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Bilancio Ato 2012, altre spese inutili a danno dei cittadini

Creato il 13 aprile 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

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Acqua, decisioni congelate. Che l’Ato esista ancora dopo vent’anni dalla legge Galli è uno dei dati più aspri, fra i tanti che si intersecano nelle vicissitudini e nelle lotte politiche per la gestione dell’acqua. L’azienda speciale dell’Ambito territoriale ottimale doveva individuare secondo quella legge un gestore unico del servizio idrico integrato. L’ambito territoriale ottimale, nel caso cremonese, coincide col territorio provinciale.
L’Ato era un ufficio, poi è diventata un’azienda speciale. Doveva avere vita breve, bisognava organizzarsi, unire le forze delle ex municipalizzate per “resistere sul mercato”. Una volta creato il gestore unico e concluso il processo di accorpamento delle aziende di gestione, l’istituto Ato doveva sparire. È invece eccolo lì, provvisorio quindi interminabile. Neanche i referendum hanno superato l’indecisionismo cremonese. Nessuna decisione è stata conclusa. Il presidente della della Provincia resiste molto più del generale Custer, regge più di Fort Alamo, di David Crockett.
E ovviamente i costi gravano, pesano. La struttura non produce l’attesissima riforma e intanto paga i dipendenti che ormai meriterebbero altra e più opportuna destinazione. Gli utenti domestici continuano come sempre a pagare la remunerazione del capitale investito, anche se la Corte Costituzionale ha ribadito le ragioni del referendum. Andare a votare sì in massa, da destra a sinistra, a Cremona non serve. Chi ha il dovere di attivarsi si sente superiore agli elettori. I quali pagano e strapagano il prezzo dell’assurdità politica.
Ecco una pagina significativa del bilancio consuntivo Ato Cremona 2012. Se ne vanno centinaia di migliaia di euro.

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