non solo lasciando il partito alle proprie dinamiche, ma anche togliendo ombre sul cammino della legislatura. Bersani ha fatto delle cose buone, anche se altrettanto obiettivamente pesano, non solo su di lui, le responsabilità dello scandalo Monte dei Paschi (tutte cose che la magistratura dovrà appurare dal punto di vista giudiziario, che deve andare avanti senza freni, e che l'elettorato deve soppesare). Ma anche i grillini devono fare un bagno di umiltà, rendendosi conto della verità di queste elezioni. L'elettorato di Grillo non è passato dal blog, per lo meno non la stragrande maggioranza. L'elettorato del Movimento 5 Stelle, forte di una depressione diffusa, non solo economica, ha voluto dare un impulso allo stato delle cose, altri hanno votato nell'estrema speranza di tutelare pensioni e welfare, altri ancora perché in fondo le cose che diceva Grillo erano più facili da capire. La stragrande parte degli elettori 5 Stelle ha votato Grillo per cambiare , taluni per eliminare, ma nessuno di questi ha letto il programma di Grillo, alcuni elettori ad esempio sono convinti di votarlo alle prossime elezioni provinciali, non sapendo, anche se sul blog si dice chiaramente, che il movimento 5 stelle non si presenterà mai alle elezioni provinciali. A queste persone i grillini devono dare una risposta, poiché queste istanze, sui territori, non possono essere eluse, non si può restare ancorati alle proprie posizioni solo per difendere interessi di bottega e di percentuali. Ed anzi invito ad una riflessione. L'esperienza Monti, appena conclusasi, cominciò proprio quando ci si rese conto che ne il Pdl, allora forza di governo, ne tanto meno il Pd, avrebbero messo mano a talune riforme, dure, difficili e pesanti, proprio perché nessuno di quei partiti voleva andare contro il proprio elettorato e scontentarlo. Quindi si sperava che le cose importanti e serie fossero compiute da altri. La palla allora passò a Napolitano, su cui la storia s'interrogherà, che decise di non rimandare le decisioni al popolo ed alle elezioni, bensì di spingere il paese tra le mani più o meno sapienti di Monti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, ognuno ne da il giudizio che crede più giusto ed equo. Ora però è tempo di chiarire che in quel caso i maggiori partiti appoggiarono una forza, quella montiana, ritenuta necessaria, esternamente, per fare cose su cui loro avevano timore ad esporsi. Veniamo ai nostri giorni: è vero che il M5S ha detto no ad alleanze, è vero altresì che il M5S è cosa diversa dai partiti, la prima unica e vera forza trasversale di questo paese, in grado di rubare milioni di elettori, rispetto al 2008, sia al Pd che al Pdl, tutte circostanze vere di sicuro, come vero e sicuro è che i Grillini si sono opposti al governo tecnico.
Alla luce di ciò però sorgono alcune domande:
- E' meglio lasciare la palla proprio all'ennesimo esecutivo tecnico?
- E' meglio essere contro ad un nemico che non c'è perché senza la fiducia l'esperienza dell'esecutivo non parte neppure?
I grillini sono il siero che lo stato ha naturalmente prodotto contro Berlusconi ed il berlusconismo, ma che può tramutarsi nel peggiore dei veleni. Quello che invece si coglie tra i grillini, attualmente, è la voglia di taluni di provarci ed invece l'avversione di un uomo forte come Casaleggio che vuole fare deragliare la legislatura, costringendo Napolitano ad un nuovo esecutivo tecnico, dove un nuovo Monti agisca con nuove tasse per ritornare a calmierare lo spread. Li il popolo risponderebbe di nuovo a Grillo non più con il quasi 30% dei consensi, ma con il 60-65%, ottenendo un parlamento di stampo pressoché nuovissimo, di persone sconosciute, che di per se non è un problema, ma dove mancherà, come manca per ora all'interno del movimento di Grillo, quell'autorevolezza che invece taluni politici attuali hanno, perché i politici non sono tutti soltanto furfanti. Sicuramente verrò criticato perché dico questo, ma il Movimento 5 Stelle è il Movimento di Grillo, e di Casaleggio, con tecniche e retorica che ricorda il fascismo degli albori, dove è scritta ma non è rispettata la regola dell'”uno vale uno” specie quando si devono prendere le grosse decisioni, certo qui non si discute di processi o di escort, come da altre parti, ma il padronaggio c'è: spiegatemi perché nessuno chiami Grillo fra gli eletti e gli dica <<caro Beppe, uno vale uno, grazie dei tuoi consigli e della tua campagna elettorale, ma ora visto che non siamo stupidi ed uno vale uno, ci pensiamo noi a quello che dobbiamo fare, lasciamo decidere agli eletti od ai naviganti cibernetici, quello che dobbiamo e non dobbiamo concludere, non puoi decidere tu, perché ancora una volta uno vale uno>>.
Ivano Asaro