Biancaneve e il Cacciatore
di Rupert Sanders
USA 2012
Mi pare del tutto inutile scrivere una sinossi della fiaba di Biancaneve, qui riproposta in modalità adulta e gotica. Così come lo erano le fiabe prima della rivoluzione disneyana: cupe e orrorifiche. Proprio per questo trovo risibili le critiche mosse da alcuni recensori, che se la prendono con la nuova moda americana di rivisitare le favole con tonalità dark. Piaccia o meno, ma si tratta di un semplice ritorno alle origini.
Biancaneve e il Cacciatore è a tutti gli effetti un film fantasy ben realizzato, che forse non entrerà nella storia del cinema ma che si può godere senza grandi patemi d’animo. Pur sapendo di rischiare una fatwa dei puristi e degli inconsolabili vedovi del cinema vintage, affermo a ragion veduta che un film del genere vale senz’altro di più dei tristissimi fantasy degli anni ’80, di cui si salvano davvero una manciata di titoli (i due Conan, Excalibur, poco altro).
Dopo essermi fatto nuovi amici, vediamo di razionalizzare un po’ questa mia recensione.
Innanzitutto due parole sul lato estetico della pellicola: ottimo. Ottimo il castello della regina Ravenna, fantastica la Foresta Oscura, incantevole il Santuario delle fate. Un sano e consapevole uso della CGI ha -una volta tanto- prodotto un risultato degno di nota.
Idem per la magia della Regina, che a conti fatti risulta una delle incantatrici meglio caratterizzate della storia del cinema. Gran merito di una Charlize Theron di diverse spanne superiore al resto del cast, ma anche di un “arsenale magico” reso con la dovuta bravura da parte della produzione. Dalla trasformazione in uno stormo di corvi, allo specchio delle brame, dal risucchio energetico alla metamorfosi ingannatrice: un scelta perfetta di sortilegi che per una volta rende davvero l’idea della potenza di un’incantrice esperta e astuta.
Spendo una buona parola per la tanto vituperata Kristen Stewart. Sebbene sia poca roba nei confronti di un’immensa Charlize, la giovane attrice non è certo la cagna incapace di recitare che viene descritta su molti blog. Certo, ha un’espressività limitata, sembra geneticamente incapace di fare un sorriso convincente, eppure ha un certo talento per le scene drammatiche (parola grossa) e non è inadatta al ruolo di Biancaneve, una ragazzina segregata per anni in una torre lercia e umida, del tutto avulsa ai rapporti sociali e alle “cose del mondo”. E poi Biancaneve non deve essere particolarmente simpatica, semmai “virginale” (io l’ho sempre intesa così): in quest’ottica la Stewart è adatta al ruolo, specialmente nelle scene in cui viene ripresa da lontano. Un’icona, insomma, più che un personaggio tridimensionale.
Il Cacciatore, Hemsworth/Thor, è un buon comprimario, fortunatamente lontano dall’archetipo moderno dell’eroe maschile. Ossia non è né femmineo né adolescenziale, né senza macchia né con una monoespressione da modello metrosexual. Il Cacciatore è nerboruto, sporco, piuttosto ignorante, e alcolizzato. Insomma: mi piace.
Il resto del cast, sette nani in primis, riempiono la storia e non risultano fuori ruolo, sebbene risultino meno incisivi di quanto accade nella fiaba dei Grimm.
Ribadisco: Biancaneve e il Cacciatore è un buon film fantasy, impreziosito da una Theron come al solito eccelsa. Ridicole le critiche preventive dovute alla presenza della Stewart, che si porta appresso l’onta di aver recitato in quella porcata di Twilight. Occorrerebbe però avere la sufficiente lucidità mentale per giudicare ogni pellicola senza partire da pregiudizi di maniera. Ma se proprio non ce la fate, cavoli vostri.
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