Biancaneve e il cacciatore si distanzia notevolmente dalla favola originale di riferimento e, oltre a prendere a più riprese differenti direzioni nello sviluppo narrativo, rende la figura di Biancaneve più mascolina e determinata e le ossessioni della regina cattiva assai più dark e dai connotati marcatamente patologici. In questo contesto, se Charlize Theron riesce a dare corpo con intensità alla perfida Ravenna, Kristen Stewart non convince fino in fondo nei panni di Biancaneve, risultando in particolare poco credibile nell’ultima parte in cui è chiamata a interpretare un’eroina decisa, aggressiva e carismatica. Buona invece la prova di Chris Hemsworth nel ruolo del cacciatore dal tormentato passato. Sceneggiata dall’esordiente Even Daugherty in collaborazione con John Lee Hancock (Un mondo perfetto, Mezzogiorno nel giardino del bene e del male, The Blind Side) e Hossein Amini (Drive), la pellicola, pur con una buona dose di retorica che fortunatamente non sfocia mai in forme eccessive, intrattiene con mestiere lo spettatore, scontando però un po' di stanchezza nella parte centrale ambientata nella foresta (in fondo meno interessante anche sul piano visivo). L’esperto David Koepp sta già preparando la sceneggiatura di un seguito che, morta la regina cattiva e ristabilita la pace nel regno con l’incoronazione di Biancaneve, non potrà più avere in alcun modo come riferimento la fiaba dei fratelli Grimm, né contare sul fascino e il magnetismo di un’attrice come Charlize Theron. Da notare infine la canzone che accompagna i titoli di coda (Breath of Life) dell'ottimo gruppo indie-rock Florence + The Machine.
Pubblicato su cinemartmagazine