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Blackguards 2 – Il ritorno degli antieroi

Da Videogiochi @ZGiochi
di Michele Lerda

Cosa succede quando uno sviluppatore famoso principalmente per le avventure grafiche cambia completamente genere e si lancia nel problematico mondo dei GdR? La riposta può assumere mille sfaccettature, inoltre il mercato del ruolismo si è molto evoluto negli anni e i fan non sono assolutamente disposti ad accettare prodotti che galleggiano appena sopra la linea della sufficienza. Giusto un anno fa abbiamo provato e recensito il primo capitolo della saga Blackguards, adesso il team di Amburgo ci presenta un secondo episodio che promette di risolvere le spigolosità, mantenendo inalterate le qualità che hanno conquistato una buona fetta di giocatori. Dopo averlo provato a dovere in ogni sua componente siamo finalmente pronti a darvi il nostro verdetto.

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Dove sono i finiti i buoni?

Se il nome di The Dark Eye non vi dice molto non dovete preoccuparvi, dalle nostre parti è una cosa del tutto normale. Mentre Dungeons and Dragons probabilmente lo conoscono anche i vostri genitori, durante gli anni sono usciti numerosi GdR cartacei che non sempre sono riusciti ad ottenere una fama proporzionale alla loro qualità. Per la Germania, stato europeo dove i  boardgame sono più diffusi, sarebbe stato impensabile non vedere un gioco di ruolo ad ambientazione fantasy, cosa che è stata fatta da Daedalic Entertainment ed il risultato si chiama appunto: The Dark Eye. A differenza degli altri competitor dove la divisione tra buoni e cattivi è generalmente più pronunciata, qui si punta di più su un tipo di narrazione e di caratterizzazione decisamente più adulta. Prendete il fantasy puro, toglieteci il lieto fine e gli eroi da mondo Disney e sostituiteli con personaggi cinici mossi dalla sete di vendetta e dalla follia e avrete un’idea del lore del gioco in questione. In un mondo dove i protagonisti sono dei disperati, crudeli tanto quanto i cattivi, facciamo conoscenza di Cassia protagonista di tutta la storia e antieroe come pochi altri personaggi. La trama inizia lasciando subito intendere quale tipo di avventura dovremo aspettarci: la nostra giovane alter-ego, viene rapita e imprigionata in un sotterraneo senza saperne minimamente il motivo, qui dovrà girare per quattro anni prima di riuscire a trovare l’uscita perdendo quasi completamente la ragione e rimanendo orribilmente sfigurata. Tutto questo è solamente il tutorial, dopo le cose andranno pure peggio. Fuggita dalla prigionia Cassia è diventata una figura comprensibilmente folle e rabbiosa, votata completamente al desiderio di vendetta rivolto verso la sua città e il tiranno che la governa. Per completare la sua missione avrà bisogno di una squadra all’altezza del compito, con questo espediente gli sviluppatori hanno fatto ritornare al gran completo il party del primo Blackguards pronto a scontrarsi in nuove battaglie. Complessivamente la trama del gioco si assesta su livelli buoni, la follia della protagonista è un buon espediente per giustificare le numerose situazioni critiche che dovremo affrontare. I personaggi sono ben caratterizzati, e non rischiano di annoiare presentandosi come i classici stereotipi del genere.

Per quanto la storia possa rapirci ed aiutarci ad immedesimarci con i nostri antieroi i combattimenti restano il perno attorno a cui ruota tutta l’esperienza di gioco di Blackguards 2. Passate le prime fasi il titolo ci porta rapidamente nel vivo dell’azione grazie a un perfezionamento del sistema strategico già visto nel primo episodio della serie. A scanso di equivoci è bene chiarire fin da subito che questo gioco possiede una componente tattica estremamente elaborata, se cercate un action in cui si premono i tasti a caso e il protagonista fa tutto il resto allora qui non troverete nulla che possa soddisfare i vostri gusti. Le differenze rispetto al precedente episodio sono molte, ma non particolarmente sostanziose da modificare radicalmente quanto provato nello scorso capitolo, una limatura accurata descrive meglio il lavoro effettuato dagli sviluppatori. Le battaglie avvengono nuovamente sui terreni divisi in esagoni, che come tutti gli amanti dei GdR sanno bene indicano le possibilità di movimento e saranno usati per calcolare la gittata delle vostre armi. Prima dell’inizio della battaglia avrete a disposizione nuove possibilità strategiche, come la capacità di piazzare trappole, ma ancora più importante la libera scelta su dove collocare le vostre unità. Gli scontri sono quasi sempre estremamente popolati e dovrete scegliere accuratamente quale eroe usare e dopo posizionarlo, tenendo conto che potrebbe passare un po’ di tempo prima che ritorni il suo turno di azione. I personaggi focalizzati ad un tipo di azione corpo a corpo adesso dovranno gestire anche una nuova barra della fatiche che limiterà l’abuso di abilità particolarmente potenti. Segnaliamo anche l’abilità di abbassarsi per ottenere un notevole bonus difensivo, come dicevamo il sistema non è stato rivoluzionato, ma decisamente raffinato.

