
Giovedì 23, all'ora che evoca tenebrosi influssi sulla sorte dei sedicenti vivi - le cinque della sera o peggio le 17 - si riunirà l'ufficio di presidenza del consiglio comunale, convocato dalla presidentissima Simona Pasquali, dalle rosse ascendenze diessine, per fissare in una marmorea staticità, da quanto si teme, l'ordine del giorno della riunione del 30 aprile, quando approderà in Sala dei Quadri il vascello incantato del bilancio. Si scompaginano così le abitudini, dopo le riunione dell'officio medesimo il martedì per il giovedì seguente.
Sarà una delle due perigliose sedute del Consiglio in cui gli amministratori di palazzo comunale sommergeranno gli eletti al supplizio amministrativo con una furiosa slavina di numeri. I faldoni dalle dimensioni degne di attività edilizia sono già in circolazione e minacciano di togliere il sonno ai destinatari degli incubi in cifre. La commissione bilancio di domani alle 17 (replicando il drammatico orario) auspicabilmente spanderà gelatinosi lumi, ispirando forse un crepitio di domande dopo l'intervento dell'assessore Maurizio Manzi.
I corni del dilemma (l'incornata è nella foto sopra) sono tradizionali: è più acuminata la mannaia dello Stato, o meglio del suo motore in folle (il governo), oppure è più contestabile l'ipercriticata inefficienza del Comune? Si profila però uno spettro: la continuità amministrativa, con opportunità di nuove prospettive per alcuni eletti.
L'ufficio di presidenza potrebbe teoricamente perdurare sino a notte fonda: la tentazione potrebbe essere quella di tagliare interrogazioni e mozioni, interpellanze e addirittura ordini del giorno pur di concludere quel consiglio comunale positivamente per l'inarrestabile macchina amministrativa del centrosinistra.