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Birdman o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza)

Creato il 28 febbraio 2015 da Fabio Buccolini

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Il quinto lungometraggio di Alejandro González Iñárritu, narra le vicende di un attore, Riggan Thompson, noto per aver interpretato anni prima un supereroe, Birdman, molto popolare per quel ruolo, ed ora caduto in disgrazia; cerca in tutti i modi di rinnovare la sua immagine mettendo in scena uno spettacolo teatrale, a Brodway, ma, per quanto ci provi, la gente continua a ricordarlo unicamente per la parte avuta nel mondo del cinema; spettacolo dopo spettacolo proverà in tutti i modi a tornare sulla cresta dell’onda., tra attori indisponenti, una figlia difficile e continue visioni del suo personaggio, Birdman.

Come già ho accennato nell’articolo degli Oscar, il regista ha fatto 5 film finora, 5 film 5 capolavori, perché, si, anche quest’ultimo lo è.
E’ un’opera la cui forza sta soprattutto nelle grandi interpretazioni: Michael Keaton interpreta Riggan Thompson, un personaggio schizzato e paranoico affetto da allucinazioni e sbalzi d’umore repentini, la sua migliore performance in carriera, e non è stato neanche scelto a caso dal regista, visto che nella vita reale ha avuto delle analogie con il suo personaggio, poiché fu il primo ad interpretare Batman in un film, diretto da Tim Burton (tra l’altro a mio avviso fu una pessima interpretazione), e finora era ricordato soprattutto per questa parte, anche il virtù del fatto che non è stato mai riconosciuto essere un grande attore (e io sono tra coloro che la pensano così), ma che questa volta è riuscito a superarsi, tirando fuori dal cilindro l’interpretazione della vita, un’interpretazione da Oscar (io l’avrei dato a lui il premio di Miglior Attore Protagonista, Eddie Redmayne l’ha vinto unicamente perché Stephen Hawking è una figura di grande rilievo in America, ma la sua parte è davvero troppo melensa); poi Zach Galifianakis, conosciuto soprattutto per i suoi ruoli comici (Una notte da leoni), non ha deluso le aspettative; ancora, Emma Stone, giovane attrice in crescita dallo straordinario talento; poi ancora, Naomi Watts, che ve lo dico a fare, ogni parte che fa è un capolavoro, è una delle più grandi attrici nella storia del cinema; poi c’è Edward Norton…beh, lui in realtà è Tyler Durden (a breve avrete anche la recensione di Fight Club).

Quindi, ricapitolando, finora avrei assegnato al film l’Oscar al Miglior Attore Protagonista (Michael Keaton) e al Miglior Attore Non Protagonista (Edward Norton).
Passiamo alla regia: girato quasi totalmente in un unico finto piano sequenza (ma lo potete leggere ovunque su Internet) ad accezione del breve frammento iniziale e finale, in cui ci vengono mostrate immagini di un asteroide che brucia nell’atmosfera terrestre (che altri non è che ciò che nel gergo popolare viene chiamata cometa, e sta a simboleggiare la rinascita dell’immagine del nostro protagonista) e una spiaggia con delle meduse arenate (da ricondursi ad una esperienza vissuta precedentemente dal nostro protagonista), immagini chiaramente di ispirazione “Malickiana”, e che, come nei film di Terrence Malick, hanno l’intento di mettere a confronto il macrocosmo con il microcosmo, l’indifferenza della natura e dell’Universo alle vicende di un individuo, o di un gruppo di individui, o dell’umanità; sono immagini belle, davvero belle, ma lui è Inarritu, non c’erano dubbi che le sapesse fare.
Tornando al finto unico piano sequenza tramite il quale è girato praticamente tutto il film, è fatto benissimo, senza sbavature, né stacchi, ed è tenuto in piedi dalle grandi interpretazioni e dai dialoghi eccezionali, poiché per la storia che viene narrata, probabilmente se ci fosse stato un altro cast sarebbe stato una noia mortale.
Anche il premio Miglior Regia l’avrei dato a lui (e così è stato).

Il premio Miglior Film invece non glie l’avrei assegnato, poiché il finale non è all’altezza del resto della pellicola, e in effetti la realizzazione lo testimonia: verso metà realizzazione del film, Inarritu ha cancellato in fretta e furia il finale che aveva progettato (Johnny Depp che parla con il suo alter ego Jack Sparrow), e ne ha riscritto un altro, che è quello messo in onda, in cui Riggan Thompson (dopo aver tentato di uccidersi sparandosi davanti a tutti nella messa in scena del suo spettacolo) torna nel posto che gli spetta, in alto dove sono le grandi star di Hollywood, e salta dalla finestra della sua camera di ospedale; la figlia entra, e non vedendolo, si affaccia dalla finestra, alza gli occhi al cielo, e sorride, segno evidente che lui sta volando.
Ecco, il nostro protagonista per tutto il film ha delle continue visioni in cui parla con il suo alter ego Birdman, in cui vola per i palazzi o in cui sposta gli oggetti con la forza del pensiero, ma per tutto il film viene mostrato che è sempre tutto nella sua testa, mentre alla fine viene cambiata la messa in scena, mostrando che può volare davvero (scena simbolica ovviamente, a testimoniare la sua ascesa, ma a mio avviso non rende bene, né nell’idea né nella realizzazione, indica solo la difficoltà del regista nel trovare una conclusione al film).

L’Oscar al Miglior Film l’avrei dato a “Boyhood”, di Richard Linklater, realizzato in 12 anni, con gli stessi attori, che invecchiano e crescono veramente; non so se sia stato fatto altre volte un esperimento del genere, io in ogni caso è la prima volta che lo vedo: in questo film c’è la vita vera, c’è il tempo che passa, e non torna indietro.
Apparte questo, tutto sommato le assegnazioni degli Oscar quest’anno sono andate meglio di molte edizioni passate, si può essere d’accordo o meno che il miglior film sia stato “Birdman” o “Boyhood” (io sono per il secondo parere), ma apparte i gusti personali sono state le due migliori pellicole uscite quest’anno.

Solo un ultimo appunto: come ho detto anche all’inizio, Inarritu finora ha realizzato 5 film, tutti capolavori, e reputo gli altri (soprattutto i primi tre) migliori di quest’ultimo, e nessuno dei tanti è riuscito a vincere né il premio Miglior Film né Miglior Regia (“21 grammi” fu premiato per la Migliore Attrice Protagonista a Naomi Watts e per il Miglior Attore Non Protagonista a Benicio Del Toro, e “Babel” fu premiato per la colonna sonora), soprattutto “Amores Perros”, il suo miglior film, non ricevette nessuna nomination; per quanto riguarda “Boyhood”, stessa cosa vale per Richard Linklater, ha fatto altri film bellissimi, come “A Scanner Darkly” o “School of Rock”, completamente ignorati da Hollywood, ma soprattutto, per quanto bello sia “Boyhood”, nel 2001 Richard Linklater girò quello che forse (e dico forse) è il più grande film nella storia del cinema, “Waking Life”, e se agli Oscar non viene premiato (né nominato) “Waking Life”, beh, allora vuol dire che questo premio vale davvero poco.

EDOARDO ROMANELLA



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