INTRO
La de-programmazione è uno degli elementi base per la pianificazione di un’azione popolare sulle coscienze tramite la parola (o un qualunque altro tipo di comunicazione mediatica).
Dobbiamo essere uomini che abbiano dalla loro non solo la forza della verità di convinzioni razionali, ma anche una interna, umana, e trascendentale, capacità di viverle nella vita di ogni giorno.
Come vedrete non ci si nasconderà più dietro alle informazioni, non ci si nasconderà più dietro alle accuse di negligenza altrui, si avrà troppo a cuore il bene comune per non capire che si fallisce ogni qual volta la colpa è di qualcun altro.
Il fulcro della novità starà nella consapevolezza del potenziale umano, nell’interiorizzazione e nell’esperienza diretta di tale potenziale. Nel pretendere da sé se stesso il massimo dell’onestà ma soprattutto dell’umiltà, fin dalle sue più oscure profondità.
In pratica si chiederà la presenza concreta di persone che stiano attivamente interagendo con la propria psiche, e che quantomeno mostrino il loro personale “salto di coscienza”, quello vero, quello che hanno fatto loro.
E infine sì, allora, avverrà il cambiamento.
by L’Hacker 20/8/2011
La prima operazione culturale per liberare il mondo.
E’ un gran casino quando si fa festa, ed oggi è un gran casino!
È impressionante scoprire come si può cambiare la vita in cinque minuti, come la validità di un buon articolista non stia più solo nel saper fornire ‘informazioni convincenti’, e come a livello globale il crollo verticale della fiducia verso ogni fonte di informazione, ci stia davvero facendo un gran favore.
- Anzi, il favore più incredibile è l’aver capito finalmente che non sta più nel ‘buon stile’, e nemmeno nell’accreditamento delle fonti, o nella scientificità del lavoro, o nell’autorevolezza dell’autore, ciò che può farci davvero crescere.
Rossano Segalerba, blogger italiano (Civiltà Scomparse), ci ha appena mostrato il futuro, perché fatto qualcosa che gli “scribi” della rete di tutto il mondo tentano da anni invano di fare: ha chiarito il significato dell’essere vittime di un potere globale.
I potenti che sono veramente a capo sono: gesuiti, ebrei, illuminati, Bilderberg?
I mezzi che usano sono: scie chimiche, crisi economiche, controllo mentale tecnologico e grande fratello, ogm e Codex, controllo dei media, inganni della storia?
L’obbiettivo è: l’Nwo?
E noi ora possiamo davvero metterci in campo. Come:
Scoprendo che il volto della vera richiesta mondiale di informazione sta prendendo piede. È ovvio, e ci mancherebbe ch’essa non sia minimamente recepita, anzi impossibile sui media mondiali.
Calcio, Politica nostrana, Social network, Videogiochi, Tecnologia, Malattie, Sesso, Cucina… Ma noi non ci facciamo ingannare.
Questo semplice sistema, qui “passato a voi come una passeggiata”, in realtà è il vero veicolo che non solo equilibra, equilibrerà (e porterà a risolvere) il disastro che più forze stanno perpetrando a questo pianeta, ma è anche il primo segno tangibile di un reazione fisicamente importante ADESSO.
E ora vi dico anche perché: possiamo definire finalmente le linee guida che possono aiutare i blogger in generale ad aiutare a loro volta la gente, e la gente a capire che cosa veramente occorre cercare in rete, che cosa occorre far brillare, che cosa sembra tanto appariscente ma ci sta solo risucchiando in un gorgo.
Seguitemi:
Si è notato che gruppi sempre più grandi di lettori sembrano preferire l’esperienza, il know-how di un articolista, piuttosto che la tecnica, la cultura, l’autorevolezza, il tono, il nome, il qualunquismo, il vittimismo. Si è notato che molte persone stanno notando la “velatura ipocrita” che ammanta “l’informazione alternativa”: quella degli scrittori che hanno l’impegno di farsi portavoce della tragica verità del mondo. Gli elementi tipici di quella propaganda manipolatoria che la globalizzazione ha attuato in ogni uomo o donna che abbia visto almeno un film o letto almeno un libro – e ce chi teme: avuto a che fare con almeno solo un’altra persona – nella propria vita, sono fenomeni interni all’uomo che non se ne vanno solo perché quello si è messo a fare attivismo. Non butti all’ortiche la pentola, solo perché adesso sai chi cucina il sugo, anche se sai che sei TU la carne nel sugo. Perché non sai farlo.
In parole chiare, la domanda è questa: Che cosa posso fare io per cambiare veramente la gente?
