[Questa recensione contiene spoilers]
Non so perché, ma mentre mi accingo a scrivere di Biancaneve e il Cacciatore, di Rupert Sanders, ho in testa Giuseppe Verdi.
Ma lasciamo che sia. Vado in cerca di curiosità su questo film, perché c’è la scena del cervo che non mi torna, la vedremo più in là, e trovo questo:
During filming Kristen Stewart accidentally punched co-star Chris Hemsworth in the face giving him a black eye.
Durante le riprese, Kristen Stewart ha colpito accidentalmente il co-protagonista Chris Hemsworth sul viso, facendogli un occhio nero.
Minchia.
E poi, leggo ancora, e scopro che sul set la Stewart s’è infortunata a più riprese, gomito, spalla, piede. Come si muoveva erano danni. Tant’è che di Charlize Theron, che è la sola che si guadagna la pagnotta, convinta che, qualunque sia il film, si debba comunque dare l’anima al personaggio, non si dice nulla. Eppure mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa riguardo i vestiti, l’invecchiamento, il fatto che mangi i cuoricini dei passerotti… *__*
Insomma, è una regina cattiva, la più bella del reame. Glielo dice uno specchio liquido. Mah…
Comunque, tre cose non mi tornano:
1) il fatto che Kristen Stewart sia più bella di Charlize Theron (ma qui c’è il trucco, una di quelle mosse geniali di una regia sorniona, giuro; oppure è colpa del doppiaggio italiano che ha alterato alcune frasi, non so)
2) il dio-cervo, sottaciuto da qualunque altra recensione abbia letto
3) la situazione pupù, che tanto rammenta la situazione Bonnie di tarantiniana memoria
***
La cosa che rimane impressa di questo film sono gli incisivi di Kristen Stewart. Cioè, io sono uno di quelli che la vede e non rivede automaticamente le nefandezze di Tuailait. Mi sta pure simpatica. Però, qui, sarà la fotografia particolare che esalta il chiaro-scuro, gli incisivi di Kristen sono due fari nella notte. A qualunque ora, a qualunque luce, ti abbagliano.
Regia sapiente, dicevo, oppure sfottente. Si decide di mettere a confronto la Stewart con la Theron. A parte il metro e mezzo di staura di differenza, cioè, non c’è partita.
Pure scheletrica, vecchia e laida (come mi piace quest’aggettivo, ultimamente! XD), la Theron è al quintessenza del bello. Impossibile che la Stewart sia destinata a superarla. La natura è stata beffarda, ma ancor più il regista.
Vi dicevo del gioco di parole, alla fine viene detta una frase (perdonatemi, non ricordo le esatte parole), che si riferisce all’incantesimo della Regina Cattiva, che suona pressappoco così: “ciò che dal sangue della più bella è iniziato (il sangue di una fanciulla che ha dato il via all’incantesimo), dal sangue della più bella sarà terminato”. E qui state pensando al sangue di Biancaneve… e invece no, perché l’unico sangue che scorre, alla fine, è quello della Regina.
Dichiarazione di resa senza precedenti. Charlize è la più bella e il sangue che termina il tutto è il suo.
Dite che c’è dell’intento malefico? Secondo me, sì…
Biancaneve e il Dio-Cervo
Il Dio-Cervo de La Principessa Mononoke
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Secondo punto, il Dio-Cervo.
Prima ho fatto una breve ricerca sulla figura del cervo nella mitologia. Magari mi sbagliavo. E invece, pare di no.
A un certo punto, Biancaneve, il Cacciatore e i Nani si addentrano in una foresta fatata nel tentativo di sfuggire alle orde di guerrieri della regina (quattro, di numero).
Giuro, vedendo questo paesaggio bucolico, uccellini, insetti, fatine svolazzanti, testuggini sul cui guscio crescono muschi e licheni, ho pensato: cazzo, questa è bella come la foresta del dio-cervo di Miyazaki!
Immaginate lo stupore che mi ha fatto ribaltare dalla sedia quando, dopo neanche cinque minuti, Biancaneve si allontana sola soletta nel bosco e incontra… il dio-cervo.
È lui, a parte il volto umano e il pelo bianco, è il fottuto dio-cervo della Principessa Mononoke. Ci sono pure i folletti dispettosi, solo che i Kodama sono molto, molto più belli.
I Nani (sì, sono solo sei, il settimo è nascosto a destra, non si riesce a trovare una foto decente)
***
Punto tre, la pupù.
Immaginate dei nani, che fanno cose da nani. Sono dei veri duri, a parte che uno di loro si chiama Gus, come Van Sant e che un altro dichiara, in un impeto pulp: “Mi diverto a uccidere le ragazze”.
Immaginate questi tizi che s’introducono nella fortezza della Regina Cattiva dalle fogne, onde sollevare il cancello che permetterà a Biancaneve e al suo manipolo di cavalieri arturiani (la galoppata pare uscita dritta dritta da Excalibur di Boorman, senza le note dei Carmina Burana di Orff, però), immaginate quindi di vederli strisciare lungo un fiume di merda, sì, proprio dimmerda e sentire uno di loro, cazzuto, duro, pulp, che fa e dice cose da gangsta-dwarf, che esclama garrulo: “Siamo finiti nella pupù!”
Siamo.
Finiti.
Nella.
Pupù.
Vedete prima il lampo, e poi venite travolti dall’onda d’urto dell’esplosione nucleare.
Pupù.
Pupù.
Ah, d’accordo. È una fiaba. E nelle fiabe non si dice “merda”, ma “pupù”. E riguardo a questo, non so se sia colpa del doppiaggio (o merito?) o sia proprio il testo orginale.
Charlize...
***
Che poi, scenografie da urlo. Perché non dirlo? Il bosco oscuro, o come cacchio si chiama, è bellissimo, coi suoi alberi morti.
Altra cosa apprezzabile è Hemsworth, e non perché la sua interpretazione faccia faville, ma perché, almeno, è un uomo. E intendo un vero uomo, provvisto di vera barba. Lontano dalla schiera di bambocci depilati che di solito fiancheggia la Stewart.
E, soprattutto, ho apprezzato il rapporto tra i due protagonisti che si chiude in un nulla di fatto. Epico. Era dal 1986, Grosso Guaio a Chinatown, che un non-bacio superava, in tensione sessuale, tutti i falsi baci del romanticismo fentasy.
I momenti essenziali della favola, la mela, il bacio, etc… ci sono e sono stati riletti con gusto.
Femminismo in Biancaneve? Sì, certo, se al posto della mela ti mangi il peyote. Lei che freme ogni volta che incontra lo sguardo del Cacciatore e due nobili che la stanno a sentire quando lei urla “Chi di voi sarà mio fratello!?” non è proprio l’idea di femminismo che ho io, e magari neanche quella delle femministe.
E soprattutto, non c’è alcuna volontà politica. Fuori la politica dalle favole, per la miseria!
E a proposito… La Regina Ravenna (Conosciamo il suo nome! Questo genera empatia! – cit.) e tutte le sue scene sono bellerrime.
La Theron recita davvero, magnifica, rispettosa, stupenda, fa il suo lavoro, e si magna non solo i cuori dei passerotti, ma tutto il film, la scenografia, gli attori. E perisce del suo stesso sangue. Agli altri solo la pupù.
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