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Black metal psichedelico: ORANSSI PAZUZU – Värähtelijä

Creato il 19 febbraio 2016 da Cicciorusso

12369175_10153352139923553_2695688633089722601_nGli Oranssi Pazuzu sono un caso unico nel panorama metal e con Värähtelijä raggiungono l’apice della propria carriera. In questi ultimi anni abbiamo assistito al fiorire del revivalismo settantiano con i lavori di gruppi influenzati dalla psichedelia doom, ma di psychedelic black metal band vere e proprie non me ne vengono altre a mente a parte, appunto, gli Oranssi Pazuzu. Nei loro viaggi lisergici, nei quali la presa a male prevale sulla fattanza, i finlandesi scelgono di percorrere quei sentieri più bui che è lecito dire musicalmente prendano le mosse proprio dalle sfumature psichedeliche che circondavano i primi dischi di Burzum. Sulla carta ci sarebbero pure gruppi che vagamente si possono inserire in questa angusta nicchia di genere che gli Oranssi Pazuzu si sono scavati intorno; almeno concettualmente, avremmo, ad esempio, il caso degli spettacolari Hail Spirit Noir di Oi Magoi (uno dei migliori dischi del 2014 scoperto, ahimè, tardivamente), un gruppo che negli anni ’90 sarebbe forse stato etichettato come avantgarde, i cui elementi tipici sono la contaminazione, la diversità e l’estraneità degli strumenti utilizzati (è un po’ lo stesso discorso del progressive rock/metal, se vogliamo), ritmiche jazz ma soprattutto l’audacia compositiva acida e scapigliata che volentieri sfocia in una cacofonia quasi industrial. Ma gli HPN risultavano alla fine anche più piacevolmente fruibili di quanto lasciassero intendere di primo acchito. Poi ci sarebbero anche i Forest of Stars i quali, autori l’anno scorso di un album notevole, a me appaiono ben diversi da ciò che leggo sul loro conto in quanto, tra violini, voci femminili e familiarizzazioni sempre più convinte con la corrente folk, di sperimentale hanno ben poco e di fatto sono in linea coi tempi. I finlandesi, invece, avanti anni luce a tutti, dispongono dalla loro del giusto alone di indistinto, di una capacità di rendere semplice il complesso, nonché dei migliori riferimenti possibili realizzando un assurdo e violento abbraccio tra Tangerine Dream, Ozric Tentacles e Limbonic Art.

Tecnicamente ineccepibili, sicuramente non immediati, i loro dischi necessitano sempre di un periodo di assimilazione più lungo del normale, caratteristica che, però, non li fa rientrare affatto in quella categoria di gruppi indigeribili e astrusi. La forte componente strumentale alla base dei loro lavori è presente anche in quest’ultimo disco, come pure la struttura circolare, fluida, dei brani, e l’equilibrato e solo apparentemente parsimonioso utilizzo dell’elettronica che non fa perdere il timbro analogico tipico della psichedelia, li rende il perfetto esempio di cosa intendo per sperimentazione, almeno in ambito black metal, e cosa mi piacerebbe ascoltare più spesso. Sarà la voglia di novità a tutti i costi, ma anche ragionandoci a freddo credo che gli Oranssi Pazuzu rappresentino una delle pochissime giovani realtà che in questi anni di folle evoluzione stilistica ha tentato con credibilità di interpretare il black metal in modo innovativo e non per forza cervellotico. (Charles)



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