Biennale di Venezia – Venezia, 31 gennaio 2012 comunicato stampa - Il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta e composto da Giorgio Orsoni (Vicepresidente), Luca Zaia, Francesca Zaccariotto ed Emmanuele Francesco Maria Emanuele, si è riunito oggi nella sede di Ca’ Giustinian e ha proceduto alle nomine dei Direttori per i Settori Arti Visive, Musica, Teatro e Danza. Questi gli incarichi deliberati: Massimiliano Gioni è stato nominato a maggioranza Direttore del Settore Arti Visive con lo specifico incarico di curare la 55. Esposizione Internazionale d’Arte che si terrà nel 2013. Ivan Fedele è stato nominato Direttore del Settore Musica per il quadriennio 2012-2015. Àlex Rigola, già Direttore del Settore Teatro negli anni 2010-2011, è stato confermato per il biennio 2012-2013. Ismael Ivo, già Direttore del Settore Danza dal 2005 al 2011, è stato confermato per l’anno 2012 > biografie e informazioni >
Massimiliano Gioni (Busto Arsizio, 1973) è curatore e critico di arte contemporanea. Nel 2010 ha diretto 10.000 Lives, l’ottava Biennale d’Arte di Gwangju in Sud Corea essendone il più giovane direttore, nonché il primo europeo di questa biennale d’arte contemporanea; l’edizione da lui curata ha registrato un afflusso di 500mila visitatori. Ha curato la sezione “La Zona” per la 50. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. La sua esperienza come direttore artistico di biennali e mostre internazionali include l’organizzazione di Of Mice and Men – la quarta Biennale di Berlino (2006) e la quinta edizione della biennale d’arte itinerante Manifesta (2004). E’ Associate Director del New Museum di New York e Direttore Artistico della Fondazione Nicola Trussardi di Milano.
Ivan Fedele (Lecce, 1953), fra i migliori compositori del panorama contemporaneo, vanta anche un’imponente attività didattica nei più prestigiosi centri musicali di tutto il mondo: le università di Harvard e di Barcellona, la Sorbona e l’IRCAM di Parigi, le accademie Sibelius di Helsinki e Chopin di Varsavia, il Conservatorio di Musica Ciaikovskij di Mosca, il Centro Acanthes di Avignone, il CNSM di Lione e il CNR di Strasburgo, oltre ai Conservatori di Milano, Bologna e Torino. Ivan Fedele è stato incaricato di sviluppare per il prossimo quadriennio (2012-2015) anche attività didattico-formative e di ricerca al centro della Biennale College. Da laboratori di invenzione, pratica e produzione musicale, ad atélier di teatro musicale da camera, che favoriranno la collaborazione con gli altri settori dello spettacolo dal vivo, fino a studi sulle nuove tecnologie al fianco di maestri, con il contributo di istituzioni di fama.
Àlex Rigola proseguirà un ciclo di lavoro focalizzato sulle attività formative partendo proprio dal successo dell’esperienza 2010-2011. Nello scorso biennio, il regista catalano aveva centrato le aspirazioni della Biennale integrando un festival di grandi registi a un laboratorio internazionale di formazione e specializzazione che abbracciava tutti gli aspetti e la complessità del fare spettacolo (scenotecnica, illuminotecnica, drammaturgia, movimento…). La sperimentazione di questa nuova formula “festival-laboratorio” ha riportato Venezia al centro del dibattito sulle arti sceniche contemporanee non solo per la partecipazione della stampa nazionale e straniera, ma anche per la larga partecipazione di giovani, professionisti e appassionati.
A Ismael Ivo è stato chiesto di restare un altro anno con l’impegno di proseguire le attività dell’Arsenale della Danza avviate nel 2009, in modo da consentire quella continuità necessaria all’attività formativa del Settore, divenuta una realtà importante per il futuro della Biennale College. Lo stesso Ivo ha contribuito a rifondare e qualificare nei primi tre anni l’Arsenale della Danza attraverso programmi di scambio con istituzioni e accademie di rilievo internazionale, laboratori che hanno coinvolto altre discipline artistiche e spettacoli che hanno visto protagonisti i giovani danzatori dell’Arsenale della Danza. Il risultato maggiore per un’istituzione che si pone con responsabilità il problema del domani è stata l’assunzione di una danzatrice dell’Arsenale della Danza nella compagnia di Marie Chouinard e l’invito ad un altro danzatore a partecipare per due sessioni annuali consecutive alla scuola di Alvin Ailey di New York.
