Alice Di Stefano, Publisher (Fazi, 2013, € 16,50, pp. 375). L’autrice lo definisce la “biografia comica romanzata” del suo compagno, nonché datore di lavoro: l’editore romano di origini marchigiane Elido Fazi. Aggiungerei con toni umoristico-agiografici… Tentando una crasi, una comic-agio-biografia romanzata. È un libro che ho letto dalla prima pagina all’ultima sempre in bilico fra due opinioni antitetiche: mi piace o lo detesto?
Me lo sono chiesta a ogni riga, eppure la sera prima di dormire, sulla doppia pila di libri che ormai si è fatta essa stessa comodino, Publisher non scendeva mai dalla vetta – deposizionamento che spesso equivale ad abbandono della lettura. E se ogni sera leggo pagine di più libri in contemporanea, con Publisher non ci sono riuscita: dominava, mi esigeva con prepotenza. Forse anche per il gusto di quelle due domande antitetiche. Dovevo decidere se amarlo o detestarlo.
Comincia col racconto di un viaggio alle Maldive – il primo di numerosi che seguiranno – della giovane Alice con l’Elido, geniale e coltissimo editore di 19 anni più vecchio di lei, a suo stesso dire (e lei, autrice e protagonista, è la fidanzata, dunque sa) «uomo difficile e dal modo di fare inclassificabile se non ricorrendo alla formula classica: è uno stronzo». Ovvero, «non ascolta, parla a voce alta, autoritario e pieno di sé, poco propenso a esternare le emozioni». Narcisista impenitente. Una tipologia così tristemente nota da dare sui nervi a chiunque abbia superato i 20 anni e assaggiato il genere. Al di là del lusso consumato in vacanza, con spregio dello stesso, tipico di chi ha i soldi e vive su pianeti non complanari con la realtà dei più, c’è questa Alice che fa un po’ girare le scatole; perché va bene che Elido adora John Keats e discetta di letteratura ed è un genio nel suo campo, ma vogliamo smetterla di donarci a mo’ d’agnello a questi maschi che ci contemplano nel loro campo visivo alla stregua di un Martini con ghiaccio o di un pouf di design?
Lo dirò fuori dai denti: le prime pagine mi hanno fatta incazzare. Mi chiedevo dove volesse portarci, Alice, mettendosi in gioco come l’oca innamorata e affamata di promozione intellettuale.
Ma Alice Di Stefano non è una stupida, è ovvio. Se ha tentato l’impresa temeraria di mettere in piazza vizi e virtù (molti i primi quanto le seconde) di un uomo noto nel mondo dell’editoria, uno che con la Fazi Editore (la ‘E’ sta anche per Elido, sia chiaro) ha azzeccato scommesse come i Cento colpi di spazzola, ha pubblicato Nobel e Pulitzer, bestseller come Stephanie Meyer e i suoi vampiri e capolavori dimenticati come Stoner, be’ Alice DOVEVA sapere dove andava a parare.
Infatti, raccontando di kermesse librarie, premi letterari, vita in casa editrice, siparietti amorosi, quadri di famiglia allargata e viaggi, tanti e costosi, e momenti toccanti come la pubblicazione presso Fazi del romanzo di Cesarina Vighy (malata terminale e mamma di Alice stessa), insomma raccontando tutto questo Alice conduce il lettore a un approdo: il mio è la convinzione che questo libro vale la pena di essere letto. Perché racconta molte cose vere, tante esperite da ognuno di noi, altre capaci di destare l’interesse che hanno i mondi nascosti (l’ascesa di una casa editrice e di un editore, davvero senza veli).
E Alice Di Stefano riesce a tenere per aria le clavette, come un giocoliere, senza mai abbandonare una forma sapiente di umorismo canzonatorio, che trasfigura con tocchi di grottesco tutto questo magma. E permette, infine, di distinguere verità ed eccesso meglio di quanto avrebbe fatto una biografia tradizionale – della quale non avremmo sentito il bisogno.
Se non altro, è nato un libro fuori dal comune. E forse è nato un genere.
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Scritto da: Francesca Magni
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