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Blitz a Crotone: 28 boss arrestati

Creato il 17 febbraio 2011 da Maurizio Lorenzi

Proponiamo l’articolo appartso su www.antimafiaduemila.com qualche giorno fa

I nuovi equilibri delle cosche e il progetto di attentato al pm Bruni

Gli volevano “appicciare” (incendiare) la macchina la sera”, ma non ci erano riusciti per “colpa” della scorta che lo sorvegliava sotto casa.

Si esprimevano così due delle 28 persone raggiunte questa questa mattina a Crotone da un’ordinanza di custodia cautelare – nell’ambito di un’operazione contro le cosche della ‘Ndrangheta Vrenna-Ciampà-Bonaventura – mentre progettavano un attentato contro il pm della Dda di Catanzaro Pierpaolo Bruni.

Un “bel regalo” di Natale 2010 per Pino, alias il boss Giuseppe Vrenna (che in quel periodo ha iniziato a collaborare facendo le prime dichiarazioni proprio al pm Bruni) e un lavoretto affidato a soggetti esterni alla cosca: “Quelli che vengono di Lamezia”.

Il progetto di attentato era già emerso nel corso dell’inchiesta denominata Hydra, che il 21 gennaio scorso aveva portato a 12 fermi, ed è stato confermato anche da un testo scritto giunto nelle mani degli investigatori. Ora, dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Crotone, si è appreso che affiliati alla cosca Vrenna-Ciampà-Bonaventura avevano pedinato più volte il magistrato protetto dalla scorta. E ne avevano parlato insieme, ignari di essere intercettati.

“Io quando sono venuto con loro, sono venuto proprio sotto casa sua tutto vestito di … bianco con cappuccio, con gli occhiali” è la voce di un boss. “C’era la scorta allora?”, chiedeva un altro, e il primo rispondeva: “La scorta? dovevi vedere cosa è venuto dopo cinque minuti, tutti i manicomi, tutti erano arrivati .. voi cosa fate qua? che poi hanno mandato proprio a me là”. “Ma più di qualcuno – riprende l’altro – non andava .. gliela facevo io l’ambasciata e non lo facevo prendere”.

Terremoto Vrenna

24 delle 28 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Crotone Maria Rosaria Di Girolamo, su richiesta della Procura distrettuale di Catanzaro (procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e sostituto procuratore applicato Pier Paolo Bruni), sono state notificate in carcere. Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzato al traffico di sostanze stupefacenti, armi, danneggiamenti nei confronti di commercianti a scopo estorsivo e di familiari dei collaboratori di giustizia.

Secondo quanto emerso, le famiglie storiche di Crotone Vrenna-Ciampà-Bonaventura, dopo i numerosi arresti subiti con le operazioni ‘Eracles’ e ‘Perseus’ avrebbero deciso di costituire un nuovo cartello criminale formato dagli uomini più fidati e fedeli. E avrebbero investito Antonio Gaetano Vrenna nella direzione della nuova associazione malavitosa particolarmente dedita al traffico di stupefacenti, cocaina in primis, reperiti attraverso canali preferenziali della provincia di Reggio Calabria.

Numerose le perquisizioni domiciliari eseguite nel corso delle quali è stato rinvenuto materiale utile al prosieguo delle indagini. Mentre si attendono sviluppi dalle dichiarazioni del boss Pino Vrenna, padre di Antonio Gaetano, che non sono confluite nell’operazione di oggi e potrebbero avere una potenza devastante.

Vrenna sarebbe infatti a conoscenza di tutti i traffici illeciti dell’organizzazione, ma anche dei rapporti con gli ambienti della politica e dell’imprenditoria instaurati negli anni dalla principale cosca di Crotone. E i suoi familiari hanno già deciso di rinunciare al programma di protezione dissociandosi dalle posizioni del pentito.

Proseguono le indagini sull’ex assessore del Pdl

Rimane intanto indagato a piede libero l’ex assessore provinciale di Crotone Gianluca Marino, Pdl. accusato di voto di scambio. Perché secondo gli inquirenti avrebbe avuto il sostegno di alcuni esponenti della cosca Vrenna in cambio di denaro. E anche se non fu eletto, venne nominato assessore dal presidente dell’ente provinciale Stanislao Zurlo.

Il nome di Marino era emerso nell’operazione Hydra dello scorso 21 gennaio, motivo per cui l’amministratore si era dimesso dall’incarico. Anche se sulla sua posizione, hanno riferito gli investigatori, non ci sono sostanziali novità.


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