Ho letto Biscotti e sospetti su consiglio di mia moglie (che non si può certo definire un’accanita lettrice) e mi tocca ammettere che il consiglio della consorte ha centrato in pieno l’obiettivo, perchè il libro di Stefania Bertola è divertente, vivace, in continuo movimento e scritto con uno stile estremamente frizzante.
Violetta e Caterina sono due giovani e belle ragazze che si trasferiscono in uno dei quattro appartamenti della villetta di proprietà delle marchese Bonino di Quaregna nella collina torinese, dopo aver superato il difficile colloquio con le proprietarie.
Il loro arrivo completa alla perfezione il panorama degli strani abitanti della villa.
Rebecca vive lì con tre figlie ed è stata lasciata dal marito per una studentessa di ventidue anni, fa la traduttrice e come secondo lavoro la cartomante in incognito (in collaborazione con Rocco che vede e prevede solo amori gay).
Emanuele è appena tornato dall’India portandosi dietro una misteriosa moglie indiana (che lo abbandona dopo pochi giorni).
Mattia è architetto d’interni specializzato in cose brutte e passa senza difficoltà da una ragazza ad un’altra.
E anche Violetta e Caterina hanno le loro particolarità.
La prima ha un fidanzato storico, lavora in un negozio di libri dedicati ai fiori (con una collega di nome Iris)… e studia tutto il giorno per partecipare ad un quiz tv.
Caterina cuce abiti per bambole gonfiabili e smercia grandi quantità di inutili cianfrusaglie.
Da questo punto di partenza già di per se abbastanza articolato si muove una vicenda in cui Stefania Bertola ci guida con sapienza e sagacia.
I personaggi si incontrano, si scontrano, si amano, si odiano, si prendono, si lasciano… insomma vivono!
Ma lo fanno sempre e comunque sopra le righe, ad un ritmo vertiginoso e senza pausa.
La prosa frizzante e le continue situazioni sul filo dell’assurdo aiutano a rendere godibile il libro che scorre via senza pause e con estrema naturalezza.
Non mancano piccoli misteri ed indagini, tradimenti e truffe, profondi amori e piccole storie senza impegno.
Il risultato è che Biscotti e sospetti (solo nelle ultime pagine scopriremo a cosa si riferisce il titolo) è un romanzo giovane e molto fresco.
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