Nel fabuloso mondo del cinema può capitare che dopo anni e anni di oblio all’improvviso si facciano due film molto simili: quest’anno è giunto il momento d’oro di Biancaneve, favola da modernizzare nel 2012. La Biancaneve appena uscita in sala, in originale “Mirror Mirror”, sembrerebbe avere già qualche marcia in più rispetto all’avversaria omonima che uscirà a luglio (Biancaneve e il cacciatore), a cominciare dai magnifici e sfavillanti costumi di Eiko Ishioka, la famosissima costumista da poco deceduta che curò addirittura il Dracula di Coppola!
Biancaneve sfodera una confezione e una scenografia che sfiorano la perfezione, anche e soprattutto grazie al tocco personalissimo del regista indiano Tarsem, il quale riesce a conferire colori e battute brillanti a un immaginario che la Disney ci aveva abituato a concepire come cupo e, ammettiamolo, anche piuttosto angosciante…
Per quanto riguarda il cast, quale matrigna migliore della regina per eccellenza delle commedie romantiche, ovvero Julia Roberts? Anche la dolce Lily Collins fa la sua bella figura e anche i comprimari, tra cui il simpaticissimo Nathan Lane de “Un topolino sotto sfratto”. Qualche incertezza nella parte centrale della pellicola, che per il resto cerca di essere più anticonvenzionale possibile senza privare la fiaba dei suoi aspetti magici, ma soltanto di quelli classici e canonici, che vengono ridicolizzati o ribaltati all’interno del rinomato scontro generazionale femminile. Calcolando le non proprio emergenti qualità del baldanzoso principe (che tra l’altro viene facilmente messo ko dai nanetti) ora tocca a Biancaneve, novella pricipessa guerriera, prendere coraggio e cercare di cambiare il triste destino del regno, condannato a patire la fame a causa delle dispendiose feste feste e vanità di regina & co: non so perché ma ho come un triste dejavu ai giorni nostri…