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Blog per le masse e blog per gli individui

Da Idl3

Su TechCrunch Michael Arrington ha sfornato un articolo particolarmente interessante. Uno di quegli articoli che man mano che leggi pensi che sono cose ovvie che sapevi gia’.

Blog per le masse e blog per gli individui

In effetti sono cose gia’ viste, pero’ rinfrescarsi la memoria su certi argomenti fa sempre bene. L’articolo spiega come un blogger cresce in esperienza. All’inizio c’e’ la tensione e l’emozione per i primi post, che nessuno legge, la ricerca di lettori attraverso lo “spam“, commentando ad esempio altri blog (indicando il proprio link cosi’ da attirare qualcuno), iscrivendosi a classifiche, ecc. [1] L’emozione di leggere il primo commento ad un proprio post.

Poi arrivano le prime grane, i commenti denigratori, brutali. Allora il blogger deve diventare piu’ scaltro, fissare regole e prendere decisioni che avranno pesanti effetti sul blog, sui post e sul tipo di lettori. Impedire o meno i commenti anonimi, moderarli o no, rispondere e in che modo ai commenti brutali? Man mano che la fama aumenta, aumentano anche i lettori, e con essi i problemi. Ma aumentano anche gli stimoli e aumenta (o dovrebbe aumentare) l’esperienza del blogger, che diventera’ un esperto conoscitore dei propri lettori, in grado di conoscerne le loro reazioni in anticipo e quindi scrivere i post in modo da ottenere determinate reazioni e impedirne altre.

Blog per le masse e blog per gli individui
Questo “potere” pone una serie di interrogativi etici. E’ giusto che il blogger scriva dei post capaci di portare i suoi lettori a “osannarlo” o non e’ invece piu’ etico scrivere cio’ che si pensa veramente anche a costo di ricevere critiche (anche pesantissime) dai lettori? Inoltre in caso di lettori non pienamente consapevoli (tipico delle masse auto-incitanti) il rischio e’ che il blogger possa utilizzare questo suo potere per plasmarne il pensiero. Questo pericolo si evita con la consapevolezza del pubblico attivo, ma per ottenerla serve prima di tutto un pubblico attivo, non lettori che passivamente si “bevano” tutto quello che il loro blogger preferito propina loro. La consapevolezza e’ un qualcosa che si crea da se, con una lettura attiva e un pensiero critico.

Insomma, si deve scrivere per le masse, un blog populista, o si deve scrivere per gli individui? Un blog populista non serve a nulla, se non a creare fama per il blogger, visitatori per il blog e magari introiti pubblicitari (o di altra natura). Invece scrivere per gli individui aiuta le persone a conoscere, pensare, crescere.

La diffusione dei blog “populisti in gran parte e’ una responsabilita’ dei lettori (passivi), che in modo acritico trovano piu’ confortevoli certi argomenti, rifiutando altri, piu’ interessanti, ma troppo pesanti. Certamente anche i blogger sono responsabili, potrebbero scrivere certi argomenti in modo meno pesante, riuscire a rendere gradevole la forma del loro pensiero senza cambiarne la sostanza. Ma e’ difficile, e cio’ che e’ difficile viene evitato se possibile, anche a costo di non crescere.

[1] Le classifiche hanno uno strano ruolo, raramente inizialmente mostrano i blog migliori, ma col tempo diventano piu’ veritiere. Perche’ sono delle profezie auto-avveranti. I blog primi in classifica ricevono molte visite, molti lettori significa molti commenti. Il blogger vedendosi in alto nelle classifiche e con un gran numero di lettori e’ spronato a migliorare, i commenti lo fanno crescere e gli fanno acquisire l’esperienza necessaria per conoscere il pensiero dei lettori e scrivere tenendone conto. Tutto cio’ (se ben sfruttato) porta ad un blog migliore. []


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