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Biblioteche, mediateche e libri.

Creato il 06 settembre 2012 da Giovannipaoloferrari
Questo post è frutto di una discussione che ho avuto in privato qualche settimana fa con un membro della pagina di SD e che ripropongo, perché dopo le serate di "Street Art" sembra che l'argomento sia diventato di grande attualità. Ringrazio il membro di SD per l'opportunità che mi ha dato di scrivere e discutere di tematiche che a me stanno molto a cuore.  I buchi nell'acqua sono stati fatti in passato quando a Sapri furono designati come luogo per la biblioteca comunale i locali nei pressi del campo sportivo. Luoghi periferici ed inospitali: il contrario di quelli che dovrebbero essere destinati ad ospitare una biblioteca. Inoltre, fin dall'inizio, l'iniziativa fu presa sottogamba come qualcosa che doveva essere fatto per forza di cose: perché, secondo la vulgata comune, in ogni Comune (o quasi) esiste una biblioteca comunale, ma - in realtà - é un orpello inutile e dispendioso per le casse comunali che, solitamente, non frequenta nessuno. Infatti la biblioteca comunale non ha mai funzionato realmente e i pochi volumi (alcune centinaia), che erano conservati in quello stabile, a quest'ora saranno, per lo più, carta da macero. Inoltre, una biblioteca è importante, oggi come ieri, se funge da luogo di incontro, di aggregazione, di condivisione di saperi e di arricchimento reciproco; altrimenti diventa un non-luogo: non abitato, non vissuto, senz'anima. Com'é da anni, del resto, la presunta biblioteca in questione utilizzata per altri scopi lontani anni luce dal fine principale. Vorrei, perciò, introdurre un nuovo progetto per Sapri: una mediateca. Oggi non basta una biblioteca! Quello che ho ritenuto sempre importante è leggere, soprattutto in un Paese, l'Italia, dove si legge pochissimo. Non importa, dunque, il mezzo che si utilizza per farlo: l'importante è leggere e avere la possibilità di sviluppare un senso critico delle cose e una propria visione del mondo e dell'esistenza. Vengo al dunque: ormai il mercato dell'editoria è tenuto in vita da chi non ha la possibilità di collegarsi ad Internet, dai nostalgici o da chi ignora il fatto che qualsiasi volume pubblicato si può trovare in formato digitale in rete gratuitamente o per pochi euro. Ognuno di noi, quindi, può scaricare il romanzo o il saggio che vuole e può decidere di leggerlo in formato digitale sullo screen di qualche apparecchio informatico oppure stamparlo in proprio. Perciò luoghi come la biblioteca o la scuola, oggi, cambiano valenza e, potremmo dire, anche destinazione d'uso. Non sono più i luoghi deputati dove conservare e custodire il sapere, la conoscenza rappresentati dal libro (in questo caso non solo mezzo, ma, soprattutto, feticcio); ma diventano i luoghi dell'orientamento culturale: tutti sappiamo leggere e scrivere, ma quasi nessuno, quando rivolge lo sguardo ad uno scaffale zeppo di libri in una libreria, sa già cosa scegliere e sa districarsi tra i mille titoli ed autori. Ecco dove risiede, oggigiorno, l'importanza di un luogo come una mediateca, che diversamente da una semplice biblioteca, anche nel piccolo di una cittadina come Sapri, potrà offrire diversi e differenziati servizi permettendo al cittadino che ne usufruirà di trascorrervi ore se non l'intera giornata.  Cerco di fare chiarezza su alcuni punti: 1) Biblioteca e mediateca non sono due luoghi distinti, ma nella mediateca, che è la versione postmoderna o contemporanea, se si vuole definirla come tale, della biblioteca, naturalmente, coesiste quest'ultima; 2) chiamo i libri feticci perché è la definizione di quello che sono se sono oggetto di idolatria: semplici oggetti che, in alcuni casi, diventano oggetto di idolatria per alcuni; 3) bisogna che si inizi a diffondere un reale senso civico e una vera sensibilità ecologista legata, finalmente, alla critica dei consumi e non, com'è accaduto fino ad ora, ad un perbenismo di sorta. Mi spiego meglio: ci lamentiamo dei mozziconi di sigaretta lasciati in spiaggia da persone incivili e poco educate: giustissimo! Ma, allo stesso tempo, continuiamo ad acquistare libri di migliaia di pagine, che, spesso, come capita nelle case degli italiani, fungono da semplice arredo di interni. Questo porta al fenomeno della deforestazione che, conseguentemente, arreca un grave danno all'ambiente; 4) mi ripeto: il mercato dell'editoria è al tramonto e stiamo assistendo ai suoi strascichi, ai suoi ultimi sussulti: nel 2012, negli USA, la vendita di e-book ha superato per la prima volta la vendita di libri cartacei; 5) in un futuro estremamente prossimo saranno stampate solo le copie necessarie a fornire le biblioteche dei volumi di nuova pubblicazione per custodire e conservare anche alcune copie cartacee oltre che digitali; 6) il problema del passaggio dalla carta al digitale è una questione prettamente generazionale: il fastidio che si prova a leggere un romanzo sul PC o su un tablet non é avvertito dalle nuove generazioni avvezze, fin dai primi anni di vita, a