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Blackguards – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 23/01/2014

Cover Blackguards

PC Pegi 16 TESTATO SU
PC

Genere: ,

Sviluppatore: Daedalic Entertainment

Produttore: Daedalic Entertainment

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Inglese (sub ITA)

Giocatori: 1

Data di uscita: 22/01/2014

VISITA LA SCHEDA DI Blackguards

Pro-1Sviluppo della trama molto interessante Contro-1Comparto grafico non proprio all'avanguardia

Pro-2Profondo, difficile, immenso

Pro-3Comparto sonoro fantastico

Con due giorni di anticipo rispetto a quanto previsto, proprio nella giornata di ieri Daedalic Entertainment ha annunciato il rilascio di Blackguards su PC e Mac, primo gioco di ruolo del team tedesco da sempre impegnato nello sviluppo di avventure grafiche. Così, dopo aver usufruito del servizio Early Access di Steam che ha permesso di limare bug e rendere più fluido il gioco, oltre che preparare il terreno al rilascio in modo che l’attenta community Steam potesse leggerne tramite il forum ufficiale, dove gli acquirenti si sono scambiati opinioni ed hanno offerto consigli, elencando pregi e difetti, Blackguards diventa ufficialmente il primo nuovo esperimento di questo team che tenta di espandere il proprio futuro in campo videoludico, decidendo di non fossilizzarsi nella creazione di un solo genere. Vediamo come è andata…

blackguards-evidenza

GUARDA COME MUORI

Come anticipato in sede di hands-on, qualche settimana fa, Blackguards si ispira ad uno dei giochi di ruolo cartaceo più famosi di sempre in territorio germanico, ossia The Dark Eye. A testimonianza di quanto il team di sviluppo ci teneva a sfruttare questo background in modo più consono – ricordiamo The Dark Eye: Chains of Satinav e Memoria sotto forma di avventure grafiche – ecco arrivare Blackguards: primo GdR della casa tedesca che tenta di allinearsi ad altre produzioni classiche e sfruttare le ambientazioni di Aventuria, portando però qualcosa di fresco che potremo considerare veri e propri punti di rottura col passato, in modo da giustificare una operazione tecnica e commerciale di questo genere. Questo avviene innanzitutto grazie al gruppo di non-eroi di cui faremo le veci, costituiti da avanzi di galera, criminali e presunti assassini, il cui ruolo sarà sempre più chiaro nel corso dei cinque capitoli di cui è costituito il prodotto. Ci sarà modo di approfondire le loro storie, il loro passato, i motivi per cui dalla società attuale vengono considerati delinquenti e questo è concesso tramite la naturale evoluzione di una trama ben narrata e coinvolgente, ben scritta e caratterizzata da ottimi dialoghi che si intervallano ai tanti combattimenti a cui saremo chiamati. I momenti narrativi così andranno a spezzare i ritmi di gioco, di per sé già non frenetici considerando che siamo dinnanzi ad un gioco in cui i combattimenti sono a turni e non c’è un tempo limite entro cui agire, e ad approfondire le vicende alla base delle tristi circostanze appena accennate in apertura di gioco, tramite un piccolo video: l’omicidio di Elanor, figlia del conte Urias. Così, partendo dalla prigione di Neetha, faremo la conoscenza di due dei nostri aiutanti e pian piano il corso degli eventi, gli intrighi, tante creature minacciose, troll, nani, elfi e maghi, lupi assetati di sangue, droghe ed alcol, daranno profondità al buon plot narrativo, ottimo e pregevole in moltissime circostanze ed un po’ meno in altre. Tutto ciò va a braccetto con una caratterizzazione dei personaggi principali che non può non essere elogiata, alla scrittura matura e ponderata dei dialoghi e dei temi trattati, al modo in cui eventi banali e divertenti, ed altri seri ed oscuri, o le tante citazioni ai classici fantasy del genere videoludico e letterario, si intrecciano e si fondono assieme donando all’atmosfera di gioco il giusto appeal ed interesse per chi si trova davanti al monitor, sempre più curioso sull’evolversi della vicenda. Ed in questo si fa subito caso ad un particolare che darà tanto nelle almeno trenta ore di gioco richieste per arrivare ai titoli di coda: il comparto sonoro di rara bellezza. Ad un ottimo doppiaggio in Inglese, assistito da sottotitoli in Italiano, troviamo brani sonori ed effetti audio assolutamente perfetti, che ben si adattano alle oscure ambientazioni di Aventuria.

