Bestie

Da Atlantidekids @Atlantidekids

Bestie, Fabian Negrin – Gallucci

Tutto incomincia con un espediente: una sosta durante un lungo viaggio in macchina. Due bambini, fratello e sorella, reclamano a viva voce la possibilità di fare pipì e, ottenuto quanto richiesto, ne approfittano per far viaggiare una barchetta di plastica blu in un torrentello. Il torrente in effetti è piccolo ma la corrente abbastanza forte da costringere i bambini a una corsa che li porterà lontani dalla macchina, a perdersi. È in questo momento, e più precisamente nell’istante in cui i due bimbi prendono coscienza della situazione in cui si sono cacciati,  che dalla marachella si passa all’avventura lirica.

Bestie, Fabian Negrin – Gallucci

Serve ai bambini qualcosa che li consoli e riconduca fuori dalla foresta fitta, sfrangiata, bruna cangiante nel rosso, nel giallo, nell’arancio; fatta di massi e fronde avvolgenti che confondono e trattengono. Servono delle qualità, e gli animali determinate qualità e capacità, che un tempo erano anche degli uomini, le posseggono. Chiaramente essi sono più affini alla natura e al suo contesto, ai suoi segnali. Non c’è magia, non c’è metamorfosi simbolica: si tratta piuttosto del tentativo, completamente riuscito, di guardare a sé stessi e agli altri senza il filtro delle consuetudini e delle maniere. Quando entra in gioco la paura non c’è il freno inibitore della soggezione: è facile, molto facile sentirsi un coniglio; così come quando si è preoccupati e in ansia è semplice cedere a una rabbia da mamma orsa, preda del terrore di aver smarrito i propri cuccioli e, ancora, se si è furbi, ma tanto furbi, da trovare soluzioni laddove sembrano non essercene, allora sì, la trasfigurazione in volpe sembra quasi necessaria. Il tutto all’improvviso, nel momento in cui le prime bestie appaiono non è immediata la percezione dell’idea autoriale che sta dietro alla scelta; poi come un’epifania diviene chiaro, e lampante si rivela la genialità della semplicità.

Bestie, Fabian Negrin – Gallucci

Per quanto sia evidente anche per l’occhio meno esperto che le immagini siano immaginifiche e metanarrative mentre il testo sia volutamente ridotto alla sua funzione esplicita, quella narrativa appunto, sono dell’opinione che in un albo illustrato l’equilibrio debba esserci sempre tra un medium e un altro: così come si insiste sulla qualità comunicativa dell’immagine credo sia necessario non farlo a scapito del testo. In questo caso ho trovato che rappresentasse una riduzione della fluidità narrativa il ricorso al discorso diretto o meglio ai relativi e incalzanti “disse”, “rispose”, “chiese”, “risposi”.

Bestie, Fabian Negrin – Gallucci

Allo scorrere delle immagini, sempre più ritmiche, sempre più piene di elementi e dettagli, sempre più grandi, quasi come se si modificassero mano a mano che la leggerezza delle azioni dei bambini lasciava il posto alla ferinità dell’istinto e delle sensazioni, mano a mano che quell’istinto, quelle capacità animali sbocciavano sulla pagina e la riempivano di stupore e sorpresa,corrisponde un restringersi del testo, quasi a voler sottolineare che non serve più, a mettere un punto alla narrazione con frasi minime, spezzate, quasi categoriche. (Sebbene contrasti con questo mio punto di vista quello della mia bambina, la quale, rientrando tra i destinatari principali dell’albo, abbia apprezzato moltissimo annuendo sorniona nel sentire le parole bambine, nel sentire che “sì, a volte i genitori sono proprio delle bestie!”).

Titolo: Bestie
Autore: Fabian Negrin
Editore: Gallucci
Dati: 2012, 36 pp., 17,00 €

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