destreggiarsi con le nuove tecnologie. Come, del resto, non avvertiranno alcun sentimento di natura nostalgica nei confronti dell'oggetto-feticcio "libro"; 6) non si tratta di lasciare la libertà di scelta all'individuo in quanto tale: acquistare o meno un libro. Ma si tratta di optare per la sopravvivenza del nostro ecosistema e per la responsabilità nei confronti delle future generazioni; 7) avete mai trascorso un'intera giornata in una biblioteca? Se la risposta e si, si pensi che la mediateca è anche una biblioteca cioè contiene una larga offerta di libri cartacei catalogati consultabili al momento o in prestito oltre a contenere una vasta scelta di video e musica su vari supporti, sale lettura ed essere coperta da wi-fi gratuito per tutto il giorno. Il problema da me sollevato - quindi, senza voler fare nessuna lezioncina o indirizzare nessuno (non è mia intenzione farlo) - é di altra natura. Sto cercando di discutere di responsabilità nei confronti delle future generazioni: la realtà, quella che viviamo, ci offre, oggi, l'accesso al sapere quasi in maniera gratuita e illimitata grazie a Internet. Però noi continuiamo ad alimentare un mercato agonizzante come quello dell'editoria che reca ogni anno più danni delle emissioni di Co2 causate dalla combustione di fonti di energia fossili e non rinnovabili. Il fenomeno della deforestazione ha un impatto sul nostro ecosistema che, purtroppo, non riusciamo nemmeno ad immaginare. Tre sono le grosse produzioni causa della deforestazione: 1) la produzione di gomma; 2) la produzione di legname per vari scopi; 3) la produzione di carta. Allora sapete spiegarmi perché in un mondo che ci offre un'alternativa molto più economica e, spesso, gratuita (per le nostre tasche) alla deforestazione dobbiamo continuare ad alimentare l'industria dell'editoria per una semplice soddisfazione edonistica ed egoistica? Ho avuto la fortuna di crescere tra i libri, grazie a mio padre che era un grande lettore e ho amato profondamente il "libro" come mezzo di trasmissione del sapere e di conoscenza e non solo. La mia libreria di famiglia, ad oggi, conta circa 20.000 volumi e, a mia volta, sono stato un ottimo cliente delle librerie in passato. Ma sono anni che ho smesso di acquistare libri: da quando ho avuto l'opportunità di scaricare gratuitamente gli e-book. Oggi custodisco più volumi nel mio hard disk che nella mia libreria! Si pensi che per avere la stessa quantità di libri che ho, in formato e-book, sul PC, avrei dovuto comprare per lo meno altri 20.000 volumi. Beh, potete trarre da soli le dovute conclusioni! Prima dell'invenzione della stampa la cultura era veicolata dai potenti alla gente comune in altre maniere: attraverso la narrazione orale e attraverso le rappresentazioni delle arti figurative al servizio dei potenti. Il libro è andato a sostituire ed integrare queste forme espressive di comunicazione, avendo il grande merito di aver esteso la conoscenza ed il sapere ad una fetta consistente della popolazione (i ceti medi), quando precedentemente, queste ultime, erano sola prerogativa degli aristocratici e degli ecclesiastici. Oggi il libro, come oggetto, è sostituibile da un mezzo più potente, più economico e meno impattante, ma che soprattutto produce lo stesso valore e la stessa utilità sociale: l'e-book! Perché non dovremmo farlo? Un gruppo di lettura si può riunire per commentare un romanzo anche portando con sé, ognuno dei membri, un e-reader e leggendo direttamente dallo schermo. Il libro e il romanzo non sono la stessa cosa! Il libro è un oggetto, un medium, che nel caso di molti di noi - mi permetto di dirlo perché in passato la pensavo in questo modo - diventa un feticcio cioè viene idolatrato, divinizzato e, quindi, anziché dare valore al contenuto si da valore al mero oggetto. Il romanzo, d'altro canto, è l'anima, il contenuto, il valore che può essere veicolato attraverso alcuni mezzi non solo attraverso l'oggetto "libro" (si pensi anche agli audio book e non solo agli e-book). La differenza sostanziale è che il libro senza il romanzo è solo un involucro vuoto composto da pagine bianche; il romanzo senza libro produce cultura, che a sua volta può produrre conoscenza. Poi, se proprio non riesco a leggere dallo schermo posso stampare la mia copia fronte-retro attraverso la mia stampante, a casa mia: è lo stesso prodotto del libro che trovo in libreria! Uguale, ma estremamente più economico per le mie tasche e estremamente meno impattante per l'ambiente. Lo stesso discorso vale per l'acqua in bottiglia: mi spiegate perché se posso filtrare l'acqua dalle impurità a casa mia e l'acqua del rubinetto è potabile, per quale motivo dovrei acquistare l'acqua in bottiglia con grande spreco di plastica e produzione di rifiuti, nonché una spesa in più, non indifferente, per il mio portafogli? Mi scuso per le lungaggini, ma quando si parla di critica della società dei consumi (ed é di questo che si parla...) mi faccio prendere un po' la mano. Vi ringrazio per la vostra attenzione!

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