Il mercato delle biomasse solide in Asia è carente a molti livelli, nonostante presenti i più grandi aumenti di capacità di tutto il mondo. Sono questi i risultati delle lunghe ricerche curate da Ecoprog nell'ambito di questa fetta di mercato delle rinnovabili.
Oggi, ci sono quasi 2.900 impianti attivi alimentati a biomasse, corrispondenti a una potenza elettrica totale di 47 GWel. E, in aggiunta, la biomassa è co-incenerita anche nelle centrali a carbone.
Il tutto è concentrato principalmente in alcuni Paesi europei - come Danimarca, Paesi Bassi e Regno Unito – ma, da un po', anche in Giappone e in Corea del Sud è in costante aumento la combustione di pellet nelle centrali elettriche a carbone.
Secondo le previsioni, nel 2024 il numero di impianti attivi alimentati a biomasse salirà a 4.250 e la potenza a 71 GWel – una capacità praticamente doppia. I Paesi che avranno gli sviluppi più importanti saranno Stati Uniti, Brasile, Cina, India, Regno Unito e Francia.
Quello che stimola maggiormente un mercato di questo genere è la concessione di sovvenzioni e, in questo momento, ben più di 140 Paesi hanno introdotto regimi di sostegno verde – tra questi, ci sono molti Paesi asiatici. L'Europa ha sempre avuto le disposizioni più interessanti in tema di sovvenzioni ma, negli ultimi anni, questi sussidi stanno diminuendo in molti Paesi, a causa di costi troppo elevati e di motivi ecologici (basta guardare i casi di Repubblica Ceca e Germania).
Nonostante questo declino e nonostante il fatto che, dal 2017, l'aumento di capacità che vedrà l'Asia sarà più forte del suo (gli impianti europei si attestano sulla piccola taglia per avere benefici dai regimi di sostegno locali), l'Europa si conferma essere il più importante mercato al mondo per le biomasse solide per i prossimi dieci anni. Questo anche perché il mercato asiatico non si sta sviluppando con la dinamicità che ci si aspettava (i grandi mercati come la Cina e l'India mostrano i primi segni di saturazione e alcuni piccoli stati, come le Filippine, concedono solo sussidi bassi e molto limitati), ci sono molti problemi logistici e c'è l'enorme limite di impianti standard che non prevedono la cogenerazione; mentre, in Europa, l'utilizzo del calore di scarto negli impianti è obbligatorio in molti Paesi e garantisce un'efficienza che, unita a tutto il resto, mantiene il primato europeo saldo (anche se lo sviluppo della sua capacità si è ridotto notevolmente rispetto agli ultimi 5 anni).
01-12-2015