Le arene di gioco sono mediamente grandi con più vie e numerosi elementi di interazione da utilizzare al meglio per creare una strategia il più efficace possibile. Di fianco ad un bestiario ben nutrito non mancheranno boss di fine livello che offriranno una sfida in cui oltre alle spade dovremo usare i neuroni, per risolvere enigmi ambientali necessari per spezzare le difese dell’avversario.

Un nuovo elemento con cui dovremo interagire è il neonato aspetto gestionale, in un mondo devastato come quello di The Dark Eye non potevano ovviamente  mancare numerose canaglie disposte a vendersi al migliore offerente. Cassia potrà ingaggiare numerosi mercenari da affiancare al proprio esercito durante le battaglie più complicate. Le truppe a pagamento si potranno addestrate nel nostro campo base, cuore nevralgico di tutte le nostre azioni, attorno a noi avremo un mondo da conquistare, questo non è propriamente esplorabile ma presenta numerosi luoghi dove rivolgere la nostra attenzione. Blackguards 2 cerca di offrire la maggiore varietà possibile proponendo quest molto differenti a condizioni particolari, scontri nei dungeon dove la nostra squadra d’azione sarà più ridotta o battaglie campali con un numero di elementi più elevati. Dopo aver menato a dovere le mani potremo andare a riposarci in un villaggio dove troveremo mercanti e fabbri e più alcuni NPC che se interpellati ci offriranno delle missioni secondarie. Naturalmente l’esercito nemico non resterà a guardare mentre un po’ alla volta guadagneremo la strada fino al cuore dell’impero, e oltre al lato offensivo dovremo anche preoccuparci di organizzare le difese quando saremo noi ad essere attaccati. Mentre procederemo per la nostra campagna di conquista il gioco saltuariamente ci proporrà scelte morali piuttosto spinose in grado in modificare l’andamento dell’avventura. Tale gradito elemento permette al gioco, che già di per sé possiede una longevità di tutto rispetto (intorno alle venticinque ore), di guadagnare una piacevole rigiocabilità grazie anche alla possibilità di aumentare ancora la difficoltà esaltando gli amanti della vera strategia, senza però incorrere in meccanismi da trial & error.

Come ogni gioco di ruolo che si rispetti è presente un  lato legato alle statistiche da far progredire per trasformare i nostri guerrieri da flaccidi donnaioli a violentissime macchine di morte. Al posto dei punti singoli da spendere nelle varie categorie, in Blackguards 2 avremo punti esperienza da spendere liberamente tra tutte le abilità o potenziamenti. Il gioco presenta cinque categorie da livellare, le statistiche del personaggio, l’utilizzo delle armi, le magie, le manovre che comprendono una serie di abilità da utilizzare durante la battaglia e come ultime le abilità speciali, una serie di passive specifiche per ognuno dei nostri eroi. Tecnicamente ci troviamo di fronte ad un prodotto di buon livello, anche se è innegabile che il motore Unity possa rendere di più. Le animazioni sono molto semplici e il riciclo di texture e modelli in alcuni frangenti è fin troppo evidente, fortunatamente questi sono sufficientemente ben realizzati da appagare l’occhio. La colonna sonora o per meglio dire la ripetitività di essa, è l’ennesimo esempio delle scelte drastiche che gli studi indipendenti sono obbligati a fare per portare a termine le loro produzioni. Le tracce proposte sono poche e tendenzialmente ripetitive, soprattutto durante le missioni più lunghe capiterà di abbassare il volume e mettersi come sottofondo una canzone presa da Spotify.

Blackguards 2 – Il ritorno degli antieroi


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