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Black Sails – Le vele nere della libertà

Creato il 06 ottobre 2015 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Black Sails
Pirati!

Chi di noi, cresciuto o meno, è riuscito a resistere al fascino della Filibusta? Vi risponderò io: nessuno. Perché i nostri amici rappresentano nell’immaginario collettivo molto più che semplici briganti. I pirati sono fatti della stessa sostanza dei sogni di ribellione e libertà – e così, che si tratti di bambini o di adulti, giocare ai pirati è il modo per riappropriarsi della necessità selvaggia di avere solo il cielo per padrone.

Data questa semplice premessa, vi svelo un segreto: i pirati (quelli veri) non hanno nulla a che fare con Johnny Depp e gli sgangherati Pirati dei Caraibi. Se volete avere un’idea piuttosto precisa e storicamente accurata di cosa volesse dire essere un filbustiere nel 1715, esiste una serie TV perfetta allo scopo: Black Sails.
Prodotta da Michael Bay per la rete televisiva americana STARZ (la stessa di Spartacus e Outlander, per intendersi), Black Sails si discosta con decisione dall’universo disneyano, per affondare a piene mani nel torbido delle Indie occidentali.

Sotto il sole dei Caraibi si intrecciano le vicende di un tale Long John Silver, del Capitano Flint e di altri personaggi storici della filibusta caraibica: Calico Jack, Anne Bonny e l’infame Charles Vane, solo per citarne alcuni.
I nomi vi ricordano nulla? Eh già, si parla dei protagonisti dell’immortale Isola del Tesoro di Robert Louis Stevenson, ovvero di uno dei capisaldi della letteratura di formazione per ragazzi. A differenza del romanzo di Stevenson però, in Black Sails nulla è adatto a un pubblico minore.

black sails battaglia

Il punto d’eccellenza di Black Sails è proprio questo: scostarsi completamente dagli stereotipi – gli stessi che Stevenson ha contribuito a creare ne L’Isola del Tesoro e che ritroviamo ne I Goonies e in Pirati di Roman Polanski – per stabilire le proprie fondamenta nella realtà storica dell’epoca.
Pur essendo una produzione molto furba – il grandguignolesco non manca, la storia è ricca di intrecci e inganni, le donne sono bellissime e decisamente nude – Black Sails è di fondo una serie storicamente accurata. L’esasperata ricerca da parte del Capitano Flint del galeone spagnolo Urca de Lima è il pretesto per descrivere un periodo storico. Si ha l’impressione che non sia il setting ad essere al servizio della storia, quanto piuttosto il contrario.

Black Sails non è la serie perfetta: non sfioriamo assolutamente le vette di capolavori come True Detective o Breaking Bad. Ci troviamo però di fronte a uno sforzo produttivo degno di nota. Nulla in Black Sails è fuori posto: scenografie, costumi e cura maniacale dei dettagli fungono da trait d’union tra finzione e accuratezza storica.

Black-Sails-prostituta

Oltre alla festa per gli occhi – ricordiamo che la produzione è di un colosso come Michael Bay – i protagonisti si muovono in uno scenario antropologicamente consistente e vivido. Chi di voi abbia letto il saggio di Gilles Lapouge, “I pirati: predoni, filibustieri, bucanieri e altri pezzenti del mare”, non potrà fare a meno di apprezzare l’attenzione profusa nel riprodurre la cultura e la psicologia di una comunità unica, affascinata dalla morte al pari che dalla vita e che, liberatasi con forza dalle pastoie della civiltà, ha avuto il coraggio di costruire una società incivile e stranamente funzionale dove l’individualismo si accosta e va a braccetto con una sgangherata uguaglianza.

Minibibliografia essenziale:

Saggi:
I pirati: predoni, filibustieri, bucanieri e altri pezzenti del mare / Gilles Lapouge
I pirati dei Caraibi: ascesa e caduta dei signori del mare / David Cordingly
Storie di pirati: dal capitano Barbanera alle donne corsaro / Daniel Defoe

Romanzi:
L’ isola del tesoro / Robert L. Stevenson
La vera storia del pirata Long John Silver / Björn Larsson
Ciclo dei Pirati: Veracruz; Tortuga; Cartagena / Valerio Evangelisti
Ciclo dei corsari delle Antille / Emilio Salgari

Alberto Della Rossa



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