Il presidente Lukashenko conquista il quinto mandato consecutivo alle elezioni di ieri con circa l’84% dei consensi. L’opposizione lo accusa: “elezione farsa”.
“ Batka“, come è soprannominato il presidente bielorusso, ha ottenuto ieri alle elezioni l’83,49 % dei voti secondo quanto riportato dai dati ufficiali. Lukashenko è alla guida della Bielorussia dal 1994, quello ottenuto ieri è il suo quinto mandato consecutivo. Già da tempo il presidente è considerato dall’Ue come l’ultimo dittatore in Europa. Il risultato è stato subito contestato dall’opposizione: sono scesi in centinaia in piazza a contestare.
Il risultato ottenuto ieri supera quelli delle elezioni precedenti, nel 2010 infatti aveva vinto con il 79,65%. Il presidente aveva già previsto questi nuovi esiti quando aveva dichiarato alla vigilia che “sarebbe un brutto segno se ottenessi meno che nel 2010″. I suoi sfidanti sono rimasti sotto la quota del 5%: 4,42% per Tatiana Korotkevich, attivista del movimento di opposizione ‘Di’ la verità’, 3.32% per il leader del partito liberal-democratico Serghie Gaidukevich, e 1,67% per Nikolai Ulakhovich, presidente del partito patriottico.
L’opposizione è scesa in piazza a Minsk invitando a boicottare queste “elezioni farsa“, denunciando brogli e abusi, come la percentuale record del 36% di voti anticipati. “Boicottare la dittatura” e “Lukashenko vattene”, si leggeva negli striscioni e nei cartelloni. le forze dell’ordine hanno chiesto di lasciare la piazza,ma gli attivisti si sono opposti. un’attivista per i diritti umani ha fatto sapere “Protestiamo contro i brogli delle elezioni, abbiamo il diritto costituzionale di farlo”.
Sono arrivate critiche anche dal nuovo premio Nobel per la letteratura, la bielorussa Svetlana Alexievich, che ha definito Lukashenko ” un uomo non degno di fiducia” e ha denunciato quella che chiama ” una dittatura dolce”.
Il presidente ha comunicato dal seggio dove ha votato:
“Abbiamo fatto tutto quello che l’Occidente voleva alla vigilia delle elezioni. Se c’è il desiderio di migliorare le nostre relazioni, nessuno e nulla può impedirlo: ora la palla è saldamente nel campo europeo”
La posta in gioco in queste elezioni è il possibile riavvicinamento con l’Unione Europea. Sarà il giudizio degli osservatori Osce, riuniti oggi, a decidere il corso dei rapporti tra Bruxelles e Minsk.
M.E.