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Blog Tour: Ogni Giorno - Tappa 3: Video Presentazione + Recensione
Creato il 01 maggio 2013 da Mik_94L'esperienza mi dice che il desiderio è il desiderio. L'amore è amore. Non mi sono mai innamorato di un genere sessuale. Mi sono innamorato di individui.
Titolo: Ogni Giorno Autore: David Levithan Editore: Rizzoli Numero di pagine: 370 Prezzo: € 15,00 Sinossi: Da quando è nato, A si risveglia ogni giorno in un corpo diverso. Per ventiquattr'ore abita il corpo di un suo coetaneo, che poi è costretto ad abbandonare quando il giorno finisce. Affezionarsi alle esistenze che sfiora è un lusso che non può permettersi, influenzarle un peccato di cui non vuole macchiarsi. Quando però conosce Rhiannon, chiudere gli occhi e riprendere il cammino da nomade è impossibile: per la prima volta innamorato, A cerca di stabilire un contatto, di spiegare la sua maledizione, fino a convincere Rhiannon che è tutto vero, che quello che ogni giorno si presenta da lei è la stessa persona, anche se in un corpo diverso. Rhiannon s'innamora a sua volta dell'anima di A, ma dimenticare il suo involucro è difficile, e pian piano la relazione con i mille volti di A si fa più delicata di un vetro sottile. Nel disperato tentativo di non perderla, A tradisce le sue regole, inizia a lasciare nelle esistenze quotidiane tracce e strascichi del suo passaggio, e qualcuno se ne accorge... La recensione "Di solito si dà per scontata la continuità dell'amore, e con essa la continuità del nostro corpo. Non si ci rende conto che la qualità migliore dell'amore è la sua persistenza. Una volta sbocciata, una storia d'amore getta delle seconde fondamenta a sostegno della vita, e se non si può contare su quella presenza costante, allora non rimangono che le sole fondamenta che ci hanno sempre sostenuti." Per parlare di questo romanzo avevo il via libera. Nessuna regola da seguire, nessun limite da rispettare. Avrei potuto realizzare un video, volendo, ma ho riposto felicemente il mio ciak in soffitta dopo la realizzazione dell'ennesimo video dell'ultimo compleanno di diciott'anni... Ed è stato così che agli Oscar hanno perso l'occasione di premiare il più grande regista italiano dai tempi di Bertolucci: sì, come no!Non ho la vena poetica o l'estro artistico. Un tempo disegnavo spesso – è vero – ma adesso lo faccio solo per riempire gli attimi di noia e il piattume delle spiegazioni di geometria analitica. Invece mi trovo a scrivere. A disegnare, ma con le parole. Le lettere descrivono il contorno nero di un profilo che dorme, steso sotto il bianco delle lenzuola e la morbidezza di un piumone dei Pokemon rattoppato, da rilegare urgentemente tra le cose da non mostrare ad amici e fidanzate.
Mai. Ma proprio mai, mai, mai! In cucina, mamma svuota la lavastoviglie e papà mette su la caffettiera. Piccoli gesti destinati a ripetersi giorno dopo giorno. E' arrivato il momento: non c'è nulla di più traumatico che svegliarsi al mattino.La sveglia che ci squarcia le orecchie urlandoci di mettere i piedi giù dal letto – e di iniziare la giornata con quello giusto, di piede. Richiudere di botto gli occhi davanti a un sole che ucciderebbe un'orda di vampiri modaioli al primo, timido, disastroso raggio. L'alito cattivo da sconfiggere armati di scudo, spada, dentifricio e spazzolino; l'imbarazzante chiazza di saliva lasciata sulla federa a causa del bite che – crudele tagliola approvata dalle associazioni dentistiche italiane - ci tiene la bocca semi spalancata quando perfino i nostri occhi stanchi si arrendono al sonno. E fare la pipì... Complicatissimo!L'equivalente di gestire un idrante impazzito in un incendio scoppiato nel nostro bagno.Svegliarsi da soli non è poi tanto male, dai. Ci vorrebbero trent'anni di convivenza, e altri trent'anni di matrimonio, per mostrarci al nostro partner al mattino in tutta la nostra naturale avvenenza di Frankenstein irascibili, intoccabili, inguardabili e appena fuggiti nel laboratorio supersegreto in cui il dispettoso Morfeo ci ha smontati e rimontati a suo piacimento. Non mi abituerò mai al momento in cui il nuovo giorno mi strappa dal letto. Non basterebbe una vita. Si sono susseguite, però, una breve serie di mattine in cui sollevarmi sulle mie gambe e dire addio al mio pigiama per un paio di scomodi jeans non mi è parso poi tanto male. Grazie a Dio ero sempre io, e grazie a Dio avevo ancora qualche pagina da godermi dell'ultimo romanzo di David Levithan. Prima mi alzavo, prima mi preparavo per un nuovo giorno di scuola, più tempo avevo da dedicare ad A. Un'altra vittima del risveglio, un pioniere di esistenze, un indimenticabile protagonista - senza volto, senza una vita sua, ma con una voce che ti entra nella testa come un ritornello passato alla radio e con un cuore gonfio d'amore a cui fai spazio accanto al tuo cuore, godendoti il miracolo di due battiti all'unisono, nell'arco di una lettura speciale.Fai di te la sua casa, gli dai le chiavi necessarie affinché entri a far parte della tua giornata, passando per la porta blindata della tua anima. Condannato da un meccanismo misterioso e affascinante che non verrà mai svelato, lui salta da un'esistenza all'altra allo scoccare della mezzanotte.Ha sempre sedici anni, ma, lui che non ha nemmeno un sesso specifico, è stato nella pelle di ragazzi e ragazze. Anche se per un giorno soltanto, ha accettato in subaffitto la vita di aspiranti suicidi, omosessuali, ragazze in crisi con il proprio guardaroba e ragazzi in crisi col proprio pusher, obesi e anoressiche, bianchi e neri, rockettari e bacchettoni, ribelli e fanatici religiosi, teenager che vivono i loro anni come una festa continua o come un fiaccante tormento di brufoli, e insoddisfazioni, e cotte destinate a rimanere semplici cotte.
