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Come dite?
Brooker non è esattamente la persona giusta a cui rivolgersi? E con la prima e la seconda stagione del suo Black Mirror ha sconvolto i vostri sogni, le vostre speranze per il futuro immettendovi non poche ansie e non poche riluttanze di fronte alla tecnologia?
Mi sa che c'avete ragione, allora, e se siete quei tipi zuccherosi, da tradizioni a non finire e che a Babbo ancora credete, forse è meglio rimandare la visione di qualche giorno, ma non di troppi.
A differenza degli scorsi anni, divisi in tre episodi non connessi tra loro se non per le tematiche di cui parlavano, questo speciale natalizio a cui la TV inglese tanto tiene (in arrivo quelli di Doctor Who e di Sherlock), li mescola, facendo di due misteriosi personaggi i protagonisti e i narratori, chiusi in quella che sembra una baita, uniti da un destino che ovviamente solo nel finale scopriamo.
La tecnologia distopica è sempre lì, in agguato, e anche quando sembra essere un aiuto, un fedele compagno che ti suggerisce le mosse per rimorchiare, che ti aiuta nelle faccende di casa o ti permette di stare in pace, si rivela infida e nemica, uno strumento il cui potenziale, sotto le mani e menti non buone, può distruggerti.
In quello che è un pranzo di Natale tra solitari, che per 5 anni a stento si sono parlati, diventa lo scenario di confessioni, di capitoli divisi che si aprono e si chiudono ma che sempre la stessa storia raccontano, già da un paio di anni, in questo forse un po' meno ad effetto rispetto a un Be right back o Messaggio al Presidente.
La tecnologia che ricorre non è nulla di rivoluzionario o sconvolgente, sono applicazioni che potrebbero tranquillamente stare nel mercato, in un mondo fin troppo simile al nostro, dove alla fin fine, assieme a questa, sono i sentimenti che fregano.
Ritrovare il bel Jon Hamm in questa produzione fa strano, non alle prese con il granitico Don Draper si lascia andare a sorrisi a viso aperto, e chi meglio di lui può essere il consulente a cui rivolgersi per migliorare il rapporto con l'altro sesso?
La sua sicurezza è però solo momentanea, e quel finale, tra l'agghiacciante e l'annichilente, dimostra che no, Brooker non ha certo spirito natalizio, e quel bianco Natale promesso, è fatto di interferenze e solitudine, in cui nessun uomo di rosso vestito è ben accetto.
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