Bisogna piangere due volte per i bambini palestinesi, quando muoiono e quando no. Nel primo caso, infatti, muoiono da scudi umani. Anche i barbari dall’indole più beluina provvedono a proteggere i propri figli quando sono in guerra, anteponendo a tutto la loro sicurezza. Non i palestinesi, che a piangere i loro figli morti sono bravi come tutti i padri, ma a lasciarli per le strade quando piovono pietre e pallottole, a nascondere terroristi in condomini affollati di bambini, a piazzare un mortaio sul tetto di un asilo, be’, sono insuperabili. Prim’ancora dell’ammazzare una presunta spia senza concedergli la difesa in un processo, per appenderne il cadavere dietro un motorino e trascinarlo sull’asfalto delle vie di Gaza tra urla e sghignazzi, questo c’è di disgustoso nei palestinesi: usano i figli come materiale bellico, per lo più come sacchetti di sabbia accatastati attorno alla santabarbara, sennò tornano buoni coi loro corpicini straziati, dopo, per la propaganda. Piangerli quando muoiono, dunque, ma anche quando non muoiono, perché verranno educati per diventare uguali ai loro padri, e a loro volta padri, e dello stesso genere. Stringere in mano una pistola, a sei anni, sarà motivo di orgoglio, per il babbo e dunque per il bimbo, per il bimbo e dunque per il babbo. A entrambi andrà il sorriso compiaciuto di un capo di Hamas, che pure deve essere stato bimbo, pure deve aver avuto un babbo.
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Bisogna piangere due volte per i bambini palestinesi, quando muoiono e quando no. Nel primo caso, infatti, muoiono da scudi umani. Anche i barbari dall’indole più beluina provvedono a proteggere i propri figli quando sono in guerra, anteponendo a tutto la loro sicurezza. Non i palestinesi, che a piangere i loro figli morti sono bravi come tutti i padri, ma a lasciarli per le strade quando piovono pietre e pallottole, a nascondere terroristi in condomini affollati di bambini, a piazzare un mortaio sul tetto di un asilo, be’, sono insuperabili. Prim’ancora dell’ammazzare una presunta spia senza concedergli la difesa in un processo, per appenderne il cadavere dietro un motorino e trascinarlo sull’asfalto delle vie di Gaza tra urla e sghignazzi, questo c’è di disgustoso nei palestinesi: usano i figli come materiale bellico, per lo più come sacchetti di sabbia accatastati attorno alla santabarbara, sennò tornano buoni coi loro corpicini straziati, dopo, per la propaganda. Piangerli quando muoiono, dunque, ma anche quando non muoiono, perché verranno educati per diventare uguali ai loro padri, e a loro volta padri, e dello stesso genere. Stringere in mano una pistola, a sei anni, sarà motivo di orgoglio, per il babbo e dunque per il bimbo, per il bimbo e dunque per il babbo. A entrambi andrà il sorriso compiaciuto di un capo di Hamas, che pure deve essere stato bimbo, pure deve aver avuto un babbo.
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