Bersani ha vinto? cosa?

Creato il 04 dicembre 2012 da Bernardrieux @pierrebarilli1
Già, cosa ha vinto Bersani? Per ora nulla che già non avesse come leader del maggior partito del centro-sinistra, coalizione che tutti i sondaggi danno per vincente alle prossime elezioni politiche.
Stamani, anche se tutto ciò era già scontato e previsto, un D’Alema raggiante pareva quello del “nunzio vobis….”.
Per il resto niente di buono.
Bersani si candiderà a premier mettendo insieme Nichi Vendola, Di Pietro, Nencini, da un lato, e Casini, Fini, Montezemolo, Irene Tinagli e Nicola Rossi dall’altro.
Più difficile, anzi impossibile avere Giannino: se quella è la cordata, ce lo scordiamo di fermare il declino!
E non è finita. A un Di Pietro politicamente azzerato, ecco avanzare in sostituzione un’altra banda di matti, l’ennesima, questa a cinque stelle: farà danni come chi la precedette.
E non è ancora finita, ecco De Magistris-Ingroia, una coppia da brivido, roba da portare via i bambini e nasconderli in cantina.
Comunque, fra qualche mese, ci sarà un nuovo governo, e fatto il premier bisogna fare i ministri, qui le previsioni si fanno toste, Vendola non si sa se si accontenterà di fare il “narratore” di questa nuova storia, oppure un bel dicastero si para dinnanzi al suo cospetto, magari alla sanità.
Casini collaborerà, eccome se collaborerà!
Troppo tempo lontano dal Governo fa male ad un ex Democristiano che, giocandosela, potrebbe avere qualche chance anche per il colpaccio, anche se pare avesse fatto baluginare a Monti l’ipotesi quirinalizia, a patto non rompesse i maroni.
Quest’ultimo parrebbe aver capito, tanto da fornire, tre giorni or sono, adeguate garanzie.
Un bel voltafaccia sul voto ONU, tramutatosi in pro-Palestina, et voilà.
Sì, Bersani non solo non ha vinto nulla ma può solo perdere, da qui in avanti, mettendoci del suo.
Liquidato l’avversario interno, a brandelli il Centro-destra, non basterà la ri-ridiscesa in campo di un inquartato Berlusconi a spostare l’asse.
E’ ancora in tempo però, se non in prima persona la scelta varia da Bindi a D’Alema, da Franceschiello e le sue mitiche interviste a Repubblica a Fassina, dalla Camusso a qualche intemperante neo-compagno di strada, ad autoaffondarsi con qualche cazzata di routine, ora che la paura Renzi è passata e Bersani può ricominciare (?) a parlare di patrimoniali, a manifestare insofferenza nei confronti di qualsiasi ragionamento sul merito, sulla produttività e sulla competitività.
Qualcuno già accenna, dopo che il trio Orfini-Fassina-Orlando ci aveva deliziato tutta l’estate, alla bellezza di un neo-statalismo più sobrio, ma rassicurante, soporifero, paternalista e dirigista, quanto basta a far star buoni tutti, come al solito, scaricandone i costi sulle generazioni future.
Ne riparliamo fra diciotto mesi, quando lo schema Bersaniano salterà in mille coriandoli, un pò come nel film “Il Presidente del Borgorosso”.
Alberto Sordi, alias il Presidente, aveva assunto un tecnico Sudamericano, il quale aveva ammaliato folla, tifosi e dirigenza con una narrazione a dir poco entusiasmante.
Dopo sette-otto partite, una caterva di reti subite, zero punti, stadio vuoto e tifosi imbelviti.
Un altro pò di via crucis, poi ne riparliamo.
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