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Bianca, Rossa e Verde Speranza: la Meglio Gioventù di Campiotti e D’Avenia

Creato il 30 aprile 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Antonia Arrabito30 aprile 2013 Bianca, Rossa e Verde Speranza: la Meglio Gioventù di Campiotti e D’Avenia

Esistono domande che ci si pone sin da bambini e che si portano con sé, anche senza pensarci più. Una di queste è: «Di che colore sono le emozioni?». Il film Bianca come il latte, rossa come il sangue una risposta la dà: se il rosso è vita e passione, il bianco sa di niente. Tratto dall’omonimo romanzo di Alessandro D’Avenia (Mondadori, 2010), il lungometraggio diretto da Giacomo Campiotti si mantiene fedele alla trama del libro, raccontando la gioventù e la sua leggerezza, ma anche la repentinità della crescita e lo scontro diretto e verace con la vita reale. Lo fa attraverso un evento fatale: la morte di una compagna di scuola, Beatrice (Gaia Weiss), francesina deliziosa e liceale giovanissima. Con uno sguardo assai distante da quello paterno de La stanza del figlio (Nanni Moretti, 2001) o da una visione troppo sognante in stile Notte prima degli esami (Fausto Brizzi, 2006), la pellicola tratta della morte vista con gli occhi degli impauriti ed impreparati adolescenti. Il regista – e ancor prima lo scrittore – racconta una sensibilità giovanile autentica, quasi perduta, sempre più sconosciuta al mondo degli adulti e che a loro fa da maestra. È la generosità spregiudicata di Leo (Filippo Scicchitano), uno studente che lotta per non perdere l’anno e con altre mille cose allo stesso tempo: il primo amore, la passione, l’insicurezza, l’amicizia, la ricerca di sé, la malattia di Bea… fino a quando tutto si mischia, così come potrebbe accadere nel mondo dei grandi.

Bianca, Rossa e Verde Speranza: la Meglio Gioventù di Campiotti e D’Avenia

Leo sbaglia, si arrende, poi rischia e risolve ogni cosa con gli strumenti propri della sua età: la speranza e l’ostinazione, insegnando (nel film) e ricordando (al pubblico in sala) la suprema bellezza dell’amare per amare e del donare in cambio di niente. E quando non riesce a dare lezioni di vita, dimentica tutto su un campetto di calcio: «l’unico posto in cui capisco il significato del verso “M’illumino d’immenso”» – afferma Leo, rimarcando che ha soltanto sedici anni. Supportato dai suggerimenti del nuovo professore di storia e filosofia (Luca Argentero), Leo impara a riconoscere se stesso, le proprie doti, i propri sogni e finalmente l’amore vero. Inizialmente incompreso, poi detestato per il suo sapere fatto solo di citazioni, il Prof. – Sognatore insegna al suo alunno che la guerra va fatta al mondo e non alla scuola e che la propria erudizione non è altro che lo studio di vita vissuta: quella dei letterati, di cui facilmente ricordiamo l’opera, dimenticandone la storia personale. Anche il Prof. Argentero, però, perde le parole di fronte alla morte di Beatrice, ammettendo che in presenza di certe tragedie si può soltanto tacere.

Bianca, Rossa e Verde Speranza: la Meglio Gioventù di Campiotti e D’Avenia

Sfiorato anche il tema del rapporto dei giovani con Dio (“Fin”, se provate a digitarlo con la scrittura telefonica T9), a cui l’uomo si rivolge quando si sente impotente, a prescindere dalla propria età; avvertendo il disperato bisogno di «crederci come quando ero bambina», confessa Bea. L’ossessione di Leo per la francesina si contrappone all’accanimento del cancro, che la spegne sempre più velocemente, uccidendo una vita e tutti i suoi sogni. Ma per ogni persona che se ne va, ce n’è un’altra che resta: è Silvia (Aurora Ruffino), l’amica di sempre e per sempre, l’amore sicuro troppo difficile da riconoscere subito. Ma si sa, gli uomini sono sempre più lenti in certe cose. Animato da straordinarie capacità interiori, Leo impara a cogliere le sfumature, fino a risolvere la lotta più dura: il conflitto tra i colori… pardon, le emozioni. Affinché il rosso non ceda al bianco, affinché la passione non sia mai soltanto un fuoco fatuo che lasci il posto al nulla, ma si macchi almeno di un po’ di verde… speranza.

In copertina: Filippo Scicchitano

Le fotografie inserite nell’articolo sono di Loris T. Zambelli

Bianca, Rossa e Verde Speranza: la Meglio Gioventù di Campiotti e D’Avenia


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