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Big Bad Wolves ( 2013 )

Creato il 09 gennaio 2015 da Bradipo
Big Bad Wolves ( 2013 )Un insegnante è sospettato di pedofilia e di essere un serial killer di ragazzine  ma il poliziotto incaricato delle indagini non riesce a dimostrare la sua colpevolezza. Anzi aggrava la situazione forzando le normali procedure e finendo sotto accusa da parte dei suoi superiori per i suoi metodi spicci e violenti.
Il padre dell'ultima vittima ha invece un piano perfetto per risolvere il problema: rapire l'insegnate e cominciare a torturarlo nel seminterrato di una casa isolata nei boschi che ha appena preso in affitto fino a farlo confessare.
Proprio mentre sta attuando il suo piano si frappone incidentalmente il poliziotto ed è costretto a rapire e imprigionare anche lui prima che arrivino ad un sostanziale accordo.
In fondo pensano entrambi che l'insegnante sia colpevole.
Le torture cominciano e le varie alleanze cambieranno molte volte durante una lunga notte...
Big Bad Wolves è il secondo film del duo di cineasti israeliani Aharon Keshales e Navot Papushado dopo un esordio promettente nel 2010, Kelavet.
I due hanno avuto una bella botta di fondoschiena riguardo a questo film perché hanno ricevuto
Big Bad Wolves ( 2013 )l'endorsement nientepopodimeno che da Quentin Tarantino che lo ha definito il miglior film dell'anno visto nel 2013.
E vuoi o non vuoi, questo ha aperto diverse porte al film in questione.
Ma forse la botta di fondoschiena ce l'abbiamo avuta anche noi perché senza questa pubblicità sarebbe sfuggito a molti una pellicola invece meritevole da ogni punto di vista.
E ci fa superare anche la diffidenza verso i cineasti israeliani perché l'ultimo che aveva avuto un trattamento pubblicitario così di favore era stato Oren Peli con il suo Paranormal Activity sponsorizzato da Spielberg.
Con Big Bad Wolves la musica è ben altra e si capisce subito perché possa piacere a uno come Tarantino abituato come è nel suo cinema a porsi lateralmente ai generi sfiorandoli tangenzialmente uno a uno.
Big Bad Wolves ( 2013 )Si parla di serial killer da una prospettiva piuttosto sfalsata ma soprattutto il film è ricco di digressioni e di notazioni a margine, comprese anche alcune scenette discretamente comiche e un rapporto padre/figlio ricco di battute fulminanti di umorismo ebraico che ricordano non poco Woody Allen, che lo rendono interessante fin da subito al di là di ogni pregiudizio per una cinematografia dall'aspetto , diciamo, esotico , rispetto a quello che siamo abituati a vedere normalmente.
Altra cosa parecchio interessante è la stigmatizzazione attraverso la battuta umoristica della violenza di cui è infarcita la società israeliana, vittima costante di sindrome di accerchiamento e capace  di reagire sempre rispondendo con la violenza alla violenza.
Esattamente come succede nella storia raccontata da questo film: c'è un professorino di liceo mite e occhialuto all'apparenza inoffensivo, anzi troppo inoffensivo per essere vero ( vive con la mamma e
Big Bad Wolves ( 2013 )addirittura porta sempre a spasso il cane ),c'è un poliziotto che sembra il gemello cazzuto di Steve Carell che con la sua squadra lo picchia con l'elenco del telefono arrotolato perché fa più male e che quindi entra subito nelle disgrazie dello spettatore e poi c'è il personaggio del padre dell'ultima vittima, un nerborutissimo signore di mezza età che per far confessare il professore ( che per lui è colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio) non esita a martellargli le dita a una a una e a strappargli le unghie dalle dita delle mani e dei piedi con una bella tenaglia arrugginita.
Il poliziotto è dubbioso naturalmente dell'approccio violento dell'altro ma è implicato personalmente nella vicenda ( qualcuno gli ha rapito la figlia) ed è per questo che ha un atteggiamento parecchio ondivago verso questo impulso irrefrenabile di giustizia fai da te che anima l'altro.
Il quale è il personaggio più spietato ma paradossalmente ( ma neanche tanto ) con più possibilità di essere empatizzato da parte dello spettatore: difficile superare il trauma della perdita di una figlia, ritrovata in un campo violentata e decapitata senza provare impulsi irrefrenabili di vendetta personale.
Big Bad Wolves ( 2013 )La violenza messa in campo da Keshales e Papushado è drammaticamente esibita ma è sempre filtrata attraverso una lente deformante grottesca per renderla forse più sostenibile ma anche per renderla assolutamente più sbagliata perché è SEMPRE  sbagliato rispondere con violenza ad altra violenza.
Big Bad Wolves è un film formalmente curatissimo, dalla regia forbita e virtuosistica, forse pure troppo, un film stilisticamente così pulito che non può non creare meraviglia nel constatare invece quanto sia marcio dentro, sporco di sangue e violento fino all'eccesso, forse anche oltre i limiti del tollerabile( vedere la scena finale, muta che pur nella sua totale asetticità è la più violenta di tutte, almeno psicologicamente).
Un bel contrasto quello tra una materia narrativa così grezza e una messa in scena così raffinata ed autoriale, un qualcosa che ricorda parecchio cinema coreano recente, ricordando che il cinema sudcoreano al momento è la massima autorità in materia di thriller e serial killer.
Big Bad Wolves ( 2013 )Big Bad Wolves tratta con spiazzante umorismo la polizia israeliana che al contrario di quello che pensiamo noi è inetta ed inefficiente ma fa lo stesso anche con  la questione palestinese ( la sindrome di accerchiamento di cui sopra e un personaggio, palestinese, che è molto più normale di tutti gli israeliani che sono in scena e nonostante tutto viene da loro guardato con estremo sospetto se non paura) e dimostra col passare dei minuti di essere un'esplosiva mescolanza di generi.
Un po' thriller, un po' commedia, un po' conflitto generazionale, molto torture porn, qualche risata in un reiterato gioco di specchi tra vittima e carnefice ( qui sono tutti vittime e carnefici allo stesso tempo) e in un continuo scambio di ruoli tra preda e predatore.
Anzi ci si sorprende e ci si vergogna anche un po' a ridere sotto i baffi vedendo tutto il bailamme che sta succedendo sullo schermo.
Diavoli di israeliani.
PERCHE' SI : messa in scena perfetta e accurata, un bel manipolo di attori che caratterizzano ottimamente i loro personaggi, ritmo infallibile in crescendo dalla prima all'ultima scena, ottima mescolanza di generi
PERCHE' NO : la violenza è drammaticamente esibita e questo potrebbe disturbare più di uno, il soggetto non è particolarmente originale.
( VOTO : 7,5 / 10 )

 Big Bad Wolves (2013) on IMDb

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