Fatte le necessarie selezioni per la creazione del nostro personaggio, dal sesso alla scelta dell’aspetto, del nome, andremo a scegliere la classe tra le tre previste: il Guerriero, bravo nell’usare le armi ma non nei combattimenti a distanza; il Mago che fa un uso massiccio dei poteri arcani ed è inadatto a tutte le tipologie di scontro, siano essi ravvicinati o da lontano, quindi il Cacciatore che predilige attacchi a lungo raggio e territori selvaggi, anziché scontri ravvicinati. Come già detto in fase di anteprima, in base alla scelta effettuata i parametri e gli attributi del nostro personaggio principale cambieranno, in modo tale che l’eventuale crescita sia giustamente indirizzata al miglioramento massimo dei pregi che una determinata classe porta con sé, piuttosto che al miglioramento dei difetti che in parte possono comunque essere limati. Sarà nostra premura innanzitutto munirci di un vestiario adatto alla nostra difesa, in secondo luogo bisognerà studiare attentamente il terreno di scontro ponderando bene sul da farsi, gestendo saggiamente il party in nostro possesso, cercando di perdere meno punti vita possibili e ricordando che la classe del Mago ha bisogno di mana per eseguire attacchi magici; mana evidenziato – assieme alla barra della vita e all’ordine di attacco delle varie unità in campo – in basso, a sinistra dello schermo. Questo potrà essere ricaricato tramite speciali amuleti e pozioni, così come la vita potrà essere ripristinata col riposo nelle città, col consumo di scorte di cibo nei bivacchi o con pozioni curative. Ma tutto ha un prezzo, niente è in regalo in Blackguards, motivo per cui bisognerà prestare massima attenzione nelle fasi di combattimento, viste le finanze iniziali decisamente ristrette che potrebbero mettere in difficoltà l’avventuriero sbarazzino non abituato ad un sistema di gioco poco permissivo e non superficiale, come negli anni molti altri GdR ci hanno abituato. L’innalzamento del livello del personaggio è permesso dai punti avventura (PA) riconosciutici dopo ogni scontro vinto; vittorie che ci consentiranno di ottenere anche denari (di tre tipi: ducati in oro, talleri d’argento e quarti di bronzo) e gli oggetti del nemico. A quel punto, starà a noi decidere cosa prendere dall’inventario del nemico, onde evitare che le sue scorte vadano in qualche modo a crear problemi al carico massimo di oggetti che possiamo portare con noi. L’esito dei combattimenti è quindi influenzato dall’uso di tattiche idonee e ragionate, che col passare del tempo imparerete ad usare nella maniera giusta, e da tutt’una serie di altri fattori e statistiche, abilità e talenti sbloccati, armi equipaggiate, eventuali coperture sfruttare, trappole piazzate e così via. Questo sistema di progressione, però, non ci vedrà veramente salire di livello, almeno non numericamente, aumentando i nostri danni di attacco/difesa, vitalità e così via, ma attraverso i PA di cui sopra bisognerà andare a migliorare le varie voci, dalle abilità ai talenti, alle caratteristiche base di vita, difesa, attacco; una vera e propria sfida nella sfida, quindi, dato che capire quali parametri migliorare richiederà attento studio e ponderazioni, particolare che di per sé potrebbe gettare nel panico il novello amante del genere abituato a titoli molto più semplici e meno rigidi di Blackguards.

