European Bioplastics, l’associazione europea che riunisce le aziende della filiera delle bioplastiche, ha realizzato e pubblicato una nuova analisi del ciclo di vita (LCA) dei sacchetti monouso per la spesa, che ha messo a confronto sacchetti di quattro tipologie differenti: in carta, in plastica tradizionale (polietilene PE), in polietilene con il 25% di materiale riciclato e in bioplastica (PBAT/PLA).
In merito ai biosacchetti, essendo realizzati con polimeri compostabili provenienti da fonti rinnovabili e certificati, possono venire riutilizzati per la raccolta dell’umido nei Paesi in cui la frazione organica dei rifiuti viene conferita separatamente, come avviene in diverse regioni d’Italia dando una seconda vita ai bioshopper che vengono utilizzati prima per il trasporto della spesa e poi come contenitore per la raccolta dei rifiuti organici domestici.
Lo studio è stato eseguito secondo la norma ISO 14040 e 14044 ed è stato revisionato e verificato da quattro istituti indipendenti quali DEKRA Consulting , Oeko-Institut , Witzenhausen-Institut e il Politecnico di Zurigo (ETH).
Lo studio di LCA ha evidenziato per le borse biodegradabili e compostabili una serie di vantaggi ambientali in termini di consumo di materie prime, utilizzo di energia ed emissioni rispetto a quelle in carta e in PE. Inoltre, tali benefici aumentano quando gli stessi sacchetti vengono riutilizzati per il conferimento dell’umido.
I risultati dello studio rappresentano un’ulteriore conferma di come i bioshopper compostabili certificati possano svolgere un ruolo importante nel promuovere lo sviluppo della bioeconomia in Europa, aumentando l’efficienza nell’uso delle risorse nei Paesi in cui i rifiuti organici vengono raccolti separatamente.
Scarica qui lo studio: European Bioplastics 20140217 LCA carrier bags 2014.
Fonte: Ecozema
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