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Lettera da Gaza

Creato il 08 giugno 2015 da Maria Carla Canta @mcc43_

mcc43

Il giorno in cui un gruppo di Palestinesi ha iniziato lo sciopero della fame a oltranza contro la persistente chiusura del valico di Rafah ho inviato l’articolo a Shaker, un internet_amico della Striscia. Ecco la risposta: “Non ne ho sentito parlare, ma è normale. E tu hai sentito che l’altro ieri Israele ci ha di nuovo sganciato un bel pò di bombe?”
Questa pacatezza, confrontata all’enfasi dei media, dei social e un pò di tutti noi che abbiamo a cuore i Palestinesi, mi ha profondamente toccato. Gli ho chiesto di essere i miei occhi durante una giornata in Gaza e di descrivere. Quelle che seguono sono le sue parole destinate a questo blog, quadretti di vita quotidiana che ho solamente tradotto.
Ricordo che una volta Gideon Levy ha detto “I Palestinesi sono fra le persone più tolleranti del mondo. direi delle meno violente del mondo. Chiunque altro in una situazione simile esploderebbe”.
Trovo questo giudizio perfino riduttivo! C’è molto più che la pazienza in quella prigione, le cui chiavi sono in mano all’Egitto e a Israele che si comportano come aguzzini: c’è della Resilienza.
I “Gazawi” sono gente resiliente: trasformano il dolore in forza, le difficoltà in riorganizzazione, l’ingiustizia e i traumi in capacità di sfruttare ogni possibilità del presente. Gente che avrebbe tutte le ragioni per odiare, invece spera.

La speranza nonostante il dolore

 E’ come tutti i Venerdì. Vado in giro con i miei amici, passiamo il tempo e camminiamo in direzione della spiaggia. La maggior parte dei nostri discorsi ruota sulla vita di uno o dell’altro, e qualche volta abbiamo di che congratularci. Discutiamo delle notizie di quello che è accaduto nei giorni precedenti e delle nostre ambizioni, delle aspirazioni, dei programmi per il futuro. Parliamo anche della situazione di Gaza, dei  Valichi, di Israele, delle divisioni che esistono fra i partiti del nostro paese. Ma non senza scherzare e riderci su, un sacco  di volte.

Camminando per le strade avvertiamo il sentimento delle persone. Molti hanno abbandonato le stanze bollenti, perché l’elettricità è stata sospesa, e si sono seduti di fronte alla loro casa.
Ci sono gruppi che chiacchierano, ci sono bambini che giocano al calcio e questo ci dà consolazione. Guardiamo le case e questo mette tristezza sulle nostre facce.
Ci sono quelli che preparano una festa di nozze e questo stende sul nostro viso l’allegrezza. C’è uno che ha radunato gli amici per farsi aiutare a riparare la sua casa.

Arrivati alla spiaggia, abbiamo trovato un posto e ci siamo seduti a guardare il mare. Riflettiamo e parliamo, quello che vediamo sono dei venditori ambulanti che si aggirano in mezzo a della gente contenta.

sunset gaza

Il tramonto a Gaza

Il sole sta calando e tranquillamente si assapora l’arrivo della notte.
Non sappiamo del domani, se verrà oppure no….
Così Gaza resiste, e continua a restare felice nonostante il dolore e le preoccupazioni….

Shaker

(il testo di Shaker in arabo e in inglese verrà pubblicato nel blog PALESTINA-FILISTINIA ).

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