OGGETTO IN TESTA, TUTTI A FAR FESTA

Così, attraverso fasi di scontro a turni su di una griglia a caselle esagonali, ci toccherà far tesoro dei primi facili scontri per capire come muoverci per garantire al nostro party attacchi sicuri ed un sistema difensivo altrettanto efficace. Tramite una differente scelta cromatica, Daedalic Entertainment ha suddiviso queste caselle in zone di corsa e di azione: le prime necessarie al movimento del personaggio, le altre a sferrare attacchi richiamabili tramite tasto destro del mouse, alla cui pressione comparirà a schermo un menu radiale da cui selezionare mosse di attacco, normali o speciali, abilità magiche attive o passive, eventuali e svariate opzioni tattiche; tra queste, le mosse possenti grazie alle quali avremo maggiori possibilità di danno sull’avversario, ma come malus minori probabilità di andare a segno. Tutto ciò, così come è stato pensato e messo in atto nelle fasi di gioco, porta ad avere un gameplay sempre ben bilanciato, complesso da padroneggiare nel migliore dei modi ed intricato, ma emozionante, in cui l’attenzione nei dettagli ed un pizzico di fortuna (a volte) fanno sempre la differenza. A ciò unite gli oggetti ambientali da cui poter trarre vantaggio, tantissimi oggetti in verità, sparsi in ognuno dei livelli di gioco, che potranno essere anche evidenziati alla pressione del tasto ‘V’ sulla tastiera. Troveremo pozze di fango su cui attirare nemici facendoli scivolare a terra, lampadari e librerie, oggetti esplosivi, pozze paludose piene di gas infiammabili e tanto altro che non fanno che confermare quanto impegno, in tal senso, sia stato messo dal team di sviluppo. Particolarità che ribadimmo anche in sede di anteprima. Lo stesso dicasi per l’assenza dell’esplorazione libera, difatti in Blackguards i nostri non-eroi entreranno effettivamente su schermo nelle fasi di lotta ed in quelle narrative, ma gli spostamenti sono relegati all’utilizzo di una stupenda mappa attraverso cui decidere la nostra destinazione a seconda dell’obiettivo principale o secondario che vorremo perseguire. Nelle città saremo accolti spesso di buon grado, altre volte meno, e grazie a queste potremo riposarci, curare le ferite, acquistare abiti ed armi di maggior pregio; tutto questo per mezzo delle svariate figure professionali presenti: dai guaritori, utili anche per guarirci dagli avvelenamenti, ai locandieri e mercanti, coi quali potremo scambiare, vendere ed acquistare oggetti; ma troveremo anche addestratori utili per imparare incantesimi ed abilità speciali, o NPC che ci chiederanno aiuto, sbloccando così sulla mappa i luoghi in cui potrebbero avere inizio delle subquest secondarie. Come muoversi e dove muoversi toccherà a noi deciderlo, niente è prestabilito, quindi il nostro percorso di lotta dell’oscuro male potrebbe avere più fermate di quante ne avessimo previste in precedenza; dedicarsi alla sola trama principale o trarre spunto, ottenendo spesso oggetti ed armi speciali, dalle missioni secondarie sarà una sola questione di scelte e stati d’animo, a totale discrezione del giocatore; scelte che potrebbero gettarvi in scontri davvero tosti, contro creature, troll e mostri molto forti, oppure il contrario; fatto sta che equipaggiamenti e monete saranno lì ad attendervi, in ogni caso, e agli amanti dei GdR old-school come questo ciò dovrebbe bastare ed avanzare. Piccola ed ulteriore nota sugli addestratori di cui sopra, attraverso i quali, dopo aver scelto un personaggio, potremo apprendere l’abilità selezionandola dal menu ‘addestratore’, dando in cambio un numero variabile di PA, i punti avventura di cui parlavamo poc’anzi, e non monete, come molti potrebbero pensare.

