Abbiamo finalmente visto le prime sequenze di gameplay del nuovo Doom
C'è un interessante dualismo che ha accompagnato tutta la demo di Doom mostrata da Bethesda durante la recente presentazione, avventura nel corso della conferenza pre E3 del publisher: da una parte il nuovo sparatutto di id Software non sembra volersi allontanare dallo scheletro, ludico ma anche visivo e stilistico, che da sempre ha caratterizzato la serie; dall'altra ci sono tante piccole novità che lo rendono più moderno e, soprattutto, appetibile per un pubblico che negli ultimi anni ha giocato decine e decine di shooter in prima persona. A cavallo tra antico e moderno, classico e rivisitato, Doom sembra capace di regalare un'esperienza frenetica e divertente, lasciandoci con il punto interrogativo sulla portata di un progetto che potrebbe non avere le ambizioni, a volte anche esagerate, di alcune recenti opere di altri sviluppatori. Un multiplayer altrettanto tradizionale e un editor potenzialmente molto interessante chiudono un'offerta da cui è comunque lecito aspettarsi qualcosa di speciale e unico.
twittalo! Il primo gameplay del nuovo, atteso sparatutto di id Software
Marte e sangue
Una base spaziale piena di demoni. Un arsenale ricco di bocche da fuoco note agli appassionati. Un esercito di nemici pronti a smembrarsi sotto i nostri colpi.
I primissimi minuti della demo di Doom non lasciano dubbi: id Software ha lavorato nel solco della tradizione per creare uno sparatutto che sia innanzitutto divertente e velocissimo. Inforcato il classico elmetto, arricchito da un nuovo head up display, e impugnato il fido shotgun, il livello ambientato su Marte è tutto un districarsi tra corridoi iper lineari e piccole aree più aperte, costantemente accerchiati da numerosi nemici pronti a fare la pelle al giocatore. Il gameplay prevede alcune novità interessanti, come il doppio salto che regala una dimensione verticale alla giocabilità, pur sempre incentrata sul combattimento dalla media e dalla breve distanza. Ma soprattutto a farsi notare è la presenza delle esecuzioni corpo a corpo: inflitti sufficienti colpi al demone di turno e colmata la distanza tra noi e l'avversario, ci si può esibire in una violentissima finisher che a seconda dell'arma e della situazione lo fa esplodere, lo smembra o lo disintegra. Un'aggiunta potenzialmente interessante, che per il momento si scontra con una realizzazione delle animazioni forse non così varia e pulita come sperato. Un elemento su cui, comunque, è lecito attendersi un lavoro di rifinitura nei prossimi mesi. In compenso la fluidità dell'azione, le ambientazioni e la palette cromatica sono una rivisitazione riuscita delle tematiche visive classiche della serie Doom. Tra una sparatoria e l'altra ci sono momenti più dark, quasi da gioco horror che ricordano le atmosfere del precedente episodio, da cui comunque ci è parso prenda piuttosto nettamente le distanze. Non sarà stratosferico o rivoluzionario, ma è comunque un bel vedere anche perché l'impatto visivo è arricchito da una dose di violenza esagerata, grottesca e, siamo certi, irresistibile per i fan. DOOM - Trailer del gameplay E3 2015 L'arsenale ha messo in mostra grandi classici della serie tra fucili a pompa, anche a due canne, la motosega, la Big Fucking Gun e un'arma al plasma magari meno suggestiva, ma altrettanto efficace per eliminare il bestiario di mostruosi nemici che ci si pareranno contro. Tra Imp, HellKnight, Mancubus e CyberDemon, il bestiario di Doom sembra citare di continuo le origini della serie, anche se non mancano i tocchi moderni. L'idea di far lasciare sul terreno munizioni e medikit - la salute non si ricarica infatti da sé ma deve essere ripristinata - è un buon esempio di come ci si possa non piegare a certe dinamiche moderne, riuscendo al contempo a modificare quel tanto che basta il gameplay da renderlo fresco e differente. In particolare stimolando il movimento costante e la ricerca del nemico, anche se andranno ovviamente messe le mani sul gioco per potersi esprimere in maniera compiuta e definitiva. Molto del successo del single player passerà tra l'altro dalla durata della campagna ma anche dalla varietà di situazioni proposte, due variabili non banali quando ci si appoggia a poche meccaniche e si punta sull'azione.Oltre l’Inferno
L'ultimo scorcio di gameplay abbandonava la (molto) relativa sicurezza della base spaziale, per regalarci una cartolina dalla dimensione infernale che visiteremo per porre definitivamente fine all'invasione delle creature a cui diamo la caccia. La campagna single player sarà comunque solo una parte dell'offerta: sul palco della conferenza pre E3, Bethesda ha infatti confermato e presentato attraverso un breve filmato la modalità multiplayer. Avvicinandosi al concetto di Quake 3 Arena o Unreal Tournament, Doom proporrà una componente competitiva a squadre e tutti contro tutto con diverse modalità di stampo classico, ambientate all'interno di livelli che, sembra, favoriranno un'azione senza sosta, frenetica. Il vero colpo di coda in quest'ambito potrebbe comunque essere l'introduzione della modalità SnapMap: una sorta di editor, disponibile tanto su PC quanto su PlayStation 4 e Xbox One, che darà modo di creare ambienti e modalità di gioco personalizzate.
Dal video di presentazione possiamo intuire che ci sarà modo di ideare nuove esperienze agonistiche, ad esempio il classico deathmatch uno contro uno che potrebbe fare la gioia dei giocatori hardcore, ma anche mappe cooperative in stile Orda. Oltre a piazzare gli elementi del fondale, sarà infatti possibile elaborare piccoli script e lavorare di fino per dare vita a qualcosa di davvero unico e personale, quindi condividerlo con il resto della community. Non è la prima volta che vengono dati strumenti simili alla community e, bisogna essere onesti, spesso non si crea una massa critica sufficiente a dare vita a grandi risultatiti. Vedremo. Magari una serie di tutorial e una selezione fatta a monte, direttamente da Bethesda, aiuterà a dargli la spinta iniziale. Non è semplice tirare le somme su quanto visto di Doom, soprattutto perché uno shooter del genere andrebbe testato di persona. Da una parte se si pensa che sono passati ben undici anni dal terzo capitolo, forse sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa in più a fronte di un'attesa così lunga. Dall'altra quel feeling arcade, folle e violento che trasmette è una dichiarazione di amore per la serie che fa da base per un nuovo episodio promettente. Insomma è tutta una questione di tarare le proprie aspettative in maniera corretta e sperare per il meglio. Il prossimo autunno 2016 sapremo com'è andata a finire. DOOM - Videoanteprima E3 2015