Avevamo lasciato il nostro idolo locale, Zakk Wylde, alle prese con un ep di classici natalizi e una raccolta, dal titolo ispirato al famoso live album dei Led Zeppelin, The Song Remains Not the Same, di versioni acustiche di brani tratti da quel fottuto capolavoro che è stato Order of the Black risalente ormai a quattro anni fa. Nel frattempo il ragazzo si è dato parecchio da fare: tra le cose più significative, ha pubblicato un DVD del concerto blues rock che si è svolto a Los Angeles nel marzo dell’anno scorso e, durante i lunghi trasferimenti di un tour, ha pure scritto un libro, Bringing Metal To The Children, che dovremmo tutti comprare, mandare a memoria per poi leggerlo ai nostri futuri figli come fiaba della buona notte. In questi ultimi giorni, rispondendo a un’intervista, ha avuto anche il tempo di sollevare un piccolo polverone a causa di certe sue affermazioni sui Sabs ai tempi di Father Ronnie. Prendendo spunto dalla conversazione sui vari cambi di line up avvenuti durante i primi lavori solisti di Ozzy e su quanto sarebbe stata fica, ma completamente differente, la formazione del dopo Diary insieme a Randy Rhoads, Zakk porta l’esempio di quanto siano diversi i dischi con Dio rispetto a quelli con Ozzy. Tanto diversi, continua, che non puoi certo chiamarli Black Sabbath, perché quella roba per quanto fica non c’entra niente coi Sabbath, fai prima a chiamarli direttamente Heaven and Hell. Che la comunità metal stia calmina: primo, lui può dire il cazzo che vuole, secondo, tutto ciò che dice è fa è mosso da un amore sconfinato nei confronti dei Sabbath, al punto da aver dato questo nome a suo figlio, quindi stacce. La cosa che mi stupisce è che Zakk, invece di pestare a sangue tutti coloro che avessero avuto un minimo da ridire ha nientemeno avvertito la necessità di precisare e rimarcare le sue affermazioni in un video.
Qualche novità significativa nella line up dei Black Label Society: va via il chitarrista storico, Nick Catanese, e arriva dai Lizzy Borden Dario Lorina. In teoria non proprio una bella notizia perché Catanese, che lascia la Società in modo amichevole poiché alle prese con un progetto personale di cui non si sa molto, era noto per aver stretto con papi Wylde un fortissimo legame artistico, quasi un equilibrio simbiotico. Staremo a vedere e vi terremo aggiornati anche perché, almeno per quanto mi riguarda, c’è una bella fregola nell’aria in attesa che questo The Catacombs of the Black Vatican (Vatican sarebbe il soprannome affettuoso con cui identifica il suo studio di registrazione) arrivi alle stampe (ancora un paio di mesi e spiccioli). È troppo presto per dire alcunché ma il pezzo, in streaming qui sotto per le vostre luride orecchie, mi fa sperare in bene. Inoltre lo stesso Wylde ha detto, a proposito del nuovo disco, che sarà uguale a tutti gli altri, tranne che nei titoli dei pezzi. Magari riusciamo anche a vedercelo in concerto quest’anno: ci sono voci di un tour in Italia, confermate dallo stesso Zakk, ma la data non è ancora stata definita. Daje. (Charles)