C'è, nelle sale della Galleria Nazionale di Parma, un angelo che sfoglia un libro. Un angelo, dipinto dal Correggio intorno al 1527.Un angelo spostato un poco a sinistra per chi guarda, in una luminosa composizione che vede, sotto una tenda rossa tesa tra le fronde degli alberi, al centro la Madonna col bambino, a lato Maria Maddalena e san Giovannino, dall'altro san Gerolamo e un leone, di cui s'intravvede la testa.Quell'angelo, è un angelo la cui bellezza fa dimenticare, come Romeo con la sua Giulietta, ogni altra cosa.Allora, se è vero che per dimenticarsi di qualcuno bisogna parlarne, parliamone, dell'angelo e del quadro.Briseide Colla, vedova del nobile parmense Orazio dei Bergonzi, faceva tendenza. Quando, la mattina sul presto, se ne usciva dalla sua casona con gli stucchi alle finestre e il fregio di famiglia in chiave di volta, quando se ne usciva per la prima messa, lì lungo la via, all'angolo di Piazza Grande, c'era addirittura chi l'aspettava, dietro ai vetri delle case basse, per vedere di che vestiva la gran signora dei Bergonzi.Di sicuro il suo salotto - con i suoi ori cesellati e quelle tavole dipinte alle pareti, e i suoi abiti, un trionfo di sete e ricami d'oro - era il migliore dei salotti migliori.
Una giovane e vispa servetta dai riccioli d'oro accompagnava, la mattina, tutte le mattine, la signora dei Bergonzi verso la prima messa in San Giovanni.In San Giovanni Evangelista - siamo nella Parma dei colorati miracoli manieristi - un ingombrante ponteggio di legno ingabbiava l'altare maggiore fin sulla cupola; lassù l'Antonio Allegri da Correggio risolveva, su mandato dei Benedettini, la disputa teologica-iconoclasta del tempo: storie di Concilii, bolle ed eresie.
I Benedettini, che il tempo per pensare lo trovavano, per superare la disputa ricorsero alla visione che il vecchio San Giovanni ebbe poco prima di morire: il Signore, tra le nuvole nell'alto dei cieli, circondato da tutti gli Apostoli, lo veniva a prendere in pompa magna. Ritorniamo alla Breseide Colla e alla sua gentile servetta.Tutte le sante mattine, eccole, sulle prime panche davanti all'altare maggiore, a sentir messa. Capitò al Correggio, lassù, scappasse l'occhio laggiù. Sguardo malandrino, tant'è che la Breseide Colla, si dice per togliersi l'imbarazzo del piacere, al prezzo di 400 lire imperiali, più due carri di fascine, alcune staie di frumento ed un maiale, al Correggio gli commissionò un quadro.Alla bella servetta dai capelli d'oro, rimase per sempre la gloria di essere l'angelo del Correggio, e un poco anche il mio.Pubblicato da Pierre Barilli
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