Ciascun Direttore è stato incaricato di svolgere, oltre alle attività espositive e di festival, in particolare anche le attività rientranti nella Biennale College. I programmi specifici di ogni singolo Settore verranno presentati in tempi brevi.
Al termine del CdA, il Presidente Paolo Baratta ha sottolineato come “la Biennale stia operando nel senso del pluralismo e della continuità. Per la Danza abbiamo chiesto a Ismael Ivo di restare un altro anno (il suo ottavo) dopo aver impostato e sviluppato in modo molto efficace l’Arsenale della Danza, che necessita di continuità organizzativa. Per il Teatro abbiamo confermato Àlex Rigola per completare con un secondo biennio un’esperienza anch’essa proficua, con la quale ha conciliato momenti di laboratorio e di spettacolo. Il CdA ha ringraziato Luca Francesconi per aver arricchito nel passato quadriennio della sua direzione artistica il Festival di Musica con invenzioni originali in spazi inediti coinvolgendo le diverse realtà di Venezia. E’ lieto di poter avviare per il Settore Musica un quadriennio con Ivan Fedele, compositore tra i più significativi del panorama contemporaneo, con l’incarico di sviluppare anche attività laboratoriali nell’ambito di Biennale College. Per le Arti Visive, dopo avere richiamato il successo dell’edizione di Bice Curiger, la Biennale ha voluto nominare con congruo anticipo il nuovo Direttore, e fra le possibili soluzioni in campo internazionale ha individuato in Massimiliano Gioni una personalità, giovane, che ha già accumulato importantissimi incarichi che egli ha svolto in modo da conquistare autorevolezza tra gli artisti e i critici di tutto il mondo”.
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Cenni biografici
Massimiliano Gioni (Busto Arsizio, 1973) è curatore e critico d’arte contemporanea.
Nel 2010 ha diretto la ottava Biennale d’Arte di Gwangiu in Sud Corea, essendone il più giovane direttore nonché il primo europeo. Da dicembre 2007 fa parte dello staff dei curatori del New Museum of Contemporary Art di New York, dove è Capo Curatore e Associate Director.
Curatore nel 2003 della sezione “La Zona” per la 50. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, nel 2004 è co-curatore della biennale di arte contemporanea itinerante Manifesta 5 e nel 2006 ha curato la 4. Biennale di Berlino con l’artista Maurizio Cattelan e la curatrice Ali Subotnick.
Dal 2003 è il direttore artistico della Fondazione Nicola Trussardi di Milano.
Nel corso della sua carriera si è occupato della realizzazione di molti progetti indipendenti: ha fondato la rivista Charley e aperto uno spazio espositivo non profit, la mini galleria itinerante Wrong Gallery, inizialmente allestita nel 2002 a New York e spostata nel 2005 alla Tate Modern di Londra.
Tra le mostre da lui curate si annoverano “Ostalgia”, “Urs Fischer. Marguerite De Ponty”, “The Generational” e “After Nature” al New Museum di New York e numerose mostre personali organizzate con la Fondazione Nicola Trussardi tra cui: “One of many” di Pawel Althamer, Arena Civica, Milano; “Still Life” di Tacita Dean, Palazzo Dugnani, Milano; “Altri fiori e altre domande” di Peter Fischli & David Weiss, Palazzo Litta, Milano; “My Religion is Kindness” di Paola Pivi, Stazione di Porta Genova, ex Magazzini, Milano; “Tino Sehgal”, Villa Reale, Milano.
Caporedattore di Flash Art a New York dal 2000 al 2002, ha collaborato con le riviste Artforum, Domus, Frieze, Parkett, Rolling Stone, Wired e con le case editrici Charta, Mondadori, Phaidon, Les Presses du Reel e Rizzoli.
