Bilancia commerciale italiana – Gennaio 2012

Creato il 22 marzo 2012 da Davix89 @diariofinanza

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La bilancia commerciale è più negativa che mai: questo dice il comunicato di oggi dell’Istat con cui si fissa il deficit commerciale a circa 4,3 miliardi di €, però ben superiore del dato di gennaio dello scorso anno quando fisso un deficit di circa 6 miliardi.

Andando poi a correggere il dato della bilancia dal “bilancio energetico”, la bilancia continua a rimanere positiva da febbraio 2011: un buon dato visto la la situazione del mercato interno italiano. Il tutto ovviamente favorito dalla continua caduta dell’€uro nei confronti delle principali valute mondiali, che (come ricordato nel post precedente), se dal un lato ci costano sul costo dell’energia, dall’altra favorisce le esportazioni. Infatti, mentre le importazioni stanno registrando segnali di forte stagnazione (rispetto ad un anno fa sono cadute del 2,6%), le esportazioni continuano a crescere a buoni ritmi (+4,3% rispetto a gennaio 2011), ampliando il deficit che, se nel 2010 era in ampiamento, ora rende il pareggio della bilancia commerciale, anche al lordo del deficit energetico, raggiungibile e mantenibile anche strutturalmente.

 

Analizzando approfonditamente il saldo energetico, però appare nella sua gravità la situazione odierna. Nel gennaio appena passato, infatti, si è registrata la peggior bilancia energetica che sia mai stata registrata dall’Istat (dal 1991), con un deficit di 6,1 miliardi di €, dovuto non tanto all’esportazione di energia, che è sui massimi di sempre, ma dal forte aumento di importazioni di energia. Il che dovrebbe far storcere il naso. Infatti, a rigor di logica, solo un aumento dei consumi dovrebbe causare l’impennata delle importazioni. Ed infatti, tale aumento non è tanto da imputarsi ai volumi di energia importata, ma al loro prezzo, che è aumentato molto in questi ultimi mesi, arrivando ai picchi del 2008, quando esplose la “bolla” del petrolio.

Ci sarebbe poi da osservare che, nonostante la produzione fotovoltaica nazionale sia in aumento, come abbiamo visto in post precedenti, il saldo energetico sia in costante peggioramento negli ultimi tre anni. E questo, anche in contraddizione al mio post sull’ “indipendenza fotovoltaica”, potrebbe dar ragione a quelli che ritengono che il fotovoltaico non vada a sostituire le importazioni estere, bensì la produzione da centrali termiche presenti in Italia, aumentando le problematiche sulla loro programmazione e sul loro utilizzo.

Resta il fatto che comunque le esportazioni nonostante tutto stiano tenendo forte, e come accennato nei post precedenti, questo potrebbe attutire in parte la recessione in atto, visto che gli effetti “valutari” si hanno in un arco temporale individuabile in semestri e quindi, il recente calo degli ultimi mesi solo oggi comincia a farsi sentire.


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