Nel corso della giornata di ieri, BlackBerry ha tenuto un evento per lanciare un suo nuovo top smartphone, il BlackBerry Z30. Come è facile intuire dal nome, il nuovo prodotto è la naturale evoluzione del precedente modello (il BlackBerry Z10). Il nuovo device ricorda molto da vicino l’estetica del predecessore ma l’azienda ha deciso di mantenere un filo di continuità e cambiare solo la componentistica interna.
A mio modo di vedere, per puntare a grandi volumi di vendita e migliorare cosi le sorti, non proprio brillantissime, dell’azienda sarebbe stato meglio puntare su un hardware decisamente spettacolare ed attaccare il mercato con un prezzo particolarmente aggressivo. L’hardware risulta invece essere nella media dei prodotti di fascia medio-alta ed il prezzo, pur non essendo ancora stato annunciato, si preannuncia essere in linea con la filosofia aziendale.
Il BlackBerry Z30 arriva sul mercato con un nuovo aggiornamento software, il BlackBerry 10.2 che presto raggiungerà anche i vari Z10, Q10 e Q5 già disponibili all’acquisto. Le migliorie apportate sono numerose e tutto questo va nella direzione degli utenti che richiedevano vari correttivi e semplificazioni.
La dotazione hardware comprende:
- Schermo da 5 pollici con risoluzione HD (a 720p)
- Processore Dual-Core Snapdragon S4Pro da 1.7Ghz
- Processore grafico Adreno 320
- Memoria RAM da 2GB
- Memoria interna da 16GB espandibile con MicroSD
- Batteria da 2880mAh
- Completo comparto connettività con supporto anche all’LTE
- Fotocamera anteriore da 2MP
- Fotocamera posteriore da 8MP con Autofocus e Flash LED
Prendendo le caratteristiche hardware a sè stanti, possiamo affermare che sono di tutto rispetto ma se le contestualizziamo nel periodo attuale e nella crisi nera che sta vivendo l’azienda, allora possiamo certamente affermare che probabilmente non saranno sufficienti a migliorarne le sorti. L’utente medio ormai si limita a guardare i numeri e più sono grandi e più è attratto per l’acquisto. Sappiamo tutti che la pura potenza è essenziale solo per il mondo Android ma anche l’occhio vuole la sua parte quindi, forse, sarebbe bastato osare un po di più…
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