Ivan Fedele (Lecce, 1953). Tra i suoi massimi estimatori c’è Pierre Boulez ed è in Francia che Ivan Fedele consolida la sua fama di compositore, la cui opera, a oggi, è ricca di un centinaio di titoli e comprende composizioni di ogni genere: opere orchestrali, per il teatro, elettroacustiche e di musica da camera. Senza ripudiare la lezione dei maestri delle avanguardie storiche, Fedele sembra attuarne le premesse, liberando la musica dal laboratorio e riportandola alla freschezza dell’ascolto, alla necessità e all’urgenza del confronto con gli interlocutori, interpreti e ascoltatori.
Dopo gli studi al Conservatorio di Milano e all’Accademia Santa Cecilia di Roma (ma studia anche filosofia all’Università degli Studi di Milano), a soli 28 anni vince il premio Gaudeamus (per il Primo Quartetto d’archi e Chiari per orchestra), che lo proietta sulla scena internazionale. Nel 1989, la sua composizione per orchestra Epos vince il Concorso G. Petrassi a Parma. Antigone, opera commissionata dal Teatro Comunale di Firenze per l’apertura del Maggio Musicale, è stata insignita del Premio Abbiati dell’Associazione Critici Musicali Italiani come migliore “novità assoluta” del 2007. Il Cd Animus Anima ha ricevuto lo “Choc de la Musique 2003″ dalla rivista “Le Monde de la Musique”, mentre a Maya è stato attribuito il “Coup de Coeur 2004″ dall’Académie Charles Cros e Mixtim ha vinto nel 2007 il Premio del DiscoAmadeus nella categoria contemporanea. Oltre ai numerosi lavori da camera, molte sono le composizioni per orchestra sola, con strumento concertante o sinfonico-vocali, di cui En archè e 33 noms (Commissione del Teatro La Scala di Milano) sono le più recenti.
La sua musica è stata diretta, tra gli altri, da Boulez, Eschenbach, Chung, Saalonen, Muti, Slatkin, Robertson, Kalitze, Wit, Valade e Rophè ed eseguita da orchestre e ensemble quali BBC, Radio di Berlino, Orchestra Sinfonica di Chicago, SWR di Stoccarda, National de France, National de Lyon, Orchestra Sinfonica di Varsavia, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Santa Cecilia, Ensemble Intercontemporain, London Sinfonietta, Klangforum Wien, ecc.
Nel 2000 è stato insignito dal Ministro della Cultura Francese dell’onorificenza di Chevalier de l’Ordre des Lettres et des Arts. Nel 2005 è nominato Membro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Nel 2007 il Ministero della Cultura Italiano gli ha assegnato la Cattedra di Composizione nell’ambito dei corsi di Perfezionamento in Studi Musicali presso la stessa Accademia.
Àlex Rigola (Barcellona, 1969). Firma la sua prima regia a 27 anni, affrontando un testo di Heiner Müller, La strada di Volokolamsk. Seguono: Kafka: Il processo (1997), Le Troiane di Euripide (1998), The water engine di David Mamet (1999, premio della critica per la miglior regia), tutti messi in scena per il Festival Sitges Teatre Internacional..
Nel 2000, oltre a Un cop baix di Richard Dresser, mette in scena Tito Andronico, che avvia la sua indagine shakespeariana, caratterizzata da radicali riscritture dei testi. Lo spettacolo è vincitore del premio per la giovane regia José Luis Alonso e nel 2001 il premio Butaca per il miglior spettacolo e la miglior regia. Nel 2001 mette in scena Suzuki I & II di Alexei Xipenko, Woyzeck di Georg Büchner, Le variazioni Goldberg di George Tabori. Del 2002 è il secondo appuntamento con Shakespeare, di cui mette in scena Giulio Cesare; segue Ubú di Alfred Jarry. Nel 2003 torna a Mamet con uno dei suoi più celebri testi, Glengarry Glen Ross e poi realizza Cançons d´amor i drog, di cui è anche autore insieme a P. Sales, A. Pla e J. Farrés, vincitore dell’Enderrock Price per il miglior spettacolo musicale. Nel 2004 affronta per la prima volta Brecht, con Santa Giovanna dei Macelli per il Festival Grec e l’anno successivo Riccardo III di Shakespeare per il Festival de Teatro Clásico de Almagro. Nel 2006 mette in scena un testo quasi di culto della drammaturgia contemporanea, La notte poco prima della foresta di B-M. Koltès e Lungo viaggio verso la notte di O’ Neill, che si aggiudica il premio Notodo. L’anno seguente è la volta di 2666, il romanzo incompiuto di Roberto Bolaño, destinato a raccogliere molti premi: quello della critica, l’International Terenci Moix Prize of Scenic Arts 2008, il premio Qwerty 2008 per il miglior adattamento da un romanzo e il Max 2009 Awards per il miglior spettacolo e la miglior scenografia. Un altro premio della critica andrà al successivo Rock’n’Roll di Tom Stoppard. I suoi ultimi lavori sono: Nixon-Frost di Peter Morgan (2009) e Tràgedia, ispirato a La nascita della tragedia di Nietzsche, messo in scena la scorsa estate per il Festival Grec di Barcellona.
