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Cenerentola – E lo chiamavano «sesso debole».

Creato il 12 marzo 2015 da Oggialcinemanet @oggialcinema

commento di Valeria Ventrella

Summary:

I sogni son desideri chiusi in fondo al cuor” cantava ben sessantacinque anni fa Cenerentola nel celebre cartoon divenuto un blockbuster ante litteram grazie al genio e al coraggio di Walt Disney che investì nel film una cifra che avrebbe potuto far fallire gli studi e invece li consegnò al trionfo. Nel 2015 evidentemente a quel sogno si crede ancora. In casa Disney hanno infatti deciso di portare in sala i classici animati di un tempo con Cenerentola prossimo titolo della Major. Cinderella vedrà Kenneth Branagh alla regia e Chris Weitz in cabina di scrittura, con Lily James, Richard Madden, Cate Blanchett ed Helena Bonham Carter protagonisti. A confermare la tendenza che le favole funzionano ancora ma non sono più appannaggio dell’animazione bensì del live action (meglio se con molta azione e possibilmente virati verso atmosfere gotiche).


Così, dopo la doppia Biancaneve (quella in forma di commedia di Lily Collins e Julia Roberts e quella decisamente più dark e riuscita di Kristen Stewart e Charlize Theron) e la Malefica di Angelina Jolie (terzo incasso dell’anno in Usa e miglior risultato di sempre della Jolie) molte altre eroine Disney escono dal disegno e il confronto carta – carne e ossa diventa inevitabile.
Il 12 marzo avremo la Cenerentola di Kenneth Branagh con l’attrice di Downton Abbey Lily James nei panni dell’orfanella che sogna il principe azzurro. L’autorevole matrigna ha i lineamenti di Cate Blanchett. Duri quel tanto che basta per fare di lei il polo attrattivo della pellicola in uscita, ultima in linea temporale a cambiare le regole dei più tradizionali giochi. La zucca, la scarpetta e i topolini, gli ingredienti della storia ci sono tutti. La sensazione è che il regista inglese sia stato molto fedele all’iconografia disneyana: c’è il vestito celeste, la scarpetta di cristallo, i rintocchi della mezzanotte, la zucca che diventa cocchio e i topolini. C’è l’abito (rosa) strappato, le sorellastre, la matrigna e naturalmente la madrina, forse il personaggio che più si discosta dall’originale cartoon. E’ Helena Bonham Carter il cui aspetto esteriore oscilla tra la mostruosità della strega e l’esuberanza di una fata tutta boccoli d’oro e tulle argentato. E poi naturalmente c’è il principe interpretato da Richard Madden, reduce dal grande successo tv de Il trono di spade. “E’ impossibile pensare a Cenerentola senza ricorrere a Disney e alla sue immagini senza tempo con le quali siamo cresciuti, momenti irresistibili per un cineasta” aveva dichiarato Branagh all’inizio della lavorazione del film. E la sensazione, ma sarà solo il film a confermarlo o a smentirlo, è che a quell’immaginario Branagh si sia piegato diligentemente. Quello che colpisce incredibilmente di queste favole in stile revival è l’importanza del ruolo della cattiva, della strega, della matrigna, appannaggio di icone che hanno ben più carattere e valenza delle candide protagoniste. Cate Blanchett si unisce alla perfida schiera di antieroine disneyane in carne, ossa e platform come matrigna cattiva di Cenerentola. Laddove un tempo a sostenere i classici Disney non vi erano che eroine buone, dotate di una voce così vellutata da indurre al silenzio persino gli usignoli, troppo stereotipate, tutte belle e ben vestite, in alcuni casi non proprio sveglissime e in altri decisamente antipatiche, ora ci sono mostri di cattiveria mistificati dietro i visi più belli che Hollywood abbia mai plasmato. Proprio per questo connubio di potere e malvagità, affascinano. Sin da bambine, senza rendercene conto, siamo cresciute con l’idea del lieto fine. Altro che mela avvelenata: i bocconi che abbiamo mandato giù sono stati ben più subdoli. Nessuno all’epoca ha specificato che i fatti, le persone, i colpi di fortuna, non sono realmente accaduti e sono frutto di una fervida immaginazione che non trova riscontro oggettivo nella realtà. Nessuno ci ha stroncato al momento, informandoci che la vita è tutta un’altra storia. Ci hanno lasciato agonizzare per anni. Non solo ci hanno illuse che il grande amore arriva a cavallo, ma ci hanno fatto credere che è necessario ispirarsi alle scialbe protagoniste piuttosto che mirare alla tenacia dell’antagonista. Come no. Solo oggi, con una nuova coscienza e anni di esperienza, possiamo affermare con coraggio, meglio la strega che Biancaneve. Tra mele avvelenate e sortilegi, furti di cuccioli dalmata e spietate condanne a morte, sono il prototipo della cattiveria, la personificazione del male, ma sono loro ad insegnarci le vere regole del gioco. In onore della malvagia villain, rispolveriamo l’allure eccentrica e affascinante, di tutte le cattive Disney alle quali oggi potersi ispirare. Tenendo a mente che nella vita come nei film, sono le cattive ad avere il più alto tasso di fascino.

Glenn Close. Era il 1996 e la sua interpretazione nei panni di Crudelia Demon ne La Carica dei 101, donna disposta a scuoiare cuccioli di dalmata per indossare pellicce d’og couture valse alla Disney un incasso di 136 milioni di dollari e una nomination ai Golden Globe. Spericolata regina della moda.

Helena Bonham-Carter. Quasi irriconoscibile nei panni della macrocefala Regina Rossa di Alice in Wonderland, un grande successo firmato Tim Burton nel 2010, valso al box office americano 1,025,467,110 $ e il 17° posto nella classifica dei film più redditizi della storia. Boss bellicoso al grido di donne al potere.

Julia Roberts. Anche lei cattiva nei panni della Regina di Biancaneve, seriamente determinata ad uccidere la ragazzina pur di mantenere il titolo di più bella del reame. Il film, uscito nel 2012, ha incassato 63 milioni di dollari solo in territorio americano. La più divertente del reame. Perché l’ironia, udite udite, è l’arma più tagliente.

Charlize Theron. La meravigliosa Regina Cattiva di Biancaneve e il Cacciatore, uscito nel 2012 per rimarcare la rivalità tra 01 Distribution e Universal, ha battuto la Roberts assicurando alla pellicola un incasso di 152 milioni di dollari solo negli Usa. Dark Lady. In Christian Dior.

Angelina Jolie. Zigomi a punta, labbra come il fuoco e occhi cerulei, Angelina Jolie è perfetta per dare vita alla Malefica de La Bella Addormentata nel Bosco. Non per niente, Maleficent (2014) ha raggiunto la soglia dei 238 milioni di dollari incassati solo negli Stati Uniti. Sublime icona appena uscita da una vecchia ed indimenticabile sfilata del grande stilista Alexander McQueen.

Cate Blanchett. Sarà lei, l’eterea Cate Blanchett, a dare nuova vita a Lady Tremaine, più nota come la matrigna cattiva di Cenerentola, nella pellicola firmata da Kenneth Branagh e pronta a debuttare nelle sale italiane il prossimo 12 marzo. Arguta arrampicatrice sociale.

di Valeria Ventrella per Oggialcinema.net






Cenerentola – E lo chiamavano «sesso debole». ultima modifica: 2015-03-12T11:48:01+00:00 da Redazione

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