Come si temeva, le trattative tra gli organizzatori dell’evento e le autorità non sono andate a buon fine, lasciando uno strascico di reciproche accuse di mancata disponibilità a trovare una soluzione condivisa e scarsa cooperazione. Le ragioni di questa decisione sono state esposte da Markus Frank (CDU), responsabile dell’ordine pubblico cittadino, in un’intervista rilasciata oggi al Frankfurter Rundschau, quotidiano della capitale finanziaria tedesca. Leggendo il botta e risposta tra il giornalista ed il politico, si evince che la ragione principale di questa decisione è la mancanza di “una chiara rinuncia alla violenza da parte dei manifestanti”. Sembra che a convincere le autorità cittadine sia stato soprattutto l’intento, ribadito più volte dagli organizzatori, di voler bloccare la sede della BCE ed il quartiere finanziario per la durata di quattro giorni, mediante un accampamento stabile di tende. “Una situazione inaccettabile, che avrebbe messo a repentaglio i diritti fondamentali dei nostri cittadini” secondo Frank.
Questa è la linea tenuta dalle autorità, che non hanno cambiato idea nemmeno dopo l’impegno, espresso da parte dei promotori nei giorni scorsi, di isolare dalla manifestazione eventuali elementi violenti, oltre alla proposta di rinunciare alle tende se la città avesse messo a disposizione delle palestre capaci di ospitare le migliaia di partecipanti. Secondo fonti ufficiali il divieto di manifestare sarebbe dunque una misura eccezionale, volta a garantire la normale vita quotidiana della città. In realtà, si vuole in tutti i modi evitare che il centro cittadino diventi nuovamente teatro di scontri, dopo che la manifestazione dello scorso 31 Marzo ha visto polizia e militanti di sinistra fronteggiarsi duramente. La Giornata Internazionale dell’Azione Anticapitalista si è conclusa infatti con un violento intevento delle forze dell’ordine, volto a porre termine agli atti di vandalismo che alcuni manifestanti avevano cominciato a compiere nei confronti di negozi, concessionari di auto e banche.
Già nelle ore immediatamente successive alla diffusione della notizia si sono accese roventi polemiche, poiché il divieto non si estende solo all’occupazione delle piazze, ma vale anche per il corteo che avrebbe dovuto attraversare le vie cittadine, per il quale erano attesi circa 35000 partecipanti. Inoltre stiamo parlando di un evento che vede tra i promotori, oltre al movimento internazionale Occupy, influenti partiti politici come la Linke e i Verdi, collettivi antifascisti ed organizzazioni eterogenee basate all’estero (tra cui le italiane Unicommon e Globalproject). In questo senso, Frank ha dichiarato che le autorità cittadine hanno il sospetto che sia stato operato, da non ben specificati gruppi sovversivi basati anche in Italia e a Berlino, un vero e proprio training allo scontro con le autorità, simile a quello messo in atto dalle organizzazioni terroristiche. Nello specifico, si parla di azioni che andrebbero dall’insegnamento di tecniche volte ad aggirare i cordoni di polizia, fino alla diffusione di filmati didattici che mostrerebbero scene di guerriglia urbana. A proposito non è stata tuttavia fornita nessuna prova concreta.
Da parte loro, i promotori dell’evento hanno tacciato queste affermazioni come denigratorie, accusando le autorità cittadine di voler screditare la reputazione del movimento e negando con forza ogni accusa di violenza premeditata. Appresa la decisione, hanno già annunciato che faranno ricorso legale contro questa decisione, appellandosi alla libertà di manifestare sancita dalla costituzione tedesca. “Il divieto della manifestazione Blockupy Frankfurt non ha alcuna consistenza pratica né giuridica” ha dichiarato l’ufficio stampa del movimento, “La politica della città di Francoforte è un chiaro esempio dell’antidemocratica politica di crisi”. Si aspetta una decisione ufficiale nei prossimi giorni, anche se gli organizzatori fanno sapere che sfileranno per le strade di Francoforte anche se il divieto dovesse essere confermato.
Riccardo Motti