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Black Christmas è un film importante per la storia dell'horror probabilmente anche al di là dei suoi indubbi meriti perchè è probabilmente da questo film di Bob Clark che poi nacque il filone slasher che sopravvive ancora oggi nei gusti dei fans dell'horror puro e crudo.
In questo film del 1974 ci sono tutte quelle componenti classiche del genere: il solito gruppo di studentelli non particolarmente simpatici , poliziotti non particolarmente intelligenti, un assassino misterioso i cui omicidi vengono ripresi in soggettiva, un' atmosfera malata e inquietante data dalla claustrofobia degli ambienti.
E quel telefono che trilla in continuazione, diventando il vero protagonista, volontario, del film.
Black Christmas si avvale di un ottima regia da parte dell'eccellente artigiano Bob Clark ( diventato poi famoso a livello mondiale con la saga di Porky's ma autore negli anni '70 di una serie di horror che ebbero un discreto riscontro) che anticipa molte delle tendenze future.
Dalle soggettive, poi letteralmente saccheggiate da Carpenter per il suo meraviglioso Halloween, ai giovani protagonisti trattati più o meno come carne da macello, alla suspense creata dal fatto che l'assassino è sconosciuto anche allo spettatore come nel classico whodunit e in questo riprende abbastanza lo stile del thriller/horror italiano di Bava e Argento ( Profondo Rosso è dell'anno successivo, chissà se Argento ha tratto ispirazione per quello che è il suo capolavoro vedendo questo film canadese), al clima di tensione che corre spedito sul filo del telefono come in un altro film di grande successo tra gli appassionati come Quando chiama uno sconosciuto di Fred Walton che comunque è di cinque anni successivo alla pellicola di Bob Clark, l'uso del sonoro e di uno score musicale che sottolinea con vigore le sequenze più ad effetto.
Altra novità, se non erro ( e se erro perdonatemi perchè sto andando a memoria) , è l'ambientazione natalizia del tutto inedita: come dire se Natale di solito è il teatro di film che sprizzano melassa da tutte le parti , Black Christmas arriva a dilaniare con la sua furia omicida tutto quanto di dolce c'è in un periodo dell'anno in cui ipocritamente ci si sente tutti più buoni.
A rivederlo oggi può apparire invecchiato agli occhi dello spettatore perchè sembra pieno dei classici clichè di cui sono stracolmi gli horror proposti sugli schermi.
La sola differenza è che questo film quei clichè li ha inventati e solo per questo si merita un altarino a parte.
Nonostante la suspense che letteralmente si affetta col coltello, Clark non rinuncia a una sana dose di cattiveria ( la reazione di sollievo quando il padre della prima studentessa rapita assiste al ritrovamento di un cadavere che non è quello della figlia , una cosa magari non proprio gentile da far vedere ) e a puntate umoristiche legate al personaggio della signora che bada alle ragazze della sorority e a quello del sergente Nash, di una stupidità veramente oltre ogni misura.
La bravura di Clark sta proprio nell'inquietarci con quello che non si vede o che si intuisce appena confezionando alcune sequenze da mandare a memoria come quella dell'omicidio a uno dei piani di sopra della casa mentre sulla porta Jess sta ascoltando un gruppo di bambini intonare un canto natalizio.
Il montaggio alternato crea una tensione quasi insostenibile eppure praticamente di sangue non se ne vede neanche una goccia.
Ottimo anche il finale pervaso da una perversa ambiguità.
Inutile il remake omonimo del 2006.
( VOTO : 7,5 / 10 )
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