Forse tu sei un pollo? O forse sono io il pollo? Polli
che scrivono a polli? Ma se nel pollaio arriva la faina allora siamo
fottuti… che facciamo? Di certo non starcene con le mani in mano.
Cosa dunque!
- I fatti propri di un’epoca che nulla ha di ciò che è “solito’, parlano semplicemente di bisogno di verità, e… onestà, bisogno che ‘in quanto bisogno’ non può essere letto nei numeri.
Ma la verità è che la maggior parte della popolazione in questo momento si accontenta. Ciò che essa legge, le persone che scrivono, non la soddisfa. “Il pasto del convento” è veramente scialbo. Molta gente smette di scrivere perché non ottiene assolutamente nulla, nemmeno gloria, oltre che gli effetti sperati.
Abbiamo progetti di manipolazione mentale, di cui siamo vittime, abbiamo potenti che vogliono la nostra fame. Abbiamo paura, abbiamo davvero paura.
E intanto i fatti dimostrano che la popolazione non è aiutata non solo dalla stampa ufficiale, ma nemmeno da quella alternativa, nemmeno dai blogger, che sono gente come noi, chiusa dietro quella finestra dall’altra parte della strada.
Il giornalismo ha una storia lunga, e noi tutti che scriviamo, persino chi non è giornalista (come me) ne siamo figli. Chi ha creato il giornalismo, come è stato codificato? Il giornalismo è forse un atto a difesa dell’evoluzione umana, uno scardinare le porte… o viene per caso insegnato nelle università, nel luogo in cui il potere globale insegna “La Giusta Mentalità” ai suoi servi? E i suoi principi non si caratterizzano forse per la grande “democraticità” (almeno sull carta, vedi 1 e 2), che però sembra essere anche la stessa parola che sul pratico è totalmente vuota di significato? E il giornalismo non è solo un’idea… ma è una serie di elementi della grammatica, della sintassi, dei suoni: orpelli senza significato solo per i non addetti ai lavori, ma per chi ha il gusto della parola, e si abituato ad “ascoltare” la lingua… emanano significati inconsci, i medesimi che la mente cosciente non sa recepire, ma che agiscono (eccome!) nella vita di chi ha letto l’articolo.
Ora, per concludere: se le codifiche stilistiche, argomentative, ecc. del giornalismo sono scelte effettuate dal potere, è evidente che esse sono fatte – malgrado le apparenze – per non smuovere affatto le acque. La cosa incredibile è che molti della controinformazione gridano al “giornalismo pulito, etico” quando ciò significherebbe solo auto-irreggimentarsi, imprigionare la propria scrittura e mente in stereotipi. E’ all’infuori della parola “informazione giornalistica on-line” che si può trovare la vera comunicazione, quella che porta effetti, che rompe le barriere.
Si richiederebbe dunque agli articolisti come requisito una sorta di de-programmazione, non sulla carta, ma reale, effettuata con un intenso lavoro interiore.
Da che cosa? Dal bisogno di essere considerati “bravi scrittori”, dall’idea codificata di articolo. Seguire un’idea, tanto per dirne una, come questa di Steve Jobs: “Che tipo di esperienza proveranno le persone quando avranno a che fare con i nostri prodotti e servizi?” Quale effetto voglio creare… Che effetto farà il mio articolo?
Una cosa molto importante è che gli articoli siano liberi dai falsi schemi di pensiero percettivi, valutativi, di programmi di aspettative, non solo da quelli portati alla luce alla mente cosciente, ma anche da quelli latenti o attivi ad insaputa dell’articolista, fattori che rendono tali articoli inutili per il miglioramento della coscienza del lettore.
Forse il blogger non se ne accorge, ma mentre egli scrive, scrive di sé, e passa inconsciamente a TE, lettore, tutto ciò che lui crede sia la realtà della vita, del mondo, del futuro, nonché le sue e TUE possibilità. Ed è evidente che se quell’articolo non ha fatto crescere di una spanna la tua coscienza, significa che quello scrittore non si è tolto le sue sporche programmazioni pro-Nwo.
Troppo semplice, dite? Provate a farlo e poi ne riparleremo.
- Del resto… non a caso ho iniziato l’articolo parlando di un giorno di festa. Essere, non sembrare, questo chiede il mare. O il mare riporterà a riva i sacchetti di plastica mentre vorresti fare il bagno in un’acqua limpida. L’articolo che vi invito a leggere alla fine di questa mia lunga introduzione, è esattamente un esempio di questo genere di scrittura, e di TESTA che le sta dietro: una testa che ha fatto pulizia, che ha introiettato l’onestà, e la consapevolezza del potenziale umano.
