L’amministrazione provinciale ha autorizzato il biogas sequestrato ieri dal Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Brescia. E il sindaco Davide Viola parla di un’ordinanza per la salute e l’ambiente, ma dopo il sequestro, prima del sequestro per lui forse era tutto ok. Il sistema provinciale dei controlli non funziona anzi fallisce. Le norme non sono appropriate al rischio. I dipendenti del settore Ambiente della Provincia da anni non ricevono più indennità se escono per fare controlli, i quali grazie alle norme lombarde scattano solo su segnalazione. Se nessuno li avverte che un biogas sconvolge il territorio l’ufficio non lo sa. Non ci sono controlli a tappeto di routine. Non c’è vigilanza sistematica perché qualche improvvido politico chiama “burocrazia” i controlli, facendoli passare per perdita di tempo e danno alle imprese. Ovviamente questa tesi liberista è falsa. Falsa come l’idea di Salini CL che la provincia ha troppi dipendenti e può anche sparire. Purtroppo è vero il contrario. Salini ha lasciato autorizzare tutti i 140 biogas e nulla ha fatto per i controlli. Quelli in programma non riguarderanno le emissioni né l’intero digestato ma solo l’efficienza degli impianti. Controlli utili a garantire solo la redditività del singolo biogas. Non bastano.
Ora chi paga il danno a Gadesco? E chi garantisce che altri impianti in provincia non siano in condizioni simili? È così assurdo invocare controlli sistematici non a domanda? E perché nessun grande partito li chiede, questi controlli, anzi li pretende? Dov’è l’impegno politico? Che stanno a fare pd, pdl, grillini? Come mai è così rara un’amministratrice come Maria Grazia Bonfante? Perché solo lei con Salviamo il Paesaggio chiede controlli e il pd dorme col pdl e i grillini?
Il Noe è intervenuto tre volte in provincia per tre sequestri in pochi mesi. A Cignone, a Cremona (due discariche abusive scandalose) e l’altro ieri a Gadesco.
I carabinieri del Noe di Brescia hanno sequestrato in provincia di Cremona una centrale a biomasse, appartenente a una societa’ milanese, e i terreni di un’azienda agricola cremonese, contaminati da scorie e liquidi pericolosi provenienti dall’impianto. L’indagine è iniziata la settimana scorsa quando i carabinieri, dopo le segnalazione di alcuni cittadini che si lamentavano per delle esalazioni sospette, hanno scoperto una discarica abusiva a cielo aperto, costituita da un’ingente quantitativo di rifiuti speciali pericolosi, gestita da una societa’ agricola che si era prestata allo stoccaggio abusivo nei propri terreni delle scorie prodotte dalla centrale a biomasse. Nascosti alla vista dei passanti, i militari hanno trovato liquidi di colore nerastro e dall’odore nauseabondo, cosi’ come segnalato da numerosi cittadini residenti nelle vicinanze della centrale. Dalle analisi, eseguite dall’Arpa di Brescia, e’ stata rilevata la positivita’ al parametro del cod (chemical oxygen demand), indice che misura il grado di inquinamento dell’acqua da parte di sostanze ossidabili, principalmente organiche, risultato pari a 2.632 mg/l ovvero oltre 26 volte superiore ai limiti previsti per i reflui industriali sul suolo. Visto l’allarmante risultato delle analisi, e’ scattato immediatamente il blitz del Noe di Brescia, che ha portato alla segnalazione alla procura della Repubblica di Cremona dei due responsabili e al sequestro probatorio della centrale a biomasse e del terreno di proprieta’ di un’azienda agricola cremonese. Il sindaco del comune di Gadesco Pieve Delmona, constatata la gravita’ della situazione, si riserva di emettere un’ordinanza a tutela della salute pubblica e dell’ambiente.
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