La zona vinicola
La zona vinicola del Metauro abbraccia una quindicina di comuni delle Marche settentrionali, con punti di riferimento quali Fano sulla costa fino all'interno con Urbino. Un tipo di territorio variegato dunque, prevalentemente collinare con una influenza mediterranea sulla costa e continentale nella sua parte interna. La morfologia del territorio vede una serie di colline che dalla fase pedemontana, alle pendici degli Appennini, degrada lentamente verso il mare con una serie di valli scavate da corsi d'acqua che girano tutte verso la stessa direzione, proteggendo in questo modo le vigne dai venti montani, ma non da quelli marini spesso spiranti dai Balcani.
La geologia della zona vede dei conglomerati della Successione Umbro-marchigiana affiorati in ultimo nel Pliocene. Più anticamente vi sono le formazioni di Schlier di marne biancastre con strati superiori grigi, che salendo aumentano i contenuti di argilla. Alto anche il contenuto calcareo. La stratificazione vede ancora formazioni messiniane in particolare di gessi e colombacci. Uno strato consistente è quello Gessoso Solfiera di Tripoli con numerosi resti ittici e vegetali fossili.qui si trovano marne siltose, diatomiti biancastre. Tutte con forte presenza fossile ittica, come spugne e conchiglie , in quanto qui vi era prima il fondale marino dell'antico Tetide, il mare preesistente al Mediterraneo. In particolare le colline oggi dolci erano parte del litorale, per questo vi si trovano sia resti vegetali che ittici. Nella formazione a Colombacci invece il tema dominante è l'arenacea, su cui vi sono depositi argillosi e sabbiosi, con vari tipi di argille, marnose azzurre siltose ad esempio, o alcune sabbiose. Vi sono poi strati più recenti sabbiosi. Questa geologia del territorio si confà ad uve adattabili, che possono sia sopportare che essere neutre all'umidità ad esempio, in parte drenata dalla sabbia e in parte trattenuta dall'argilla.
Il clima segue l'andamento morfologico, là dove nella zona costiera di Fano si presenta come mite e temperato nella sua classica caratteristica mediterranea, mentre verso l'interno si viene a sentire il carattere continentale degli Appennini che qui superano abbondantemente i 1000 metri.
I vitigni bianchi
Il vitigno che viene usato per questa denominazione è chiaramente il Bianchello, detto anche Biancame, a cui si può aggiungere una bassissima percentuale di Malvasia Toscana.
Il Bianchello o Biancame o Greco Bianco, anche se non se ne conosce l'origine con certezza, potrebbe essere un clone dell'antico Greco, diffuso nel sud e nel centro Italia. Lo si trova in particolare in Romagna, nell'area riminese, e a sud di quest'area appunto nella zona del Metauro dove dà origine a questa denominazione. Lo si trova quindi in tutta la provincia di Pesaro e Urbino, come vitigno da vinificare in purezza. Si presenta con grandi grappoli compatti di foma conico-cilindrica, quasi sempre alati. I chicchi sono medi e perfettamente sferici, gialli e dalle bucce molto fini. Si presenta vigoroso e tardivo, tanto da maturare nelle prime due settimane di ottobre.
I vini sono freschi e delicati, facilmente beverini. Il colore è un paglierino leggero a riflessi verdolini, mentre al naso spicca la delicatezza e la leggerezza del tiglio e dei prati. Il palato è semplice e armonico, leggiadro per un vino da bere presto. Abbinamenti molto variegati, dalle verdure delicate ai risotti in bianco. Bene con il pesce di lago delicato.
Il Bianchello di Metauro DOC
La Denominazione di Origine Controllata Bianchello del Metauro nasce il 2 aprile del 1969 per autorizzare la produzione di vini bianchi anche nelle tipologie superiore, spumante e passito, a partire da una base ampelografica che vede l'impiego del 95% minimo di Bianchello o Biancame a volte tagliato con un 5% di Malvasia Toscana.
La zona vede coinvolti più di quindici comuni della provincia di Pesaro e Urbino, a partire dal litorale costiero fino all'interno pedemontano appenninico del comune di Urbino.
Le uve devono produrre al massimo 14 tonnellate per ettaro per il bianco generico, lo spumante e il passito e 11 per il Superiore. Le gradazioni alcoliche minime naturali sono invece di 11,00% vol per il generico e il passito, di 9,00% vol per lo spumante e di 11,50 per il Superiore. Anche altri comuni del pesarese possono essere coinvolti nella vinificazione, quali Pesaro, Mondolfo, Monteporzio, Mondavio, San Lorenzo in Campo, Pergola, S. Angelo in Lizzola, Mombaroccio e Monteciccardo.
Le uve destinate al Passito devono subire l'appassimento fino al 30 marzo e la vinificazione dopo 1° novembre. La commercializzazione poi non deve avvenire prima del 1° dicembre.
Il Bianchello Del Metauro ha colore giallo paglierino con profumi delicati in tutte le versioni.
Bianchello del Maturo : I produttori
Tra i produttori spicca Guerrieri, con il suo Bianchello del Maturo Celso di buona fattura e lavorato in criomacerazione sulle fecce. Fragrante il profumo con fiori bianchi e frutti esotici da bella stagione. Chiude con mandorla ed erbe campestri. La bocca è fresca e sapida, per i maccheroncini alla rana pescatrice.
Buono anche il Bianchello del Maturo Borgo Torre di Claudio Morelli, sempre con fiori bianchi e ginestra, pesca e fieno, salmastro ed agrumato. Palato strutturato per un finale tutto di mandorle sapide.