Dal 2003 al 2011 è stato direttore del Teatre Lliure di Barcellona.
Ismael Ivo (San Paolo, 1955). Dal 2005 alla guida del Settore Danza della Biennale di Venezia, Ismael Ivo è coreografo, performer e danzatore. Gli esordi avvengono nella sua città d’origine, San Paolo del Brasile, dove vince ripetutamente il premio come miglior danzatore solista (1979, 1981, 1982); la scena internazionale gli si apre quando sbarca a New York nel 1983, chiamato da Alvin Ailey, creatore di un genere altamente spettacolare di danza che mescola classico, moderno, jazz e afro. Poi è la volta dell’Europa e di nuovi incontri: nel 1985 Ismael Ivo è a Berlino, dove collabora con il grande coreografo di teatrodanza Johann Kresnik (Phoenix, Mars, Francis Bacon, Othello) e con Ushhio Amagatsu, l’artista giapponese dei Sankai Juku, esperienze diverse che si fondono con le sue radici afro-brasiliane. Per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 2002, invitato da Carolyn Carlson, Ivo presenta con grande successo un assolo dedicato al fotografo Robert Mapplethorpe. Nello stesso anno crea con Márcia Haydée uno spettacolo dedicato a Maria Callas. Nel 2005 ha ricevuto per The Maids (con la regia di Yoshi Oida, l’attore feticcio di Peter Brook, e con Koffi Koko come partner) il prestigioso Time Out Award “for the most outstanding performance of the year”. A Venezia Ivo ha presentato molte delle sue ultime creazioni: Erendira, Illuminata, The Waste Land, Oxygen.
Inviato il 23 marzo a 19:48
Pino Boresta vivrà. Nuova performance-blitz dell’artista romano durante la conferenza stampa della Biennale. L’outsider per eccellenza rivendica ancora una volta la propria esistenza “I don’t give up”, urla a pieni polmoni Pino Boresta. E se c’è qualcosa che va riconosciuto all’artista romano, insieme a una rara genuinità, sono la tenacia e la convinzione con cui porta avanti la sua ricerca, da almeno un paio di decadi. Performer, situazionista (o “situazionauta” come ama definirsi), oltre che street artist ante litteram, Boresta è sbucato fuori dal pubblico della conferenza stampa della Biennale di Venezia, ieri a Roma, al grido di “Io vivrò”. Dopo aver provocatoriamente annunciato, con email, post su forum e pubblicità sui giornali, che si sarebbe tolto la vita se Gioni non l’avesse invitato alla mostra, ha invece a sorpresa deciso di riaffermare con forza la propria esistenza, la propria condizione di outsider, di irregolare, di allegro e consapevole disturbatore. La performance, interrotta dal servizio d’ordine come ogni blitz che si rispetti, si è chiusa con un forte applauso, mentre Paolo Baratta, presidente della Biennale, riprendeva la parola dicendo a Massimiliano Gioni: “pensavo fosse una delle tue trovate”… - Valentina Tanni
Qui ii video: http://www.youtube.com/watch?v=gDxYnZFyx_0
http://www.youtube.com/watch?v=uyUoEyubttc