In pratica si chiede la presenza di persone che stiano attivamente interagendo con la propria psiche, e che quantomeno ti mostrino il loro personale “salto di coscienza”, quello vero, quello che hanno fatto loro, anche in relazione alle informazioni che ti stanno dando: non più giornalisti, non più scrittori, ma uomini che sanno esattamente se le loro parole riusciranno davvero ad aprire la mente dei loro lettori.
- Che cos’è la realtà che conosciamo? Un cancro intessuto nelle nostre radici culturali, radici nate dall’Africa, dal vicino oriente, o dall’Europa dei popoli pre-Romani?
- Dove nasce la realtà che non vediamo?
- La psiche per noi deve diventare come la borsa nella quale rovistiamo di fronte al pescivendolo per cercarvi il portafoglio, o qualunque altra cosa ci serva. Molti di voi ricorderanno il rammarico e la rabbia di Paolo Barnard per non essere riuscito ad ottenere ciò che voleva. Ebbene noi BLOGGER possiamo fare molto di più!
- Comunicare non da giornalisti, ma da uomini che abbiano dalla loro non solo la forza della verità di convinzioni razionali, ma anche una interna, umana, e trascendentale, capacità di viverle nella vita di ogni giorno. Qualcosa che UN GIORNALISTA NON DOVREBBE AVERE, pena il rischio di perdere credibilità, andare sull’irrazionale. Ma la credibilità non conta nulla se poi rimaniamo ingessati nella nostra comunicazione imbellettata. Potremmo chiamarla come: una profonda onestà interiore. Come dire: ma insomma la vogliamo cambiare la testa della gente, oppure no? E allora quando ‘comunichiamo’ cominciamo a chiederci quale vogliamo sia l’effetto delle nostre parole… MA NEL FARLO DOBBIAMO ESSERE AMBIZIOSI! DOBBIAMO CREDERE DI POTER FARE ANCHE CIO’ CHE CREDIAMO CHE NESSUNO SIA MAI RIUSCITO A FARE! DOBBIAMO CREDERE POSSIBILE L’impossibile!
- È evidente che questo nuovo sistema, che alcuni blogger stanno già realizzando, è ancora molto giovane, ma esso solo cambierà fisicamente e per sempre la nostra idea di giornalismo, di informazione, di verità, e di autorevolezza. Se questo articolo è stato scritto, è perché qualcosa è già in movimento. Vi stiamo solo chiedendo di iniziare TUTTI. TUTTI…
- Già da molti il post non viene valutato più per il modo con cui vengono applicate certe tecniche, o per la capacità di vincere una diatriba.
- Tuttavia ancora tale rivoluzione culturale è poco appariscente, se è vero che chi entra in internet – almeno chi non cerca solo tette, culi, squadre o videogame – deve affrontare al 99% la solita tiritera attivista, inconsapevole specchio di icone hollywoodiane che proiettano nell’immaginario determinate idee di eroe comode al potere, inculcate dai media nella popolazione, inserite con tecniche di comunicazione, proiezione, omettendo l’analisi cosciente del fatto che tali eroi siano degli idioti testoni senza cervello. La de-programmazione da tutto ciò è dunque uno degli elementi base per la pianificazione di un’azione popolare sulle coscienze tramite la parola (o un qualunque altro tipo di comunicazione mediatica).
Che cosa sta accadendo alla web information.
Ormai è chiaro a buona parte delle persone informate, e non stiamo parlando di ribelli, esaltati e manganellari, ma persone che hanno figli, affitto – e che magari non sono mai scesi i piazza – che questo è il momento di agire! Dalle avvisaglie latenti già da tempo nel panorama italiano dell’informazione spontanea via web, appare chiaro che una parte del malessere della penisola sembra essersi già convogliato in un filone di persone consapevoli della situazione atipica che sta vivendo il pianeta: crisi economiche, militari, sociali, ambientali, (ecc.) nonché dell’utilità ma anche della NON sufficienza di tutti i mezzi finora usati, quali quelli elencati nell’ottimo lavoro di Gene Sharp: “Politica dell’azione non violenta: LE TECNICHE“; di cui l’attivismo ne è un esempio più che pubblicizzato.
(Tuttavia tale lettura è da considerarsi un passaggio obbligato per chiunque abbia davvero a cuore il destino della propria vita e del proprio pianeta. Lo potere scaricare liberamente qui grazie al lavoro del blog http://mon-dart.blogspot.com/)
Occorre andare oltre, è chiaro.
Il nuovo che serpeggia su internet.