Ha baciato ragazzi e ragazze, ha immaginato di trascorrere l'eternità sentimentalmente legato a uomini e donne, e di svegliarsi per il resto dei suoi giorni accanto a loro. Se il domani è sempre e comunque un'incognita, per lui coincide col nulla. Non gli è stato concesso di averne uno e non ci ha mai sperato fino in fondo. Questo finché non incontra Rhiannon: una ragazza stupenda ed inconsapevole di esserlo, una persona che non pensa di meritare l'amore del prossimo. Lui, pur nei panni del suo ragazzo Justin, le regala un giorno di felicità in riva all'oceano - la nota positiva che aspettava da tanto tempo. E, per la prima volta, A fa un regalo anche a sé stesso. Si concede un'illusione dolce quanto lo è Rhiannon: vorrebbe restare lì. In quella vita. Accanto a lei. Per sempre, ed oltre... "Ho finto per tutta la vita e tu sei l'unica creatura che mi ha fatto desiderare di smettere". Ogni giorno è la dimostrazione di come da cose microscopiche possano nascerne di immense. Lo stile è scorrevole, le parole sono lievi, le pagine si sfogliano con un soffio e irradiano raggi di sole e bolle di sapone che si librano alte, strappano sorrisi e non si dissolvono nell'aria in un nulla di fatto. Sa dire grandi cose, ma non se fa un vanto: le dice semplicemente, come un “ciao” formulato al mattino o un “ti voglio bene” detto con la spontaneità di un bambino. Alla fine, tutto può la parola: annientare, ferire, inventare. Le parole di Levithan, invece, costruiscono.
Costruiscono la coscienza in persone che non ce l'hanno, la comprensione in persone nate con i paraocchi, la tolleranza in chi con le sue mani sradica fiori anziché piantarli, l'amore in chi l'ha rinnegato. Insegna a vivere, a guardarsi nel profondo e, come un manuale delle istruzioni scritto nel DNA (… e non in cinese come quello del mio videoregistratore!), a costruire una civiltà che si poggia sui nostri sogni e che è che è illuminata dal generatore di corrente di cervelli non più atrofizzati dal pregiudizio o dall'ignoranza. "Ma io non vedo alcun peccato in un bacio. Vedo un peccato solo nella sua condanna."
Forse vi suonerà tutto un po' retorico, ma è un mio limite, non di questoromanzo. In tante pagine, in tanti vissuti e in tante storie non si cade mai nel didascalismo o in un diabetico romanticismo. Ci sono grande ironia, un velo di tensione ed un messaggio inequivocabile, ma che emerge solo alla fine, quando siamo rimasti noi e le nostre riflessioni, in compagnia di un libro che è finito troppo presto, senza dare una risposta a tutti tutti i nostri interrogativi. Dentro c'è lo spirito stesso della vita, ma è come se si fosse incarnato in un adolescente inconsapevole della propria grandezza e in uno young adult che, divertito, maschera la propria maturità dietro una trama di amori giovanili, chatroom e contagiosa fantasia. Fa riflettere, fa emozionare, fa venire voglia di vivere amando e di amare vivendo. Di essere persone più buone, perché se lo meritano coloro che ci circondano e ce lo meritiamo noi.
I sedici anni si possono vivere in tanti modi. C'è chi li vive con spensieratezza, chi con pesi che arrugginiscono la gioventù. Ogni giorno è mettersi nei panni dell'altro. Letteralmente. Perfetto per i professori che vogliono entrare nella mente dei loro alunni, per i genitori che vogliono essere più vicini ai loro figli momentaneamente intrattabili, per i ragazzi che vogliono un libro che parli di loro, e con il loro linguaggio. Per chi ha dimenticato quanto sia bello sentire il lamento artificiale della sveglia nelle orecchie, alzarsi dal letto di malavoglia, sbadigliare in una tazza di latte macchiato... vivere la vita. "Una volta sperimentata l'immensità, ce la troviamo ad aspettarci ovunque posiamo lo sguardo o in ogni parola che diciamo." Il mio voto: ★★★★ Il mio consiglio musicale: Andrea Nardinocchi – Un posto per me
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