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Bitten. La notte dei lupi

Creato il 05 giugno 2011 da Flavia
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Titolo: Bitten. La notte dei lupi.

Autore: Kelley Armstrong

Edito da: Fazi (lain)

Pagine: 452

Voto: 3/3

Bitten mi è stato regalato da mia sorella per il mio compleanno, e credo che solo per questo motivo – oltre al sapere che mia sorella aveva fatto il giro delle librerie senza trovarlo fino a quando non si è rinchiusa da Feltrinelli minacciando di morte la commessa se non si fosse trovata una copia xD – io mi sono messa con anima e cuore a leggerlo, perché altrimenti ci avrei messo anni.

Nonostante questo, sappiate che alla fine il libro si è salvato, egregiamente anche, a 150 pagine dalla fine, quando compare il cattivo della storia e per mia fortuna fa andare avanti la trama iniziando seriamente a coinvolgermi, perché altrimenti... mi sarei impiccata.

Bitten è un urban fantasy, la storia d'amore è sì importante ma non centrale e, anzi, alle volte è lasciata da parte per disseminare morti e feriti in battaglie corpo a corpo tra licantropi che come sempre non si smentiscono e riescono a tenere l'attenzione alta, vuoi per sapere chi si salverà dal morso finale, vuoi per il fisico da palestra. E non fa mai male, credo.

La protagonista, sappiatelo da ora, la odio profondamente. Non ce la faccio, Elena è l'essere più irritante che abbia mai letto!

Eppure anche lei ha un suo perché, così, non posso far altro che dire che la scrittrice è stata davvero molto brava a caratterizzarla, soprattutto visto il passato molto, molto delicato che le ha dato (pieno di abusi e di eventi traumatici) che l'ha resa una donna forte e riservata, quasi ermetica, tanto che non vuole proprio saperne di darla vinta agli uomini della sua vita (leggete tra le righe: licantropi).

Elena è sì irritante e a volte troppo testarda – più che altro nega la realtà dei fatti e dei suoi sentimenti fino a quando non ci sbatte contro rompendosi qualche ossa – ma è reale, diciamo che alla fine del libro mi stava meno antipatica e riuscivo a comprendere il suoi comportamento anche se sono sicura che se il libro avesse tirato ancora per le lunghe tutta il tira e molla amoroso, sarei morta.

La sua, in fondo, è una bella evoluzione come personaggio, credibile e non troppo avventata.

Quello che davvero non va con Elena è Clay, il protagonista maschile, licantropo come Elena e soprattutto colui che ha trasformato la protagonista in licantropo, per questo odiato a morte da lei e tenuto alla larga... almeno fino a quando lui non le mette le mani addosso e OOPS (!!) passano la notte insieme.

Elena per TUTTA la storia non fa altro che rivolgersi a lui in modo ostile e crudele, giustificando il tutto con la storia della trasformazione forzata e con il fatto che Clay sia uno 'psicopatico' (anche se per Elena credo che questa parola significhi più che altro inadatto a una vita da essere umano) tuttavia il ragazzo è dolcissimo con lei.

Sì, è rude e parla troppo; non fa che imporre la sua presenza ma non fa altro che provare a starle vicino per coccolarla.

Giuro, 3 volte su 4 vuole farle una carezza ma lei gli ringhia contro quasi xDDD

Il personaggio di Clay è quello più riuscito, perché è dolcissimo senza cadere nello smielato come spesso succede e fino all'ultimo continua per la sua strada accettando se stesso e le conseguenze che ne derivano. Il passo più bello del libro per me è proprio quando lui si 'apre' e rivela cosa pensa e come si sente a vivere come licantropo:

Io sono in grado di adattarmi al mondo degli umani. Il fatto che non ci provi più non significa che non ne sia capace. Ho cercato di integrarmi, mi sono sforzato e mi sono esercitato da quando avevo otto anni. Non ho fatto altro che studiare il comportamento umano per quindici anni. Quando ho capito che ero in grado di adottarli, ho smesso di provarci. Perché? Perché è inutile. Fintantoché posso modificare il mio comportamento in pubblico abbastanza da non dovermi preoccupare di essere attaccato da una massa di gente armata con proiettili d’argento, questo va bene a Jeremy e agli altri fratelli del Branco. Se cercassi di fare di più tradirei me stesso. Non lo farei mai senza un motivo, ma proteggerti mi sembra un ragione sufficiente. Quest’uomo potrà anche pensare che io non sia la persona più socievole di questo mondo, ma non avrà motivo di pensare male di me. Non rovinerò niente.

È pieno di difetti ma non si può non affezionarsi e tifare per lui.

C'è un essere umano, Philip, che teoricamente dovrebbe essere una parte del triangolo ma no, non ce la fa proprio a confrontarsi con Clay, troppo – decisamente troppo, forse anche fatto a posta?? - politically correct.

Veniamo ai cattivi, che hanno salvato la mia psiche rendendo giustizia a una storia che per fortuna continuerà nel seguito Stolen: non hanno scrupoli, sono cattivi e lo sono fino alla fine, non si perdono in un bicchier d'acqua e quello che più ho adorato è stato che non perdono il loro tempo a parlare di sé e dei loro piani (forse Marsten un po' sì, dai xD) creano la giusta atmosfera e suspance che fa arrivare alla fine.

È un libro molto particolare: o si ama o si odia credo, però non ci sono dubbi che la scrittrice Kelley Armstrongsia una penna incredibile nel creare personaggi reali e amabili (nei loro limiti :3) per intrecciarli in un fiume di eventi che travolge senza che si possa fermare.

Se ci fossero state 200 pagine in meno, il voto sarebbe stato 4.5, ma dato che per poco non mi veniva un coccolone a ogni pagina voltata, aspettando che arrivassero 'i fatti', sarò cattiva ma gli do 3, aspettando con impazienza Stolen.


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