L’operazione mediatica che ci troveremo ad affrontare è dunque – ci riferiamo a quella nata col preciso scopo di stimolare una determinata coscienza nella popolazione – quella in cui sono allentati i rigori tipici delle tecniche giornalistiche e mediatiche, per adottare una lingua che produca sensazioni e visioni, ma soprattutto quella in cui noi SIAMO NOI. Non stiamo facendo un articolo, un racconto, una poesia, non stiamo imitando David Icke. Vogliamo produrre un effetto in chi ci legge? Quale? Come? C’è sempre un modo… E’ troppo faticoso? Ne va del nostro futuro!
Vedrete non ci si nasconderà più dietro alle informazioni, non ci si nasconderà più dietro alle accuse di negligenza altrui, si avrà troppo a cuore il bene comune per non capire che si fallisce ogni qual volta la colpa è di qualcun’altro: mi riferisco ovviamente all’insuccesso delle nostre azioni di aiuto agli altri. Non sarà più di moda fare come fa la volpe sotto il grappolo d’uva. Quello che conta è aiutare noi stessi, farsi aiutare dagli altri: crescere, senza rischiare.
Solo gli eroi di Hollywood rischiano la vita. Il rischio è uno status quo inculcato dai ricchi per rincoglionirci. Il potere interno e la fiducia in se stesso è ciò che invece hanno attentamente evitato di insegnarci.
E infine… se sul piano internazionale il controllo della popolazione si gioca ancora sulla conduzione di messaggi manipolanti nella popolazione stessa da parte di una sorgente schizoide e calcolatrice – una comunicazione capace di capovolgere le funzioni psichiche della nostra mente (NB: di cui lo stile giornalistico è fedele servo) - ora si richiede che l’informazione e la persona che la divulga siano un atto unico nello scrivere.
È il nuovo paradigma delle operazioni culturali su internet, ci state? Vogliamo iniziare la nostra festa?
Il più mirabile esempio di articolo di questo genere che abbia mai letto, è l’articolo che vi avevo promesso, grazie al quale forse molti di noi capiranno, se sapranno davvero introiettare non solo il suo significato, ma anche la sua intera essenza, dove andrà il nostro futuro.
- Tale articolo è anche l’ultimo esempio di una vera spontanea ricerca ‘in gruppo’ svolta ‘separatamente’, che anche senza alcuna conoscenza reciproca, si sta diffondendo per osmosi sulla rete.
Se vorrete commentare l’articolo scritto da Rossano Segalerba (pubblicato col suo consenso) e qui riportato integralmente, potrete farlo direttamente presso lo spazio commento dell’articolo originale nel blog dell’autore QUI, dove troverete anche gli altri suoi lavori.
Grazie, by L’Hacker 20/8/2011Il
fulcro della novità sta nella consapevolezza del potenziale umano,
nell’interiorizzazione e nell’esperienza diretta di tale potenziale da
parte dello scrittore. Nel pretendere da sé se stesso il massimo
dell’onestà ma soprattutto dell’umiltà, fin dalle sue più oscure
profondità.
Le pecore, i pastori e i lupi di Rossano Segalerba
E’Link all’articolo originale http://rossanosegalerba.splinder.com/post/25453853/le-pecore-i-pastori-e-i-lupi
inutile che ce la raccontiamo. Possiamo far vedere di essere coloro che
parlano con un certo distacco dei complotti secolari-millenari dietro
le istituzioni del mondo (servizi segreti, organismi internazionali
mondialisti, sionisti, gesuiti, famiglie al potere da millenni che
mantengono determinate linee di sangue, condizionamento delle masse
attraverso i mass media – tra cui internet – progetti segreti per la
riduzione della popolazione mondiale, religioni uniche mondiali, banche
uniche mondiali, vaccini, microchipRFID, scie chimiche e tanto altro),
possiamo pensare di esserne estranei, lucidi, nel pieno della nostra
integrità di coscienza mentre svisceriamo notizie – in grandissima parte
prese da internet – che parlano dei “mostri dietro le quinte” di cui
non parlano i giornali, la televisione e la radio.
