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Blanca, di Patrizia Rinaldi

Creato il 17 dicembre 2013 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Da Fralerighe Crime n. 10

Blanca, di Patrizia Rinaldi
Accingendomi a recensire BLANCA della napoletana Patrizia Rinaldi, ho provato a domandarmi a chi questo romanzo si rivolgesse, ed a chi avrebbe potuto piacere.  Voglio subito dire che la dicitura “noir”, apposta in copertina dall’editore per evidenti e condivisibili motivazioni commerciali, si rivela piuttosto riduttiva, e (questo lo scoprirete leggendolo) mal si attaglia a questo bel libro, scritto in punta di penna e nel quale l’autrice trasferisce tutta la sua grande sensibilità. Se siete amanti dei ritmi serrati, dei continui colpi di scena, se vi piacciono le storie a tinte molto forti, se scorrendo le pagine siete avvezzi ad “affiancare” l’investigatore per cercare di identificare anzitempo il colpevole, beh, forse BLANCA non rappresenta la vostra lettura ideale. Probabilmente, un giallofilo incallito (qual è anche chi redige queste note) arriverà prima della fine alla soluzione, intuirà trame e disegni, capirà. Questo però nulla toglie ad una storia bella e affascinante, densa di sentimento e di atmosfere, delicata ed al tempo stesso impietosa, intrisa di rimpianto e di dolore. Quel dolore che la Rinaldi sa descrivere e raccontare come se fosse il suo, con una partecipazione ed una maestria che trovano pochi riscontri nell’attuale panorama degli emergenti italiani e non. Grazie, Patrizia Rinaldi, per averci regalato questo racconto struggente, che non è un giallo e nemmeno un noir, ma un bellissimo esempio di narrativa a sfondo poliziesco capace di avvincere il lettore, di arricchirlo e di gratificarlo. Mi è dispiaciuto terminare BLANCA, e questo mi capita di rado. Quando i tuoi personaggi agiscono, il lettore può condividerne sensazioni e stati d’animo, e questo risultato per uno scrittore è molto difficile da ottenere. Pochi ci riescono come te, usi le parole, alternativamente, come carezze o come coltelli, e le frasi sono farfalle. Farfalle speciali, che volano alto e vanno sempre a posarsi sul fiore giusto. Complimenti sinceri.

La trama – Un commissariato di provincia, un’atmosfera tranquilla, quasi sonnolenta. Questo il palcoscenico sul quale agiscono il commissario Martusciello e l’ispettore Liguori, personaggi diversissimi tra loro per cultura ed estrazione sociale, e che coltivano uno strano rapporto, conflittuale ma di reciproca e malcelata stima. La storia muove dal ritrovamento del cadavere di una donna, dipendente di una importante fabbrica della zona; in contemporanea, scompaiono sia il figlio di Marchòv, il titolare della fabbrica, un personaggio bieco e di sentimenti volgari che ha costruito la propria fortuna economica anche grazie ad amicizie e frequentazioni a dir poco losche, che un ragazzino, figlio della donna alla quale, nel contesto di una storia controversa e tormentata, è legato l’ispettore Liguori. Ad indagare su tutto ciò, oltre ai due già citati funzionari, viene chiamata BLANCA, poliziotta ipovedente esperta in decodificazioni, una donna forte, caparbia, capace di vivere con apparente serenità il proprio handicap, anzi, di trasformarlo in una risorsa. Non vi dirò di più. Blanca è anche un romanzo al femminile, una storia che riflette le facce e le sfumature dell’amore e della solitudine, che ne penetra le sfaccettature. Una storia da leggere piano piano, con attenzione, e che fa riflettere.

   Vincenzo Maria Brizio



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