Con la versione build review provata, ovviamente si trattava di una versione finale del gioco, i miglioramenti tecnici rispetto alla versione Early Access sono apparsi evidenti almeno in termini di sfruttamento delle risorse hardware, leggasi come ottimizzazione, che non era proprio esaltante in fase di beta testing. L’engine grafico si è dimostrato scalabile il giusto, anche se per goderne al massimo servirà un PC di fascia alta, soprattutto per la gestione dei tanti effetti di luce e riflessi di cui si compongono gli scenari di gioco. In quanto a textures, Blackguards non è il massimo, così come nei modelli, evidenziando aspetti sui quali il team di sviluppo tedesco dovrà migliorarsi in futuro, giustificati però dal fatto che con tale produzione non ci si è soltanto aperti ad un nuovo genere, ma si è realizzato per la prima volta un gioco completamente in 3D. Dove il titolo fa il suo in degna maniera è nelle location, piene di personaggi intriganti, presentandoci anche una mappa di gioco assolutamente magnifica. Ogni luogo, ogni città, ognuno delle centinaia di scontri possibili, si differenziano per particolari artistici ed architettonici degli ambienti, punti di interesse da cui trarre vantaggio negli scontri, tipologia e numero di nemici da affrontare; si passa da ampi spazi aperti, apparentemente calmi e tranquilli, a segrete, celle sporche e luride, paludi piene di gas infiammabili, oscuri dungeons e chi più ne ha più ne metta, segno che in quel di Daedalic si è puntato tanto su questo tipo di varietà che alla lunga aiuta il giocatore a sentirsi sempre immerso in qualcosa di nuovo e di ignoto, anche se il gameplay alla base di tutto è lo stesso degli istanti iniziali, seppur vada via via sviluppandosi ed ampliandosi tramite l’uso dei punti PA (come sopra detto) per lo sblocco di talenti, abilità e così via. La stessa cura la ritroviamo nel comparto delle animazioni, da sempre Tallone d’Achille del team nelle proprie avventure grafiche, ora ben riprodotte, varie ed in linea con quanto ci si aspetterebbe da un titolo di questo genere, soprattutto per quanto riguarda le fasi di combattimento a turni, quindi i relativi attacchi subiti e scagliati contro il nemico. In definitiva, però, al buon contorno creato manca la qualità di alcuni dettagli allo stesso modo importanti, perché se del fattore textures abbiamo già detto la nostra, va detto che anche a livello di espressioni facciali i personaggi che compongono il cast di Blackguards non sono proprio il massimo ed è in questi dettagli che si denota un ritardo professionale degli sviluppatori, che in eventuali prossimi GdR dovranno dimostrare di avere imparato a fare di meglio, portando così a termine un processo evolutivo e di miglioramento personale che ha già raggiunto livelli fantastici lato gameplay, grazie al quale quest’ultima produzione di Daedalic Entertainment regala ore ed ore di divertimento e di sfida nel mondo di Aventuria!

Immagine anteprima YouTube IN CONCLUSIONE
Blackguards ha superato ogni ostacolo posto davanti alla sua strada. Dallo scetticismo di chi riteneva poco credibile un team del genere al lavoro su un RPG, a chi, guardando con la solita superficialità, denunciava la presenza di un comparto grafico non di certo all'avanguardia e su tutto il resto taceva. Scavando a fondo, l'unico difetto della nuova produzione Daedalic Entertainment par essere proprio questo, mentre il coraggio di rischiare per aprirsi ad un nuovo genere è stato ampiamente ripagato dalla bontà, assolutamente esaltante, di un titolo che non va incontro agli amanti dei giochi di ruolo non punitivi, donando agli amanti della vecchia scuola una perla dal gameplay profondo e scontroso, tosto e con un'evoluzione della trama interessante e man mano sempre più coinvolgente, anche se migliorabile in alcuni frangenti. Se non siete abituati a morire, perire o soffrire, statene alla larga: Blackguards non perdona. ZVOTO 8
Voto dei lettori8
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