Possiamo pensare di essere i BUONI e di avere il compito di informare
più gente possibile del fatto che essi sono schiavi senza sospettarlo,
ipnotizzati dal mattino alla sera, e anche durante la notte. Possiamo,
dunque, pensare di essere dalla parte della VERITA’. Tanti Morpheus che
provano a svegliare tanti Neo. Le PECORE sono LORO. Sono mio papà che si
informa solo attraverso la TV, sono mia sorella che compra solo abiti
firmati, sono mia mamma che va sempre in chiesa tutte le domeniche senza
domandarsi nulla, sono mio fratello che non si perde una partita della
sua squadra del cuore. Non siamo certo noi, che ci informiamo solo negli
scantinati più pericolosi della Rete, così smaliziati da capire davvero
che tutto ciò che ci raccontano sono una ricca collezione di menzogne. E
invece, cari ragazzi, anche noi SIAMO TRA LE PECORE. Anche se ci
pensiamo fuori dal gregge. Certo, pecore più raffinate, magari con la
lana più lucida, ma siamo sempre ovini belanti, guidati da pastori
misteriosi SENZA VOLTO.
Cosa ci separa in fondo dal papà, dalla mamma, dalla sorella e dal fratello citati prima? Qualcosa di sostanziale? Abbiamo meno paura della morte o non ne abbiamo affatto paura? Riusciamo ad amare qualunque nostro prossimo ESATTAMENTE come noi stessi? Riusciamo a spostare una montagna se solo vogliamo? Leggiamo nelle menti, muoviamo gli oggetti con il pensiero, viaggiamo nel tempo, riusciamo a guarirci istantaneamente?
E, soprattutto, non ci facciamo MAI dominare dai pensieri, essendone sempre fieramente distaccati?
Niente di tutto questo.
Siamo tra il gregge belante formato da miliardi di esemplari.
Noi non possiamo decidere quando sarà il momento di rompere le righe, e sparpagliarci fuori dai recinti, da tutti i limiti. Solo fino a che i pastori non lo decideranno. Quando faranno in modo di essere stanati. Aprendo il sipario, mostrando le quinte, ILLUMINANDOSI.
Allora ci incazzeremo, li vorremo vedere morti per tutto il male che ci hanno fatto, per tutti i limiti in cui ci hanno imprigionati per millenni.
Link all’articolo originale di Rossano Segalerba: http://rossanosegalerba.splinder.com/post/25453853/le-pecore-i-pastori-e-i-lupiMa succederà come col lupo che, vittorioso nella zuffa con un altro lupo, sta per azzannare al collo il suo avversario. E questo si ferma, si arrende, si butta a terra offrendogli la gola da azzannare. Ma anche l’altro lupo si ferma richiudendo le fauci e le zanne, e poi se ne va con la coda tra le zampe.
Il rivale, l’avversario, lo sfidante a terra si rialza. Entrambi i lupi vanno ora per la loro strada, pieni di rispetto l’uno per l’altro.
6 Risposte Utili:
- Se la tua opposizione alla proposta è: NON E’ POSSIBILE CHE SIA COSI’ FACILE!
R: Ma quando eri bambino, credevi impossibile che saresti potuto diventare uno di quelli che sarebbe andato su due ruote in bici, eppure eccoti qua.
- Se la tua opposizione alla proposta è: E’ TROPPO DIFFICILE
R: Non lo è, in fondo basta che tu faccia chiarezza su qual’è lo scopo per cui scrivi. Vuoi davvero spingere le persone a cambiare visione della vita, smettere di farsi ingannare? Dovrai allora aiutarle a ritenere importante questo obbiettivo e ad amarlo.
- Se la tua opposizione alla proposta è: E SE LO FACCIO E POI NON SUCCEDE NIENTE?
R: L’obbiettivo è quello di toccare l’anima della gente: devi scuoterla, farla piangere, ridere, sentirsi viva, allora potranno sentire cosa loro la tua fiducia.
- Se la tua opposizione alla proposta è: MA IO NON SO SE CE LA FACCIO
R: Questo dipende da quanto sei sicuro dei tuoi mezzi. Credere di non farcela è una tua scelta come credere di farcela. La differenza è che nel primo caso perseverando otterrai ciò che vuoi, nel secondo caso otterrai di continuare a pensare che davvero non ce la potevi fare. L’unica opzione è la vittoria, comunque.
- Se la tua opposizione alla proposta è: E SE INIZIO E POI NON RIESCO AD ARRIVARE ALLA FINE?
R: Non arrivarci non è più semplice che arrivarci, ma da molte meno soddisfazioni. In fondo sei un uomo libero, ed hai anche la libertà di insegnare agli altri, con il tuo comportamento, che non ce la possono fare neanche loro.
- Se la tua opposizione alla proposta è: HO TENTANTO ED HO LASCIATO PERDERE: NON FUNZIONA
R: Sei arrabbiato/a perché ti senti uno stupido/a: perché non ce la fai. Questo è il tuo campo di battaglia: non lasciarli vincere dentro di te!
“Bisogna volere l’impossibile perché l’impossibile accada.” Eraclito tramite Saggezza&Consapevolezza