L’ex candidato presidenziale Andrej Sannikov, leader e co-fondatore del movimento per i diritti umani Chartja 97, e il suo stretto collaboratore Dmitrij Bondarenko sono stati liberati a poche ore di distanza l’uno dall’altro: lo ha annunciato il sito www.charter97.org, precisando che la scarcerazione è avvenuta dopo che il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha firmato un decreto di grazia. Andrej Sannikov stava scontando nel penitenziario di Vitsba-3, nel Nord-Est del Paese, una condanna a cinque anni di carcere duro inflittagli a maggio scorso aver organizzato manifestazioni contro le irregolarità nella rielezione a presidente dello stesso Lukashenko. In particolare, Sannikov era stato ritenuto colpevole di aver fomentato i violenti disordini esplosi la sera del 19 dicembre 2010 a Minsk tra i suoi sostenitori e la polizia. Il 58enne dissidente, in un breve scambio di battute con alcuni giornalisti che lo attendevano all’uscita del carcere, ha detto di stare bene e di essere ancora incredulo per la scarcerazione. Ha definito la sua liberazione come il risultato dell’enorme ondata di solidarietà che la sua vicenda ha ricevuto sia in patria che all’estero, soprattutto da Ue ed Usa, che subito dopo il suo arresto avevano imposto una sorta di embargo economico nei confronti di decine di funzionari e uomini d’affari bielorussi, nel tentativo di costringere il governo di Minsk a rilasciare Sannikov e gli altri prigionieri politici. Un gesto distensivo arrivato alla vigilia della Pasqua Ortodossa, da parte di un Lukashenko che sa quanto sia importante non chiudere definitivamente la porta all’Occidente, specie in un momento in cui la Bielorussia sta fronteggiando una grave crisi finanziaria. Non è da escludere che a questa svolta si sia giunti anche grazie alla mediazione di alcuni stati dell’Ue, come la Lituania, che aveva manifestato perplessità verso l’applicazione delle sanzioni a Minsk.
Questa mattina, invece, ha lasciato il carcere Dmitrij Bondarenko, che nel dicembre 2010 coordinava le attività del partito Bielorussia Europea, di cui Sannikov era candidato. Si trovava nel Centro di detenzione n°15 di Mogilev, al confine con la Russia, dove stava scontando una condanna a due anni di carcere. Bondarenko nell’settembre del 2010 aveva preso le redini della campagna elettorale di Sannikov, dopo l’improvvisa e misteriosa morte di Oleg Bjabenin, giornalista del sito www.charter97.org e braccio destro del candidato europeista, trovato impiccato nella sua casa di Minsk.